Amos Cassioli

Amos Cassioli. Nudo di Donna. Tecnica: Olio su tela, 19 x 28 cm
Nudo di Donna. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Amos Cassioli (Asciano, 1832 – Firenze, 1891) a dodici anni entra nel Seminario di Arezzo per seguire studi di musica e letteratura. Ma morto il padre nel 1848, è costretto a lasciare il seminario per ritornare dalla famiglia ad Asciano.

Dimostrate sin da piccolo doti artistiche, i frati di Monte Oliveto Maggiore si interessano alla sua formazione. Nel 1850, grazie all’aiuto di alcuni aristocratici del luogo, i frati riescono a mandare Amos Cassioli a Siena, per studiare all’Accademia di Belle Arti. Qui avviene l’incontro con Luigi Mussini (1813-1888), pittore purista e suo insegnante.

Il soggiorno a Roma

Sin da subito, il rendimento di Amos Cassioli in Accademia è eccellente: vince numerosi premi, in particolare nella metà degli anni Cinquanta, quando comincia anche a ricevere commissioni ufficiali. Nel 1854, grazie all’intervento del granduca Leopoldo II, riesce a soggiornare a Roma, insieme al suo maestro Mussini.

Questi, lo mette in contatto con i pittori puristi e nazareni che frequentano l’Accademia di Francia a Villa Medici, dove entra nella Scuola libera del Nudo. Conosce infatti lo scultore Pietro Tenerani (1789-1869), Friedrich Overbeck (1789-1869) e Tommaso Minardi (1787-1871). Ma si interessa anche molto ai pittori stranieri come Gustave Moreau (1826-1898) e Jean-Jacques Henner (1829-1905), da cui riprende il sottile afflato simbolista.

Amos Cassioli, a questo punto, si specializza nei dipinti di storia che rievocano un passato italiano glorioso. Il colore e il disegno, infatti, richiamano quella purezza del Quattrocento toscano che il pittore è in grado di aggiornare ad un cromatismo moderno e ad un naturalismo tutto derivato dalla nascente pittura realista toscana.

Il trasferimento a Firenze

Ottenuto l’alunnato Biringucci, Amos Cassioli riesce a trasferirsi a Firenze definitivamente. Qui inizia la vera e propria ascesa artistica del pittore che dopo l’Esposizione del 1861, riceve subito le lodi di Pietro Selvatico. Per tutti gli anni Sessanta si occupa di dipinti di ispirazione storica o letteraria, esponendoli a Firenze o mandandoli a Siena sotto richiesta del sindaco.

La celebrazione di Siena è tra le sue prerogative principali, infatti molte opere di Amos Cassioli, celebrative della storia della città si trovano nel Palazzo Pubblico. La sua fama giunge ai sovrani italiani, agli aristocratici inglesi e ai collezionisti americani, tanto che un suo dipinto viene anche premiato all’Esposizione di Philadelphia del 1876.

Amos Cassioli è anche in contatto con i mercanti d’arte Goupil a Parigi, Hollender in Belgio e Pisani a Firenze. Continua per tutti gli anni Ottanta con numerosi incarichi per cartoni e grandi dipinti di storia, nei quali il pittore comincia anche ad aderire a stilemi romantici.

Ma il successo nel mercato internazionale è anche dovuto all’adesione a tematiche neo pompeiane, graditissime al gusto del tempo. Negli ultimi anni si occupa della decorazione del Palazzo Pubblico di Siena, insieme a Pietro Aldi (1852-1888) e Cesare Maccari (1840-1919). Muore a Firenze nel 1891.

Amos Cassioli: la pittura di storia tra Purismo e Naturalismo

È negli anni Cinquanta che Amos Cassioli inizia il suo percorso di pittore di storia. Ancora studente, nel 1856 riceve la commissione dell’Immacolata Concezione da collocare nella Collegiata di Casole d’Elsa. Giunto a Roma poco tempo dopo, inizia a lavorare al Dante e Casella che elabora sotto lo sguardo attento ed esperto di Pietro Tenerani che lo giudica severamente.

L’incontro con i puristi e con i nazareni fa addentrare ancora di più Amos Cassioli in un linguaggio pulito e sensibilissimo alla tradizione italiana del Quattrocento, fino al primo Raffaello. Come tutti loro è un grande conoscitore della storia e della letteratura Toscana: realizza scene dantesche, medicee e senesi.

Un accennato simbolismo si ritrova nell’Autoritratto e in quello dell’amico Stanislao Pointeau del 1859, forse influenzato da Henner e Moreau, ma appunto anche dalla chiave naturalista di Pointeau stesso.

Ma è con la Morte di Niccolò Machiavelli che si rivela la reale poetica di Amos Cassioli, grazie al quale riesce ad ottenere il Pensionato a Firenze. Qui, nel 1861 espone Ritratto muliebre che suscita le lodi di Selvatico e porta il pittore ad una definitiva ascesa.

Nel 1863 espone a Firenze Cino da Pistoia e la sua bella e quattro Ritratti, mente nel 1866 Lorenzo de’ Medici che mostra a Galeazzo Sforza le suppellettili artistiche da lui raccolte. L’opera viene apprezzata e premiata, richiesta da un collezionista inglese e poi acquistata dal nobile senese Saracini.

I lavori per Siena e l’incursione nel gusto neo pompeiano

All’inizio degli anni Settanta, il sindaco senese Banchi commissiona ad Amos Cassioli una grande tela con Provenzan Salvani liberamente affissosi nel Campo di Siena, dipinto premiato a Vienna nel 1873 e oggi ancora nel Palazzo Pubblico di Siena.

Nel 1872 espone a Milano i disegni per il fodero della spada di Umberto I con le Battaglie dei Savoia: Emanuele Filiberto a S. Quintino (1557), Il principe Eugenio (battaglia di Torino 1706), Carlo Emanuele II a Guastalla (1734), Carlo Alberto a Pastrengo (1848), Vittorio Emanuele II a S. Martino (1859), Il principe Umberto a Custoza (1866).

Il suo successo gli permette di vendere ad un mercante newyorkese un Leonardo da Vinci e di esporre a Philadelphia Boccaccio che racconta le sue novelle. Ormai, i dipinti di matrice purista vengono arricchiti di un cromatismo naturale da una parte e da sensibilità romantica dall’altra.

Si inoltra poi nel genere neo pompeiano graditissimo al mercato con dipinti come Una scena domestica romana, Gioie familiari, Primi passi, Gioie materne. Infine, nel 1886 termina l’affresco con La battaglia di Palestro e La battaglia di San Martino nella Sala di Vittorio Emanuele II nel Palazzo Pubblico di Siena, insieme al figlio, a Pietro Aldi e a Cesare Maccari.

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