Sommario
Biografia
Pietro Ayres (Savigliano, 1794 – Torino, 1878) ancora molto giovane comincia il suo percorso da ritrattista. Le sue opere sono molto richiese a Savigliano e Fossano, come leggiamo dallo storico piemontese Casimiro Turletti.
Quest’ultimo ci informa inoltre del viaggio in Russia insieme all’Armata napoleonica nel 1812. In Russia frequenta la corte di Alessandro I (1777-1825) perché viene incaricato di realizzare alcuni ritratti.
Dallo zar Alessandro I al conte Stanislao Kostka Potocki
Grazie all’esperienza professionale dallo zar, anche se ancora molto giovane, la sua fama cresce. Per tale motivo viene chiamato in Polonia dal conte Stanislao Kostka Potocki (1755-1821) per la decorazione del Palazzo di Wilanow a Varsavia.
Esegue una serie di affreschi e dipinti a olio a tema mitologico come Il ritorno di Sileno.
Tornato a Torino negli anni Venti, Ayres Pietro si forma all’Accademia di Belle Arti e ottenuti diversi successi, si trasferisce a Roma nel 1830.
Partecipa, sotto la direzione di Pelagio Pelagi (1775- 1860), alla riqualificazione e decorazione dei possedimenti dei Savoia, tra cui il Palazzo Reale a Torino. Nel 1842 diventa professore all’Accademia Albertina. Negli ultimi anni abbandona l’attività artistica e muore a Torino nel 1878.
La formazione accademica
Al suo rientro in Italia nel 1822, risulta iscritto all’Accademia di Belle Arti di Torino dove segue i corsi di Giovanni Battista Biscarra (Nizza, 1790-Torino, 1851), pittore rappresentante del Neoclassicismo piemontese. Il maestro inserisce Ayres nella lista dei suoi migliori allievi, riferendosi precisamente alla sua attività di ritrattista.
Con il ritratto corale La famiglia Ferrero della Marmora esposto nel 1829, raggiunge grande fama e ottiene diverse lodi in ambiente torinese.
Dopo la realizzazione del Martirio di Sant’Andrea per l’Abbazia di Altacomba nel 1830, riesce a procurarsi il pensionato regio per un viaggio di studio a Roma, dove giunge nello stesso anno.
Influenze artistiche nella Reale Galleria
Nulla di certo si sa a proposito del soggiorno romano di Ayres Pietro, ma tramite l’analisi degli aggiornamenti stilistici dei dipinti degli anni Trenta, si potrebbe ipotizzare la frequentazione dell’Accademia di Francia e la vicinanza agli stilemi del romanticismo moderato di Horace Vernet (1789-1863).
Tra le influenze artistiche di Ayres va sicuramente ricordato il suo studio delle opere presenti nella Reale Galleria torinese, sede aperta nel 1833 su desiderio di Carlo Alberto in Palazzo Madama.
La Galleria conservava i grandi capolavori del passato italiano ed europeo che sicuramente sono entrati a far parte del bagaglio artistico di Ayres.
Pietro Ayres. Le Opere
Nel 1833 partecipa alla decorazione del castello di Pollenzo e da questo momento in poi è presente all’interno del gruppo di pittori che riqualificano i possedimenti immobili dei Savoia, sotto la direzione di Pelagio Pelagi (Bologna, 1775-Torino, 1860).
Committenze reali
Quest’ultimo si occupa anche dei programmi decorativi e di riqualificazione pittorica del Palazzo Reale, in cui viene coinvolto Ayres che esegue gli affreschi a soggetto mitologico sulla volta del Medagliere, i ritratti a figura intera di Umberto Primo e Amedeo VI per la Galleria del Daniele.
Nell’appartamento nuziale di Vittorio Emanuele e Maria Adelaide d’Austria realizza una decorazione di nuovo a tema mitologico. Riscuote molto successo come ritrattista presso l’aristocrazia piemontese.
È famoso anche per le opere sacre eseguite sotto il regno di Carlo Alberto: per il marchese di Barolo realizza L’Angelo custode del 1837 e Sinite parvulos venire ad me. Per il Teatro di Savigliano, suo luogo di nascita, nel 1835 decora il sipario con il Parnaso.
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