Sommario
Biografia
Andrea Appiani junior (Milano, 1817 – 1865) è il nipote del celebre omonimo pittore neoclassico. Si forma a Roma, all’Accademia di San Luca dal 1833 al 1837. Qui segue i corsi del pittore purista Tommaso Minardi (1787 -1871) e vince la medaglia della seconda classe.
Quando torna a Milano viene influenzato soprattutto dal Romanticismo di Francesco Hayez (1791-1882), con cui stringe una profonda amicizia.
Si concentra soprattutto sul genere storico, cominciando ad ottenere i primi riconoscimenti a Brera negli anni Trenta.
I committenti appartengono alle più importanti famiglie aristocratiche lombarde, che lo incaricano di realizzare una lunga serie di dipinti di storia.
Nel 1859, dal governo della Lombardia Andrea Appiani junior viene nominato membro della Commissione per l’ordinamento dell’esposizione di Belle Arti.
Non partecipa solamente alle mostre braidensi, ma anche alle Promotrici torinesi, soprattutto tra gli anni Quaranta e Cinquanta. All’inizio degli anni Sessanta è anche documentata la sua attività come frescante. Muore a Milano nel 1865
Andrea Appiani junior. La pittura di storia
Memore degli insegnamenti puristi di Minardi e della lezione dell’amico Hayez, Appiani esordisce a Brera nel 1836 con La morte di Corradino sulla piazza del mercato di Napoli.
Con quest’opera vince il concorso accademico di disegno di figura, presentandosi sin dall’inizio come abile pittore di scene storiche. Due anni dopo vince di nuovo il concorso, questa volta di pittura, con II ritrovamento di Mosè bambino.
Gli esordi così eccellenti permettono ad Appiani di essere apprezzato dai committenti più facoltosi e dai collezionisti più esperti.
Ferdinando I di Vienna, per la sua galleria del Belvedere a Vienna, gli commissiona un Ruth e Booz nel 1840. Per la Biblioteca Braidense invece realizza un Ritratto dell’imperatore Ferdinando I, solamente l’anno successivo.
Una lunga serie di prestigiose committenze
Partecipa costantemente alle esposizioni annuali di Brera, presentando quasi sempre dipinti di storia e ritratti che gli vengono richiesti dai più disparati committenti.
Ne sono esempi Labano e Rebecca, realizzato per il conte Ambrogio Uboldo, Leonardo che ritrae Monna Lisa e La fuga di Bianca Cappello, commissionato dal conte Brozzoni.
Nel 1852 invece il conte Giulio Litta Visconti Arese lo incarica di eseguire un dipinto di storia letteraria, Petrarca che induce Simon Memmi a ritrattare furtivamente madonna Laura.
Per il marchese Antonio Rusca dipinge una Ruth e per il conte Negroni Prato La giovane italiana emigrata che stringe al cuore i colori nazionali, dipinto di attualità con cui partecipa all’Esposizione Universale di Parigi del 1850.
Partecipa alla mostra del Valentino del 1844 e a diverse Promotrici di Torino. Ad esempio, a quella del 1857 espone Ginevra scorge la navicella con Ettore Fieramosca e a quella del 1859 Piccolo mendicante.
Affreschi e ritratti
Sono documentate anche alcune incursioni di Appiani nella tecnica dell’affresco: nel 1863 realizza, insieme a Giovanni Consonni, quattro medaglioni nella chiesa parrocchiale di Bolbeno, vicino Trento.
I soggetti sono: L’immacolata concezione di Maria, L’Ascensione di Cristo, Il trionfo della Fede, l’Apparizione di Cristo nel Cenacolo.
Si dedica anche alla composizione di diversi ritratti di benefattori, come quello di Luigi Abbondio Ferrario per la Quadreria dell’Ospedale Maggiore di Milano e quello del Conte Luigi Porro Lambertenghi.
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