Alberto Gerardi

Alberto Gerardi. Coniglio. Tecnica: Disegno a Penna
Coniglio. Tecnica: Disegno a Penna

Biografia

Alberto Gerardi (Roma, 1889 – 1965), sin da piccolo, viene avviato da suo padre alla lavorazione dei metalli, nella bottega di famiglia a Roccantica. Ben presto, inizia a studiare nei corsi serali della Scuola di San Giacomo, per poi passare al Museo Artistico Industriale di Roma, dove segue le lezioni di plastica e architettura e dove ha come insegnante Duilio Cambellotti (1876-1960).

Esordisce nel 1921 presso la mostra Arte Italiana Contemporanea di Milano, mentre nel 1923, quando espone alla Biennale delle Arti Decorative di Monza, viene subito apprezzato da Carlo Carrà (1881-1966). Nello stesso anno, viene chiamato ad insegnare l’arte del metallo proprio al Museo Artistico Industriale, di cui è nominato direttore nel 1932.

Tra scultura, arte applicata ad insegnamento

La sua attività didattica affianca quella scultorea e decorativa per tutta la vita, visto il suo incarico come direttore dell’Istituto d’Arte di Roma, mantenuto fino al 1959, pochi anni prima della sua morte. La cifra stilistica di Alberto Gerardi è contraddistinta, sin dai primi anni, da una spiccata propensione verso l’accezione simbolista della Secessione, accostata, però, al formalismo primitivista di Valori Plastici.

Grazie anche ad uno sguardo verso la scultura di fine Ottocento, in particolare verso quella di Medardo Rosso (1858-1928), l’artista romano giunge ad una sorta di fusione organica e spaziale con l’atmosfera, generando un’incredibile gamma di effetti di luce che gioca sulle superfici scabre e vibranti.

Rame sbalzato, rame battuto, altri metalli, ma anche la terracotta e la cera sono i media prediletti da Alberto Gerardi, che realizza ritratti emozionanti e vivi, sprigionati dalla materia, ma anche piccole figure a tutto tondo.

Esperto anche nell’esecuzione di suppellettili e complementi d’arredo come vasi, candelabri, cancelli, fregi, piatti, torcere e piccoli animali decorativi, lo scultore, di indole gentile e schiva, partecipa alle Quadriennali romane nel corso degli anni Trenta e Quaranta, ma è presente anche a numerosi Sindacali fasciste.

Nel 1933, alla Triennale di Milano, vince il premio per le Arti Applicate e nello stesso anno ha una sala personale alla Quadriennale di Roma.

Al 1936, risale l’importane antologica di opere grafiche alla Galleria La Cometa di Roma, che viene poi trasferita nella sua sede newyorkese due anni dopo. Alla Biennale di Venezia del 1950 tiene una delle sue ultime e più importanti personali. Muore a Roma nel 1965, a settantasei anni.

Alberto Gerardi: la fusione tra luce e materia

Iniziando ad operare tra gli anni Dieci e Venti, Alberto Gerardi si può inserire nel contesto di passaggio dalla Secessione romana al Ritorno all’ordine. La sua accezione personalissima di scultura deriva anche, come accennato, dall’incontro con il linguaggio di Medardo Rosso, soprattutto per quanto riguarda la trattazione luministica della materica che si “fonde” con lo spazio.

Al suo esordio presso la mostra Arte Italiana Contemporanea di Milano del 1921, espone Ritratto di bimba e due elementi d’arredo, Vaso decorato con rami di fico, fogli e frutta e Torcera con decorazioni di ulivo.

Appartengono ancora agli anni Venti le opere di maggiore solidità plastica Ritratto di Fiorella e Cista, mentre alla Quadriennale di Roma del 1931, presenta i disegni Ritratto della signora Laura Pomilio e Madonna, che segna l’inizio di una vasta ed emozionante produzione religiosa.

Alberto Gerardi, infatti, è conosciuto soprattutto per aver realizzato la Custodia a forma di corona di spine in ferro ed argento, per la Sacra Roccia dell’Agonia della Basilica di Getsemani. Ma sono da ricordare, in questo contesto, anche la Santa Teresa di Lisieux e il San Michele Arcangelo.

Alla Quadriennale romana del 1935, lo scultore ha una sala personale in cui espone quindici opere, per la maggior parte delicatissimi disegni di animali a punta d’argento oltre che Una colomba in argento e una in cera.

È alla Sindacale del Lazio del 1938 con Falchi, Carmelitane e testa femminile, mentre alla Quadriennale dell’anno successivo espone, tra le altre opere, diversi disegni a penna o a punta d’argento: Nudo, Autoritratto, Rospi e Cornacchia. Tra le sculture più significative di Alberto Gerardi vi sono poi le terrecotte Saffo del 1946 e La dormiente del 1949.

Quotazioni Alberto Gerardi

Quanto Vale la tua opera di questo Scultore?

Fatti guidare dai nostri consulenti storici dell’arte per una Quotazione Gratuita della tua opera di Alberto Gerardi.

Puoi contattarci sia caricando le immagini dell’opera direttamente nel form sottostante, oppure utilizzando i contatti in alto.

Il nostro Team di storici dell’Arte offre una valutazione qualificata anche in meno di 24 ore. Acquistiamo Opere di questo artista.

Per una stima scrupolosa, è indispensabile avere le foto dell’opera con rispettive misure, della firma ed anche del retro.

Hai un'opera di Alberto Gerardi e vuoi venderla?

Risposte anche in 24 ore.

Chiedi una valutazione gratuita, professionale e veloce usando il modulo sottostante, oppure usando i contatti in alto.

Instruzioni: allegare tramite il seguente modulo foto nitide e dettagliate (anche del retro e della firma).

Indicare inoltre nel campo "messaggio" le misure dell'opera.

Non trattiamo stampe e litografie.

    Informazioni di contatto


    Messaggio

    Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003.

    © Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.