Alessandro Castelli

Alessandro Castelli. Monte Golgota. Tecnica: Olio su carta
Monte Golgota. Tecnica: Olio su carta

Biografia

Alessandro Castelli (Roma, 1809 – 1902) segue nella sua prima formazione lo zio Simone Pomardi (1757-1830) che lo indirizza alla pratica dell’acquarello. In seguito frequenterà l’Accademia di San Luca.
Nel 1849 combatte a sostegno della Repubblica Romana e racconta le battaglie tramite alcuni movimentati disegni che ora fanno parte della collezione del Comune di Roma.

Castelli frequenta in questo periodo pittori stranieri (inglesi, tedeschi e americani) e con loro fugge spesso da Roma per battere le campagne circostanti e ritrarle dal vero. Anche Nino Costa (1826-1903) ricorda nei suoi diari di aver fatto un’escursione ad Albano Laziale negli anni Cinquanta insieme ad Alessandro Castelli.

Tra il 1860 e il 1870 va via dall’Italia e viaggia tra Inghilterra, Germania e Francia. Espone a diversi Salon parigini negli anni Sessanta e due opere vengono anche acquistate da Napoleone III.
Nel 1864 soggiorna a Londra e poi in Germania e nel 1870 è di nuovo a Roma dopo la Breccia di Porta Pia.

Il 1874 lo vede insegnante di paesaggio all’Accademia di San Luca. Nel 1886 è tra i fondatori della società In Arte Libertas e risulta anche tra i firmatari dello statuto nel 1890. Svolge la sua attività artistica nel suo studio a via Margutta 60 dove dipinge fino a quando non diventa cieco a causa della cataratta, nel 1892. Muore dieci anni dopo, nel 1902 a Roma.

La pittura di paesaggio

Tra incisioni e acquarelli

Castelli Alessandro dopo la prima formazione esordisce quasi subito con una serie di opere che lo fanno affermare come pittore di paesaggio. Si tratta di diciannove incisioni chiamate Studi di paesaggio che rivelano l’attenta mano dell’artista nella realizzazione di disegni di piante, fiori, foglie e piccoli paesaggi.
Al 1835 invece risalgono diversi acquarelli tra cui Vedute d’interni della Villa Paolina, oggi al Museo Napoleonico di Roma.

Le vedute

Tra gli anni Trenta e Quaranta realizza una serie di vedute che vengono esposte in diverse mostre anche a carattere internazionale. Nel 1836 e nel 1839 partecipa all’Esposizione dell’Accademia di Berlino presentando paesaggi tradizionali con rovine classiche.

Nel 1846 all’Esposizione degli Amatori e Cultori di Belle Arti manda diverse opere che mostrano chiaramente la sua vocazione di viaggiatore, Veduta esterna della cattedrale di Cefalù in Sicilia, Veduta di Cefalù in Sicilia e Veduta dell’isola di Capri.
Anche quando espone al Salon di Parigi all’inizio degli anni Sessanta, tra i dipinti presentati risulta una Veduta del lago Trasimeno.

In Arte Libertas

Dopo i suoi viaggi in Europa durati circa dieci anni, Castelli Alessandro nel 1870 torna a Roma. Qui si dedica ad altri dipinti di paesaggio, entrando contemporaneamente in contatto con Alessandro Morani (1859-1941). Stringe con lui un’amicizia duratura e lo introduce ad una pittura di paesaggio attenta al dato reale e realizzata all’aria aperta.

Nel 1886 compare insieme a lui e ad altri artisti come Giuseppe Cellini (1855-1940), Enrico Coleman (1846-1911), Nino Costa, Mario De Maria (1852-1924), Alfredo Ricci (1864-1889), Vincenzo Cabianca (1827-1902) e Onorato Carlandi (1848-1939) tra i fondatori dell’associazione In Arte Libertas.

Questo cenacolo di artisti si proponeva di contrastare da una parte l’arte ufficiale, dall’altra l’imperante gusto leggero portato da Mariano Fortuny (1838-1874). Inoltre si faceva promotore del paesaggio tratto dal vero, con intense notazioni simboliche.

Partecipa alla prima mostra dell’Associazione realizzata nello studio Giorgi in via San Nicola da Tolentino 72. Presenta due grandi tele che hanno per soggetto le campagne attorno Tivoli, secondo quanto racconta Diego Angeli in Cronache del Caffè Greco del 1930.

Alessandro Castelli. Le Opere

Nel 1890, quando l’Associazione Artistica Internazionale, quella degli Amatori e Cultori di Belle Arti e degli Acquarellisti si uniscono, viene allestita l’Esposizione di Belle Arti a Roma e vi partecipa anche Castelli con alcuni Paesaggi e con il suo dipinto più famoso La morte di Plinio.

Conservato oggi ne La Galleria Nazionale di Roma, rappresenta l’episodio storico della morte di Plinio. L’autore della Naturalis Historia nel 79 d.C., per i suoi studi scientifici e naturalistici, volle osservare dal mare l’eruzione del Vesuvio ed in seguito salvare alcune persone intrappolate sulla spiaggia di Castellammare di Stabia, ma in mare fu colto dalla morte, probabilmente dopo aver respirato le dense polveri del Vesuvio.

Ciò che più colpisce del dipinto di Castelli Alessandro è la forza del mare in tempesta che travolge tutto nella sua oscurità. Sembra richiamare i dipinti romantici, terribili e sublimi di William Turner.

Nel 1893, nonostante la sua malattia agli occhi, riesce a presentare all’Esposizione di Belle Arti diversi disegni di natura altamente simbolica e ancora una volta romantica, come Il dio pan, La Nera a Narni, Le Marie al Sepolcro, Annibale che valica le Alpi e Bosco all’approssimarsi del temporale.

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