Sommario
Quotazioni Bartolomeo Pinelli
Le opere orientaliste della prima produzione (fino al 1865) di Alberto Pasini hanno stime tra i 2.000 e i 10.000 euro se di piccole dimensioni. Superano queste cifre e raggiungono anche i 50.000 o i 100.000 le opere di notevoli dimensioni eseguite tra il 1867 e il 1875, soprattutto se di alta qualità tecnica e se ricche di figure. Le tele orientaliste tarde scendono di prezzo fino ai 4.000/5.000 euro, così come i disegni.
Queste valutazioni sono indicative. La produzione di Alberto Pasini è molto vasta e le quotazioni citate possono essere soggette a variazioni quali il periodo, la dimensione, la qualità, ecc… Contattate i nostri esperti per ricevere gratuitamente una stima attuale.
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Biografia
Bartolomeo Pinelli (Roma, 1771 – 1835) è figlio di un modesto modellatore di sculture sacre. Nonostante suo padre non abbia raggiunto nessun livello di fama lavorando per piccoli committenti di Trastevere, dove vive e tiene la sua bottega, introduce il figlio allo studio del disegno.
Dopo aver intrapreso i primi studi presso l’Accademia Clementina di Bologna, frequentata dal 1792 al 1798, Bartolomeo Pinelli rientra a Roma. Grazie alla protezione del duca Lambertini, inizia a frequentare l’Accademia di San Luca, dove si specializza nell’incisione all’acquaforte.
Terracotta e ceramica
Contemporaneamente, però, l’artista sceglie anche la strada della scultura, prediligendo soprattutto la terracotta e la ceramica, materiali con cui realizza i suoi modelli più importanti.
Dal 1799, collabora anche con il paesaggista svizzero Franz Kaisermann (1765-1833), eseguendo le piccole figure che popolano le sue vedute. Questo lavoro, per Bartolomeo Pinelli, risulta necessario per mantenersi a Roma e per aprire uno studio in via Sistina.
Per lo stesso motivo, inizia la vendita di piccole incisioni con vedute della città, comprate da mercanti e turisti nel corso del loro Grand Tour.
Tra l’incisione e la scultura
Famoso soprattutto per la sua produzione grafica, ricalca, in qualche modo, la vita e la carriera dello scultore inglese John Flaxman (1755-1826). Abile disegnatore e incisore come lui, pratica però con successo anche la scultura.
In effetti, la sua produzione grafica è soprattutto conosciuta per i curiosi e suggestivi scorci romani, spesso profondamente connessi con un’interpretazione di gusto popolare e di genere.
Ma anche come scultore svolge un’attività altrettanto importante, seppur meno nota. Ci sono pervenute numerose sculture in terracotta, di piccole dimensioni, tutte firmate e datate, ed eseguite sin dai suoi primissimi esordi.
Rappresentazioni mitologiche
Nell’uso della terracotta, della creta e della ceramica, l’artista si distingue per un modellato pittoresco, teso a ritrarre, come nelle sue incisioni, scene di genere ispirate ai costumi della campagna romana, ma anche storie di briganti e, non da ultime, rappresentazioni mitologiche di ispirazione classica.
Ma ciò che contraddistingue di più Bartolomeo Pinelli, anche da quello che sappiamo leggendo il famoso sonetto del Belli che lo chiama Er zor Meo, è la sua personalità vivace e scherzosa. Girava sempre con due cani mastini, pronto a farsi burla degli abitanti del quartiere, conosciuto per la sua proverbiale avversione alla chiesa.
Nel frattempo, continua a mantenersi come incisore, illustrando l’Eneide e la Divina Commedia e pubblicando, nel 1809, la serie dei Costumi pittoreschi incisi all’acquaforte. Negli anni Venti, invece, si dedica alle incisioni di Meo Patacca.
Dividendosi, fino agli ultimi giorni, tra acquaforte e scultura, muore molto giovane a Roma nel 1835, all’età di cinquantaquattro anni, come dice il Belli, pe ccausa d’un bucale, ovvero per il troppo vino.
Bartolomeo Pinelli: scultore a Roma
Da trasteverino di nascita, Bartolomeo Pinelli ha sempre documentato la vita quotidiana del rione, attraverso incisioni pittoresche e dal tono espressivo popolare. Ma è anche nelle sue sculture che ha inserito un grandissimo spirito di osservazione dei tipi della sua città e del suo quartiere in particolare e dei valori profondi della Roma classica.
Sin da piccolo, nella bottega del padre, dimostra di essere un abile scultore di creta e terracotta. Secondo gli studi di Oreste Raggi, l’artista progetta l’esecuzione di un centinaio di sculture.
Ma in realtà riesce a realizzarne solamente trenta. Si tratta di modelli in terracotta che rappresentano costumi romani, scene contemporanee, episodi di guerra e anche storie tratte dalla mitologia e dalla memoria classica.
Modellato vibrante e fermo
Come le incisioni ritraggono la vita romana, gli usi e i costumi, figure di popolani, così avviene anche nelle sue sculture dal modellato vibrante e fermo allo stesso tempo. I media preferiti sono la terracotta, la creta, e la ceramica con cui realizza soprattutto opere dedicate alla vita dei briganti.
Affascinato da queste figure tanto celebrate dalla poesia e dalla letteratura contemporanea, Bartolomeo Pinelli si affianca ad un gruppo di briganti, seguendoli nei boschi, per ritrarne le loro giornate e le loro avventure.
Ne sono esempio i gruppi in terracotta Un brigante che assale due donne, Rissa tra briganti, L’addio del brigante e Famiglia del brigante malato.
Ma altrettanto importanti sono le pittoresche rappresentazioni dei costumi romani, oggi appartenenti alla collezione del Museo di Palazzo Venezia. Si ricordano, tra le altre opere, Costumi della campagna romana, Gioco della morra, Pastore e contadina della campagna romana, Popolana con orcio.
Di matrice classica sono invece il gruppo con Achille che trascina il corpo di Ettore e la copia della testa dell’Eracle Farnese. Entrambe, come anche i gruppi di gusto più popolare, presentano un approccio drammatico che pone l’accento sull’espressione emotiva delle figure, investite da un pathos che emerge con vigore.