Alessandro Bruschetti

Alessandro Bruschetti Aeroritratto di Marconi
Alessandro Bruschetti, Aeroritratto di Marconi, 1939. Olio su tela, 180 x 200 cm

Alessandro Bruschetti (Perugia 1910 – Brugherio 1980) si forma artisticamente a Perugia, frequentando l’Istituto d’arte e poi l’Accademia di Belle Arti, fino a quando si trasferisce a Roma per studiare all’Istituto per il restauro dei dipinti antichi. Contemporaneamente consegue l’abilitazione all’insegnamento del disegno. I suoi primi lavori, come Aia d’agosto, hanno un’impostazione pressoché accademica, il cambiamento avviene quando entra in contatto con la seconda generazione di futuristi e i superstiti del primo gruppo marinettiano. A Roma incontra nuovamente Gerardo Dottori (1884-1977), suo concittadino e con lui stringerà un lungo e duraturo legame.

Il primo dipinto che testimonia la chiara influenza futurista è Dinamismo di Cavalli del 1932, nato dalle suggestioni ed emozioni provate all’Ippodromo delle Capannelle di Roma. Questa tela gli valse l’accesso al gruppo futurista. Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), infatti, vide l’opera e l’apprezzò moltissimo tanto da volerlo come nuovo membro del movimento.

Alessandro Bruschetti, da quel momento, fu presente a tutte le più importanti esposizioni al fianco dei protagonisti del cosiddetto “Secondo Futurismo”.

Alessandro Bruschetti e l’attività espositiva nei padiglioni futuristi

Alessandro Bruschetti trasfigura in pittura la dinamicità del movimento e della velocità tanto cara ai futuristi interessandosi sia alla rappresentazione di soggetti a tema naturale che religioso. Nel 1933 partecipa alla Mostra del Sindacato nazionale fascista di Firenze con due opere Ritmi di cascate e Tempesta; e nel 1937 è ospite alle Mostra del Sindacato fascista tenutasi però a Napoli con Paesaggio e Resurrezione. Nello stesso anno espone anche alla Mostra del Sindacato fascista di Perugia, ed espone quattro opere: un affresco, dal titolo Gesù e la Veronica; e tre oli Gare di motori, Pietà e Paesaggio. Pietà verrà esposta anche all’Esposizione tenuta a Milano nel 1938. Nel 1939 partecipa alla Mostra del Sindacato fascista di Bari con l’affresco Trittico.

Alessandro Bruschetti partecipa anche ad alcune manifestazioni all’estero, in particolare nel 1934 alle Mostre di Aeropittura di Amburgo e Berlino, e nel 1935 a quelle di Istanbul e Vienna.

La partecipazione alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma 

L’artista è ormai una delle personalità di spicco del secondo futurismo e partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia: all’edizione del 1934 partecipa nel padiglione degli Aeropittori con l’opera Acrobazie tra le nubi; nel 1936 nel padiglione del Futurismo italiano espone due opere Simultaneità della Risurrezione e Solidità dei monti-villaggi-fiumi. Nel 1938 espone nella sezione dedicata ai Futuristi Aeropittori d’Africa e Spagna Pioggia e sole e Bombardamento di Tukul; ed infine nel 1942 nel padiglione del Futurismo italiano partecipa con Aeropittura di battaglia aerea in Finlandia e Aeropittura di battaglia aerea in costa.

Alessandro Bruschetti è ospite anche a due edizioni della Quadriennale di Roma: nel 1935 espone Trisintesi di vita fascista; e nel 1939 l’Aeroritratto di Marconi.

Le aeropitture di Alessandro Bruschetti risentono del fascino di Gerardo Dottori, ma sono caratterizzate da un’attenzione alle scansioni cromatiche molto precise e un accento posto al rigore formale, come nella già citata Acrobazie fra le nubi del 1934, mentre in Ritmi di cascate del 1932, si legge un preludio degli sviluppi geometrici del suo lavoro negli anni Cinquanta e Sessanta. 

Le attività di insegnante e restauratore in Italia

Nel 1935 troviamo Alessandro Bruschetti a Perugia, poi a Città di Castello e poi a Monza dove pratica la sua attività di insegnamento. Nell’ambiente milanese incontra alcuni esponenti della seconda generazione futurista come Cesare Andreoni (1903-1961), Giovanni Acquaviva (1900-1971), Carlo Belloli (1922-2003) e Tullio Crali (1910-2000).

Alessandro Bruschetti quando si era trasferito a Roma aveva frequentato l’Istituto di restauro, quindi contemporaneamente alla sua attività pittorica, aveva sempre portato avanti la sua attività da restauratore, attività che conosce un’intensità maggiore proprio quando è a Monza. Nella sua carriera lavora quindi per le Soprintendenze e i maggiori musei italiani.

Alessandro Bruschetti e la purilumetria 

Negli anni Cinquanta si registra un cambiamento espressivo nell’arte di Alessandro Bruschetti, il suo linguaggio vira su caratteristiche polimateriche e astratto-geometriche. L’artista, infatti, teorizza la purilumetria, un linguaggio in cui le geometrie sono sempre più astratte e la ricerca della luce è la protagonista dei suoi lavori. Una luce purissima, non filtrata da alcuna barriera, quasi surreale e ultraterrena.

Negli anni Sessanta e Settanta realizza opere a tema religioso, come nella chiesa di S. Barnaba a Perugia e al convento La pace di Sassoferrato con la pala Il giudizio universale. In queste opere tarde conserva del futurismo i concetti di dinamismo e sintesi, ma si cerca un’estrema spiritualizzazione della forma.

Nel 1975 viene organizzata a Milano un’importante antologica sulla sua figura al Museo della Scienza e della Tecnica, e anche dopo la sua morte, nel 1981, viene allestita una retrospettiva a Perugia in occasione della pubblicazione di una monografia sulla sua produzione.

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