Alessandro La Volpe

Alessandro La Volpe. Veduta di Capri dalla costa. Tecnica: Olio su Tela
Veduta di Capri dalla costa. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Alessandro La Volpe (Lucera, 1820 – Roma, 1887) si trasferisce ben presto dalla Puglia a Napoli con l’intenzione di approfondire la sua propensione artistica. Qui frequenta l’Istituto di Belle Arti e in particolare il corso di pittura di paesaggio di Gabriele Smargiassi (1798-1882). Contemporaneamente si lega dal punto di vista personale e artistico ai rappresentanti della seconda generazione della Scuola di Posillipo.

Dalle testimonianze di lord Francis Napier, politico e scrittore d’arte dell’epoca, sappiamo che nell’inverno del 1851 intraprende un viaggio prima in Sicilia e in Egitto. Vi rimane per alcuni anni, al seguito del duca di Leuchtemberg.

Qui si specializza nelle vedute dal vero che poi continuerà a sperimentare al suo rientro a Napoli. Sappiamo questo da alcuni ricordi di Domenico Morelli (1826-1901) che scrive delle sue luminosissime e leggiadre vedute di Sorrento.

Rimane a Napoli per un breve periodo perché apre un negozio di moda che fallisce in poco tempo. Si trasferisce quindi a Firenze ed in seguito a Roma per rimanervi fino alla morte, sopraggiunta nel 1887.

La Scuola di Posillipo

Quando Alessandro La Volpe si trasferisce a Napoli, diventa allievo di Gabriele Smargiassi. Il pittore infatti aveva ottenuto la cattedra di pittura nel 1837, alla morte del suo maestro Antoon Sminck van Pitloo (1790-1837).

L’insegnamento di Smargiassi è ricordato soprattutto per la consuetudine di portare i suoi allievi a dipingere dal vero le marine e i paesaggi napoletani. Li faceva concentrare soprattutto su una marcata ricerca naturalistica delle specie animali e vegetali.

Per questo la prima produzione di La Volpe Alessandro si forma sul modello della Scuola di Posillipo di cui entra ben presto a far parte. Dà vita a paesaggi che ritraggono dal vero la cosiddetta Campania felix, tramite una tavolozza luminosa e chiara, con passaggi tonali delicatissimi.

In realtà per molti, tra cui Napier, il contributo dato da La Volpe alla Scuola di Posillipo è minore rispetto a quello degli altri rappresentanti. Il suo iniziale successo infatti si deve soprattutto all’azione di mecenate del duca di Leuchtemberg.

Della prima produzione napoletana si ricordano Templi di Pesto e Grotta di Bonea, presentati alla Biennale borbonica nel 1848. Veduta del bosco di Persano con zattera sul fiume Sele è caratterizzata da un’atmosfera rosea e violacea di matrice smargiassiana e fergolana.
Queste sfumature così legate al maestro sono presenti anche nei Ruderi del teatro greco di Taormina, paesaggio che ci riporta al suo viaggio in Sicilia.

Alessandro La Volpe e La Scuola di Staggia

Prima di arrivare a Roma, andato via da Napoli all’inizio degli anni Cinquanta, Alessandro La Volpe soggiorna a Firenze per un breve periodo. Qui, intorno al 1854, partecipa con passione e coinvolgimento al sodalizio artistico che ha preso il nome di Scuola di Staggia.

Entra quasi subito nel piccolo gruppo di pittori che si riuniva a Staggia, nella campagna senese, per dipingere en plein air. Il primo a scoprire il valore artistico del paesaggio del Chianti era stato Carlo Markò figlio (1822-1891).

Già dal 1953 aveva cominciato a ritrarre dal vero questi meravigliosi luoghi. Soltanto dall’anno successivo poi, i pittori Andrea Markò (1826-1890), Carlo Ademollo (1824-1911), Serafino De Tivoli (1825-1892), Lorenzo Gelati (1824-1895) formano la Scuola di Staggia.

Saverio Altamura (1822-1894), guida del gruppo, li indirizza a modellarsi sulle esperienze della Scuola di Barbizon. Il pittore pugliese poi trasferitosi a Napoli, infatti, aveva appreso le modalità pittoriche e tematiche del cenacolo francese stando a contatto con Filippo Palizzi (1818-1899).

Il fratello di questi, Giuseppe (1812-1888), partito per la Francia nel 1844, aggiornava Filippo su tutte le innovazioni paesaggistiche della Scuola di Barbizon nelle sue dettagliate lettere. La breve presenza di Alessandro La Volpe nel gruppo di pittori toscani è testimoniata dal dipinto Il castello di Staggia.

Gli ultimi anni a Roma

Dopo questo periodo toscano, Alessandro La Volpe si trasferisce a Roma dove apre uno studio in via Margutta. Qui continua a dipingere e vendere tele che ricordano le sue esperienze di viaggio in Sicilia, in Egitto e nella campagna senese e romana.
Molte delle opere di La Volpe sono conservate nella pinacoteca Bindi di Giulianova, insieme a quelle di altri rappresentanti della Scuola di Posillipo.

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