Antonio Marasco

Antonio Marasco. Arrotino (Dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Arrotino (Dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Quotazioni Antonio Marasco

I dipinti ad olio degli anni trenta sono stimati tra gli 8.000 e i 15.000 euro di media, se di soggetto futurista. I quadri successivi sono stimati tra i 2.000  e i 4.000 euro se non legati alle correnti di avanguardia. I disegni e i pastelli hanno valutazioni tra i 500 e i 1.500 euro. Il record di prezzo per un pastello futurista del 1917 è di 5.580 euro (novembre 1989). Il mercato è inquinato dalla presenza di falsificazioni anche antiche.

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Biografia

Antonio Marasco (Nicastro, 1896 – Firenze, 1975) trascorre l’infanzia in Calabria, ma nel 1906 si trasferisce con la famiglia a Firenze. Qui, frequenta l’istituto tecnico e si appassiona al disegno e alla grafica, tanto che nel 1910 lo abbandona per passare al Liceo Artistico. Dopo il diploma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti.

L’ambiente futurista a Firenze

Nell’ambiente culturale fiorentino, si avvicina al Futurismo attorno al 1913, grazie alla frequentazione del gruppo che gravita attorno alla rivista “Lacerba”. Conosce dunque Ardengo Soffici (1879-1964) e Giovanni Papini (1881-1956) e nel 1914 avviene il suo primo incontro con Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) con cui compie un viaggio in Russia.

Questa esperienza permette ad Antonio Marasco di entrare in contatto con l’Avanguardia russa, da cui prende in prestito alcuni elementi dinamici e costruttivisti, che riesce a coniugare con gli stilemi futuristi.

Nel 1914, esordisce alla I Mostra Internazionale Futurista alla Galleria Sprovieri di Roma e, sempre nello stesso anno conosce Umberto Boccioni (1882-1916) a Firenze, segnando per sempre il suo approccio al Futurismo. Insieme a lui, partecipa ad una mostra Futurista in California e poi a New York.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Antonio Marasco si arruola come volontario nel Genio Zappatori. Inviato sul Monte Grappa, nel 1918 subisce un grave incidente in cui inala una gran quantità di gas, per cui ritorna immediatamente a Firenze.

Il dopoguerra

Dopo la Prima guerra mondiale, l’artista tiene alcune personali a Firenze e partecipa a diverse mostre futuriste. Arrivato il momento di dare l’esame di diploma in Accademia, viene bocciato e radiato da tutte le accademie dopo aver preso a sciabolate alcuni dipinti in una mostra di Galileo Chini (1873-1956).

Negli anni Venti, Antonio Marasco frequenta assiduamente la Svizzera, dove fonda il gruppo futurista Der Schrittweiter. Mentre in Germania, insieme a Enrico Prampolini (1894-1956), collabora alle attività del November Gruppe, coniugando il futurismo all’astrattismo degli artisti Vasilij Kandinskij (1866-1944) e Paul Klee (1879-1940).

Così, nel 1921 espone per la prima volta alla Galleria Vasari di Berlino, tenendo una personale di grande successo. Il suo è un futurismo che tiene sicuramente conto dell’eredità lasciata da Boccioni, ma è fortemente intriso di elementi delle avanguardie europee legate al Bauhaus e all’Astrattismo.

Il Blocco futurista indipendente

Le sue tele, lineari e funzionali, mettono in atto una commistione tra colore e simboli, in composizioni razionali ed ordinate. Contemporaneamente si interessa alla Fotoplastica dei fratelli Bragaglia, e comincia a realizzare alcune scenografie, o meglio, “Scenoplastiche” per la Compagnia Stabile Sarda e nell’ambito del Teatro di Sorpresa.

Nel frattempo, porta avanti la sua attività espositiva, tra le personali presso la Galleria Pesaro di Milano e le collettive futuriste. Prende parte poi ad alcune edizioni della Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma del 1931.

Negli anni Trenta la pittura di Antonio Marasco procede sempre di più in senso astrattista, declinando in una definizione molto personale l’Aeropittura. Nel 1932 forma il Blocco Futurista Indipendente con il Manifesto del Futurismo Indipendente, strettamente legato all’ambiente artistico fiorentino.

Durante gli anni del Fascismo, appoggia sinceramente ogni iniziativa del Regime e di Mussolini, per cui, dopo il ’43, viene arrestato. Per qualche tempo, dopo la guerra, subisce una sorta di isolamento artistico proprio dovuto al suo orientamento politico.

Ciononostante, continua a partecipare alle mostre futuriste in tutto il mondo, fino agli anni Sessanta, tenendo anche una personale a Yale nel 1950. Colpito da cecità, negli ultimi anni smette di dipingere e muore a Firenze nel 1975, a settantanove anni.

Antonio Marasco: il Futurismo e l’Astrattismo

Il primo approccio al Futurismo viene vissuto da Antonio Marasco nel fermento culturale della Firenze degli anni Dieci. A contatto con gli artisti e gli scrittori di “Lacerba”, inizia a farsi interprete di un Futurismo ancora legato alle istanze di dinamismo e movimento portate avanti da Boccioni.

Ma in seguito, dopo il suo viaggio in Russia, il giovane artista appena diciottenne, entra in contatto con le avanguardie astrattiste. Dal dopoguerra in poi, il suo linguaggio risulterà come una perfetta congiunzione tra elementi plastici del Futurismo meccanico e linee pulite e razionali dell’Astrattismo, tramite l’uso di un cromatismo chiaro e anche influenzato dalle novità razionalistiche del Bauhaus.

Nel 1927 è presente alla Mostra dei Trentaquattro Pittori Futuristi a Milano con il Ritratto di Marinetti, mentre l’anno successivo partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera aeropittorica Aeroeplani. Il peso delle Dolomiti e Equivalenti geometrici sono le due tele che compaiono alla Mostra Futurista di Milano del 1929.

In queste opere si trova una felice commistione tra elementi enigmatici alla Prampolini e suggestioni astrattiste decisamente geometriche e razionali, come dimostrano le intersezioni ordinate e ritmiche di forme e colori.

Risale al 1930 la prima personale di Antonio Marasco presso la Mostra Regionale d’Arte Toscana, in cui espone ventitré opere tra cui Fantasia aerea, Esplorazione nella libera intuizione, Logaritmo al grattacielo, Estro mancino – conoscenza sovralogica, Incantesimi di Callicrate, Lirismo trameccanico e Vele vento.

Alto concettualismo

Dai titoli di queste opere si percepisce l’alto concettualismo che il pittore desidera inserire nel concepimento della composizione, con l’utilizzo di simboli, numeri, linee, astrazioni e stilizzazioni della realtà.

Il suo è un indirizzo personale, autonomo e libero, come dimostrerà con la creazione del Futurismo Indipendente a Firenze. Nel 1930 presenta otto opere alla Biennale di Venezia: Paesaggio Sile Grande, Fascismo, Rivelazioni costruttive, Oggetti, Logaritmo al grattacielo, Commento al Classicismo, Lirismo d’officine e Arrotino.

Presso la Mostra Futurista di Aeropittura e Scenografia della Galleria Pesaro del 1931 espone Aeroplani e Aeropittura, mentre alla Quadriennale di Roma dello stesso anno presenta, tra le altre opere, Introspezione polidimensionale.

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