Franz Theodor Aerni

Franz Theodor Aerni. Popolani a Roma - Tecnica: Olio su Tela, 34 x 69 cm
Popolani a Roma. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Franz Theodor Aerni (Aarburg, 1853 – 1918), pittore tedesco, si sposta nel 1870 a Losanna per frequentare lo studio del paesaggista svizzero Johann Joseph Gaisser (1824-1894).
Arriva in Italia nel 1872: si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Modena, dove si forma al seguito di Adeodato Malatesta (1806-1891). In questa occasione, intende perfezionare soprattutto la sua tecnica disegnativa e coloristica.

Due anni dopo, decide di trasferirsi a Roma, tappa fondamentale per la sua formazione. Entra infatti in contatto con il fertile ambiente artistico romano e soprattutto frequenta la colonia di pittori tedeschi e svizzeri.

Franz Theodor Aerni conosce Salomon Corrodi (1810-1892), apprezzatissimo nell’ambiente romano per le sue vedute ad acquarello, e soprattutto animatore della comunità di pittori borsisti in Italia. La sua conoscenza lo porta direttamente a stringere amicizia con il figlio Hermann Corrodi (1844-1905).

Con lui, compie un viaggio in Egitto e a Cipro tra il 1878 e il 1879, riportando da questa esperienza una serie di studi e disegni poi rielaborati in romantici dipinti orientalisti.

Roma: lo studio in via Sistina

Nel frattempo, apre uno studio in via Sistina, dove si dedica alacremente alla produzione di paesaggi e vedute della campagna laziale. Il suo stile, molto vicino a quello di Corrodi, si nutre di una esecuzione rapida e raffinata e di una presentazione quasi teatrale del paesaggio.

Le vedute dunque, risultano perfettamente calibrate nel punto di vista ribassato che regala ampiezza visiva, memoria del paesaggio classico. Un attento studio della luce e degli accordi cromatici naturali va poi a costruire un paesaggio di gusto romantico, ricostruito in studio ma nato dall’osservazione del vero.

I paesaggi della campagna romana e della vicina Campania, come quelli di matrice orientalista sono pervasi da una naturale trattazione della luce mediterranea. Compaiono alle mostre degli Amatori e Cultori di Belle Arti a Roma e a quelle della Società degli Acquarellisti, ma anche in una serie di altre mostre italiane.

Dal 1901 espone anche con l’associazione In Arte Libertas, continuando a dipingere a Roma fino all’inizio degli anni Dieci. Tornato in Germania, muore a Aarburg nel 1918.

Franz Theodor Aerni: le vedute della campagna romana

La formazione svizzera conduce ben presto Franz Theodor Aerni verso una trattazione romantica del paesaggio. Giunto in Italia, perfeziona il disegno a Modena e poi approda a Roma, dove nasce il suo vero e proprio linguaggio.

Fortemente influenzato dall’ambiente elvetico e tedesco della Capitale, si avvicina soprattutto alla famiglia Corrodi. Salomon, già dagli anni Trenta, dipingeva “secondo natura”, dando poi al paesaggio un perfetto impianto disegnativo di matrice classica.

La composizione di ampio respiro viene poi arricchita dal figlio Hermann di potenti suggestioni romantiche, tutte ereditate da Alexandre Calame (1810-1864) in Svizzera.

L’importanza atmosferica, la limpidezza della veduta, l’immediatezza incisiva dell’esecuzione pervade le opere più riuscite di Franz Theodor Aerni, ormai perfettamente accolto nella comunità di vedutisti nordici a Roma.

Nel suo studio di via Sistina elabora paesaggi dal forte carattere italiano, pregni di valori folklorici della campagna laziale. Presso il Museo di Roma è conservata La passeggiata al Pincio. Altro dipinto molto importante dedicato a Roma e alla sua tradizione è La girandola di Castel Sant’Angelo.

Una strada di Napoli risale al 1882, mentre alla Mostra degli Amatori e Cultori del 1885 espone uno dei suoi dipinti più famosi, Porta del Colle a Tivoli.

La tela, caratterizzata da un punto di vista basso che dona al paesaggio una piacevolissima profondità e ampiezza, raffigura contadini in costume tipico, in una luce dorata, propria della veduta romantica.

Presso San Pietro è riconducibile al 1886, Marina di Sorrento al 1901. Esegue Presso il bosco sacro nel 1905, mentre all’Esposizione di Milano del 1906 presenta La preda.

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