Alfredo Gauro Ambrosi

Alfredo Gauro Ambrosi. Maternità Aeronautica. Tecnica: Olio su tela
Maternità Aeronautica. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Alfredo Gauro Ambrosi (Roma, 1901 – Verona, 1945) si trasferisce da Roma a Verona molto giovane. Portato per il disegno e per la pittura sin da piccolo, inizia a frequentare, da uditore, i corsi dell’Accademia di Belle Arti Cignaroli.

Nel 1923 emigra in Brasile per cercare fortuna come artista: lavora come ritrattista ufficiale per il presidente della repubblica Arthur Bernardes. Rimasto più di due anni a Rio de Janeiro, rientra in Itala nella metà degli anni Venti.

Il Futurismo veronese

Non appena giunto a Verona, Alfredo Gauro Ambrosi aderisce al Futurismo, nella sua seconda e prosperosa fase, quella dell’Aeropittura. Nel 1931, è tra i firmatari della Lettera a F.T. Marinetti e poco dopo è tra i fondatori del Gruppo Futurista veronese, con l’autorizzazione di Marinetti stesso.

È proprio nel corso di questo stesso anno che l’artista ha modo di mostrare il suo carattere impetuoso e affine allo spirito intraprendente del Futurismo. Durante la rappresentazione teatrale futurista Simultanina, nel teatro Ristori di Verona, risponde ai fischi del pubblico, distruggendo, insieme agli altri attori, il palcoscenico.

Nel 1933, invece, sottoscrive il Manifesto futurista per la città musicale, che auspica la diffusione musicale nelle città per infiammare ed influenzare gli animi di chi vi abita. Nel frattempo si fa interprete di un’aeropittura dedicata soprattutto alle immagini in volo che osserva e costruisce nelle sue lunghe sessioni di pittura nel suo studio vicino all’aeroporto di Boscomantico a Verona.

Vedute a volo d’uccello, vertiginose prospettive capovolte, ma anche corpi femminili aerei e sensuali sono i soggetti prediletti di Alfredo Gauro Ambrosi, che nel 1932 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia.

Nello stesso anno firma il Manifesto futurista per la scenografia del teatro lirico all’aperto all’Arena di Verona, di fatto dimostrandosi come uno dei più attivi animatori culturali di questa stagione futurista nella città veneta. È molto impegnato nella narrazione delle imprese militari e di volo, tanto che Marinetti lo inserisce nel filone documentario dell’aeropittura.

Gli anni romani e la guerra

Tra il 1935 e il 1943 Alfredo Gauro Ambrosi si trasferisce a Roma, dove lavora principalmente per il suo committente più importante, Giovanni Caproni di Taliedo. È in questo periodo che si esprime soprattutto nel genere del ritratto, o meglio, dell’aeroritratto.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, viene inviato dal Ministero dell’Aeronautica a documentare le missioni aeree dell’Arma Azzurra, cui egli stesso partecipa attivamente. Ne nascono numerose rappresentazioni aeropittoriche delle imprese militari, che costituiscono anche la sua ultima parte di produzione. Muore infatti alla fine della guerra, nel 1945, a soli quarantaquattro anni.

Alfredo Gauro Ambrosi: l’Aeropittura negli anni Trenta a Verona

L’azione futurista di Alfredo Gauro Ambrosi inizia negli anni Trenta, con l’adesione all’aeropittura. La rappresentazione del volo è il soggetto che maggiormente identifica la produzione dell’artista veronese d’adozione.

L’aereo come metafora della forza militare e politica del Paese e dell’uomo è alla base di gran parte delle sue rappresentazioni dinamiche, fatte di visioni vertiginose e caleidoscopiche. Alla Mostra Futurista di Aeropittura e Scenografia di Milano, tenutasi nel 1931 presso la Galleria Pesaro, Alfredo Gauro Ambrosi presenta quattro aerodipinti: L’Arena dall’alto, Cinquemila metri, Maternità aeronautica e Piazza delle Erbe dall’alto.

Nel 1932 partecipa alla Biennale di Venezia con il dipinto Areofecondità, che unisce concezione futurista di fecondazione femminile al dinamismo del movimento, in una visione che coniuga figura a paesaggio.

Tra le diverse vedute a volo d’uccello, caratterizzate da prospettive febbrili e turbinanti, compaiono, nel corso degli anni Trenta Sintesi del lago di Garda, Aerosintesi dell’Arena di Verona, Entrando in città dal cielo.

Volo su Vienna fa guadagnare al pittore l’apprezzamento di Marinetti che lo inserisce nel filone storico dell’aeropittura. In effetti, documenta anche gli attraversamenti atlantici di Italo Balbo nella veduta aerea Crociera atlantica Balbo e nella Crociera aerea del decennale (volo su Chicago).

Alla Quadriennale di Roma del 1935 espone Mussolini aviatore e verona in volo, a quella del 1939 Aerosintesi simultanea del Duce aviatore, Passatismo e futurismo, L’aeroplano innamorato della nuvola, Paesaggio aereo.

Durante la documentazione della missione militare dell’Arma Azzurra, nella Seconda guerra mondiale, Alfredo Gauro Ambrosi realizza dipinti quali Forze fasciste di terra – mare – cielo, Volo di guerra e I piloti.

All’ultima Quadriennale cui prende parte prima della morte, nel 1943, espone I bombardamenti di Malta, Attaccando la città nemica, Uomini e macchine di guerra, Pronto per l’attacco (Canale di Sicilia) e Guerra aerea.

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