Carla Badiali

Carla Badiali. Composizione n. 33. Tecnica: Olio su tela
Composizione n. 33. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Carla Badiali (Novedrate, 1907 – Como, 1992) compie la sua prima formazione in Francia, a Saint-Etienne, dove si è trasferita la famiglia quando lei è ancora molto piccola. È a Saint-Etienne che avviene il suo primo approccio con l’arte: studia sia musica che pittura, per poi continuare soltanto con la seconda al suo rientro in Italia.

Ritornata a Como, Carla Badiali entra nel corso di disegno artistico dell’Istituto Nazionale di Setificio. Le prime prove della pittrice, che si attestano intorno alla fine degli anni Venti, si inseriscono naturalmente all’interno del gusto di Novecento, con le sue figure solide e le ambientazioni statiche.

L’Astrattismo di ambito comasco

Ma intorno al 1933, si avvicina all’Astrattismo della nascente tradizione comasca e, allo stesso tempo non rinuncia al suo trasporto verso l’arte applicata. In particolare si specializza nel campo del disegno tessile, diventando un vero e proprio punto di riferimento all’interno della ditta Castelli e Bari.

In ogni caso, per quanto riguarda la pittura, è sicuramente legata al linguaggio di Mario Radice (1898-1987) e di Manlio Rho (1901-1957), cui è particolarmente legata poiché lavora nel suo studio nel corso degli anni Trenta, assimilando la sua precisione e la sua dedizione completa all’Astrattismo geometrico.

L’adesione a Valori Primordiali

Carla Badiali risulta una delle animatrici principali della cultura comasca del tempo: nel 1838, proprio insieme a Mario Radice e Manlio Rho, inizia a scrivere nella rivista “Valori Primordiali”, per poi entrare a far parte dell’omonimo Gruppo artistico.

Nel 1940 firma il Manifesto del Gruppo Primordiali Futuristi Sant’Elia e l’anno successivo espone alla Mostra del Sindacato di Belle Arti di Lombardia al Palazzo dell’Arte di Milano, proprio insieme agli altri rappresentanti del Futurismo di seconda generazione.

Il suo approdo alla Biennale di Venezia avviene invece nel 1942, mentre l’anno successivo espone per la prima volta alla Quadriennale di Roma. Tornerà di nuovo ad esporre alla Biennale solamente nel dopoguerra, precisamente nel 1966, invitata alla mostra “Aspetti del primo astrattismo italiano: Milano-Como 1930-1940”.

Dopo l’interruzione dovuta alla Seconda guerra mondiale, l’attività pittorica di Carla Badiali riprende incessantemente negli anni Cinquanta e Sessanta, particolarmente ricchi di esposizioni, tra cui la fondamentale mostra “Arte astratta italiana: i primi astrattisti italiani 1913-1940”, organizzata alla galleria Bompiani di Milano.

Seguono poi altre importanti rassegne come “Aspetti del primo Astrattismo italiano 1930-40”, tenutasi alla Galleria Civica di Monda nel 1969, “Astrattisti di Como negli anni Trenta” alla Galleria del Cavallino di Venezia nel 1973, “Avantgarde, Art Como 1910-40” a New York nel 1978 e “Gli Annitrenta. Arte e cultura in Italia” al Palazzo Reale di Milano nel 1982.

Le ultime mostre personali si protraggono fino all’inizio degli anni Novanta a Como, dove Carla Badiali muore nel 1992, a ottantacinque anni.

Carla Badiali: l’Astrattismo geometrico nella tradizione comasca

Dopo le prime esperienze figurative legate alla tradizione novecentista, Carla Badiali, molto attiva a Como, si avvicina al gruppo degli astrattisti. Sin da subito, il suo approccio, però, risulta estremamente personale forse perché strettamente connesso anche con l’ambito delle arti applicate e della creazione tessile.

Il fondamentale rigore che caratterizza le sue composizioni geometriche, spesso numerate in ordine crescente, viene a tratti smorzato dalla presenza di linee curve che armonicamente interrompono il ritmo serrato delle linee verticali e orizzontali e delle intersezioni auree di forme rettangolari, quadrangolari e triangolari.

Due Composizioni compaiono alla Sindacale di Milano del 1941, seguite poi da altre due Composizioni esposte alla Quadriennale di Roma del 1943. Quello che colpisce maggiormente delle opere di Carla Badiali, rispetto a quelle dei suoi colleghi comaschi è sicuramente il maggiore spettro cromatico utilizzato, come dimostrano soprattutto le opere degli anni Trenta e Quaranta.

All’interno di Valori Primordiali, poi, opera quella fusione misterica ed esoterica tra forma geometrica e manifestazione dell’infinito e dell’Uno come entità spirituale strettamente legata all’espressione artistica. Ed in questo si rivela anche un profondo legame della pittrice con le teorie del neoplasticismo olandese, soprattutto nelle opere più rigorosamente caratterizzate dall’incrocio di linee e dall’intersezione poetica di colori e forme.

Alla Biennale del 1966, l’ultima cui partecipa, Carla Badiali espone ben sette composizioni, tutte risalenti agli anni Trenta, tra cui Composizione n.35, Composizione n. 150, e Composizione n.3, che chiariscono a pieno il suo ruolo all’interno del primo astrattismo italiano ed in particolare comasco.

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