Giuseppe Baldrighi

Giuseppe Baldrighi. Ritratto di Giovane Donna (dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Ritratto di Giovane Donna (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giuseppe Baldrighi (Stradella, 1722 – Parma, 1803), nato in provincia di Pavia, si trasferisce ben presto con la famiglia prima a Napoli e poi a Firenze. Qui, inizia a studiare pittura nello studio dell’artista Vincenzo Meucci (1694-1766).

Intorno alla fine degli anni Quaranta, si trasferisce a Parma e, nel frattempo, diventa socio onorario dell’Accademia Clementina di Bologna. Notevolmente apprezzato nel campo della pittura e del ritratto in miniatura, viene accolto tra le preferenze del Duca di Parma Filippo di Borbone e del ministro francese Guglielmo du Tillot.

L’esperienza formativa a Parigi

Questi ultimi, intenzionati ad introdurre in Italia le ultime novità della pittura decorativa e ritrattistica francese, nel 1752, inviano il promettente Giuseppe Baldrighi a Parigi, con una pensione fornita dal banchiere parigino Claude Bonnet, che si occupa dei rapporti con la corte parmense.

A Parigi, entra nello studio di François Boucher (1703-1770), dove, subito stimato dal maestro, apprende una pittura elegante e sfarzosa, in cui i ritratti e le scene mitologiche sono arricchiti dagli accenti luminosi delle vesti, dall’estro decorativo dei particolari e da una visione sontuosa e rococò.

Allo stesso tempo, il pittore pavese si avvicina alla pittura di Jean-Baptiste Oudry (1686-1755), cogliendone il tratto raffinato, l’attenzione al dettaglio e quel senso di naturalismo scientifico che si ritrova soprattutto nella realizzazione delle nature morte e degli animali anche in Georges de La Tour (1593-1652).

Primo pittore di Corte a Parma

Rientrato a Parma nel 1756, Giuseppe Baldrighi viene nominato primo pittore di corte e direttore dell’Accademia cittadina. Gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta rappresentano il periodo più fiorente della sua attività pittorica, chiamato a ritrarre i più importanti esponenti dell’aristocrazia del tempo, attraverso un cromatismo brillante e uno stile ricco e affascinante.

Nelle scene mitologiche, il pittore adotta uno stile prettamente classicheggiante, caratterizzato da un cromatismo tutt’altro che sontuoso, al contrario dei ritratti, ma freddo e profondamente accademico.

Piano piano, i contatti con il mondo accademico, con le nuove filosofie naturalistiche e con i nuovi accenti di realismo empirico, Giuseppe Baldrighi abbandona le velleità di stampo rococò per evolvere in una pittura asciutta e severa, come si nota anche dagli ultimi ritratti. Muore a Parma nel 1803, ad ottantaquattro anni.

Giuseppe Baldrighi: il Settecento alla corte di Parma, dal Rococò al classicismo

Il primo dipinto conosciuto di Giuseppe Baldrighi si può datare al 1752: si tratta del Ritratto di Madame Bonnet eseguito a Parigi per il banchiere Bonnet che sta finanziando la sua formazione francese. Apprendista nel grande atelier di Boucher, impara a trattare i soggetti più disparati, dal ritratto alla scena mitologica a quella pastorale.

Nel 1753, per Versailles, realizza il Ritratto dell’infanta Luisa Elisabetta, ottenendo l’apprezzamento della corte. Lasciato lo studio di Boucher, Giuseppe Baldrighi mostra interessanti riferimenti ad artisti come Maurice-Quentin de la Tour (1704-1788) e Jean-Etienne Liotard (1702-1789) di cui sembra preservare il tratto nitido e delicato e la sottile resa psicologica dei personaggi rappresentati.

Pittore di Corte

Nel 1756 invia all’Académie Royale la Carità romana, sulla scia delle sontuose opere di Boucher, che gli permette di divenire membro dell’istituzione parigina. Questo successo gli garantisce la nomina a pittore di Corte a Parma, dove realizza immediatamente l’Autoritratto con il Callani e il Ferrari, dipinto leggero e fresco che segna l’inizio del fiorente periodo italiano.

Nel biennio successivo esegue una delle sue opere più significative, il Ritratto di don Filippo di Borbone con la famiglia. Di poco posteriore è l’intimo e delicato Ritratto del pittore con la moglie, che ricorda le espressioni di De La Tour.

Tra i ritratti più significativi di Giuseppe Baldrighi vi sono quello di Maria Luisa di Parma, quello di Ferdinando I, Isabella di Parma, Il Duca Filippo e Vecchia signora con cagnolino.

Decisamente più classiciste sono le opere degli anni Sessanta, come l’accademico e levigato Ercole e Prometeo, conservato alla Pinacoteca di Parma. Risultano in egual modo più freddi e di fattura classicheggiante, lontani ormai dal guizzo elegante e rococò, alcuni ritratti tardi, come Don Ferdinando dell’ospedale di Parma.

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