Sommario
Biografia
Angelo Zanelli (San Felice del Benaco, 1879 – Roma, 1942), nato in un piccolo paese sulla sponda ovest del Lago di Garda, vicino Brescia, frequenta da giovane la Scuola d’Arte Turrini di Salò, dove si trasferisce intorno agli undici anni.
In seguito, nel 1894, si sposta a Brescia, dove inizia a lavorare come apprendista nella piccola bottega di un ebanista. Poco dopo, passa nello studio di Pietro Faitini (1833-1902), scultore che aveva passato diversi anni a Londra e rappresentante di una corrente simbolista neo-gotica e neo-rinascimentale, in accordo con le istanze preraffaellite inglesi.
Nel 1898, Angelo Zanelli ottiene una borsa di studio che gli permette di trasferirsi a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove segue le lezioni di Augusto Rivalta (1837-1925). Vinto un concorso accademico per il Pensionato artistico, si trasferisce a Roma nel 1903.
La Capitale
Nel contesto culturale della Capitale di inizio secolo, il giovane artista si avvicina al gusto simbolista e liberty, anche grazie al profondo legame che instaura con Felice Carena (1879-1966), che si trova a Roma a partire dal 1906.
La Capitale consegna ad Angelo Zanelli i primi successi, non solo grazie ai saggi di pensionato, con cui ottiene ampia approvazione dalla critica, ma anche con la realizzazione dei primi monumenti pubblici, che risalgono al 1905-6.
Nel 1908, partecipa al concorso per la decorazione del fregio dell’Altare della Patria. Con confronto durato fino al 1911 con Arturo Dazzi (1881-1966), viene dichiarato infine vincitore del concorso da una Commissione molto convinta del progetto dello scultore bresciano.
La realizzazione del fregio impegnerà Angelo Zanelli per molti anni, fino al 1925, raggiungendo un risultato di grande impatto stilistico, che unisce la rielaborazione del gusto classico, attraverso un movimento espressivo e un’accezione allegorica che rispondono pienamente all’intento celebrativo del monumento.
Nel frattempo, nel 1924 partecipa alla Biennale di Venezia, dove ritorna anche nel 1928, mentre nel 1931 espone alla I Quadriennale di Roma. Dopo l’impegno per l’Altare della Patria, riceve incarichi anche dall’estero, eseguendo monumenti per Cuba e per l’Uruguay.
Insegna scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma e nel 1939 ottiene la prestigiosa nomina ad Accademico d’Italia. Muore a Roma nel 1942, a sessantatré anni.
Angelo Zanelli: la scultura celebrativa tra gusto classico e visione allegorica
Dopo la prima formazione tra Salò, Brescia e Firenze, Angelo Zanelli giunge a Roma per il pensionato artistico, cambiamento che gli consentirà di raggiungere un grande successo di critica e di pubblico grazie alla sua scultura celebrativa tra gusto classico e visione allegorica.
Tra le prime opere pensate ed eseguite a Roma vi sono il Monumento a Giuseppe Zanardelli, inaugurato nel 1906 su Lungolago di Salò. Allo stesso anno risale una delle opere più significative dello scultore, il busto del famoso liutaio del Cinquecento Gasparo da Salò, commissionato dal municipio cittadino.
In queste prime opere si legge la volontà di trattare la materia come se fosse estremamente sensibile alla luce e allo spazio esterno, in una rielaborazione personale della scultura impressionista di Medardo Rosso (1858-1928).
Nel 1908 arriva il concorso per il fregio dell’Altare della Patria, cui Angelo Zanelli inizia a lavorare nel 1911. La decorazione dello scultore si inserisce alla perfezione nel progetto architettonico di Giuseppe Sacconi (1854-1905).
La Dea Roma
Sulla tomba del Milite Ignoto, ha pensato un fregio monumentale in cui due grandi cortei umani convergono verso la figura centrale dell’algida e ieratica Dea Roma. A sinistra è rappresentato il Trionfo del Lavoro e a destra l’Amor patrio.
Questi bassorilievi sono animati da una rielaborazione del classicismo, attraverso la celebrazione fisica delle figure, che appaiono possenti e fiere. Nella rappresentazione allegorica del Lavoro, spiccano L’industria e L’agricoltura nelle sue varie declinazioni dell’Allevamento, Mietitura, Vendemmia e Irrigazione.
L’Amor patrio, invece, viene rappresentato dalle figure allegoriche sulla biga dell’Amore di Patria e dell’Eroe, appoggiato alla spada dei Titani, mentre le tre figure femminili offrono a Roma corone, labari ed insegne, a conferma della centralità della dea Roma nell’Italia unita e a partire dall’antico impero.
Alla Biennale del 1928, Angelo Zanelli presenta un Ritratto di donna, mentre alla Quadriennale del 1931 La testa del Cavallo di Artigas in gesso, modello per il Mausoleo del generale José Gervasio Artigas, realizzato per Montevideo in Uruguay. Mentre per il Campidoglio dell’Avana ha eseguito i maestosi rilievi che celebrano la Repubblica.
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