Evarisco Baschenis

Evaristo Baschenis. Natura morta con strumenti musicali. Tecnica: Olio su tela
Natura morta con strumenti musicali. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Evaristo Baschenis (Bergamo, 1617 – 1677) appartenente ad una famiglia di artigiani e pittori bergamaschi, diventa sacerdote molto giovane, per poi coniugare la vita ecclesiastica all’attività pittorica. Inizialmente è infatti noto con il nome di “prete Evaristo”, diventato poi per crasi “Prevaristo”.

Un pittore sacerdote: la natura morta bergamasca

Dalle poche fonti non si riesce a ricostruire alla perfezione il periodo della formazione. È un pittore libero da impedimenti derivanti da condizioni economiche particolari: essendo un sacerdote, può esercitare l’attività pittorica in completa tranquillità, con la possibilità di spostarsi frequentemente dalla sua città per incontrare i committenti.

È conosciuto esclusivamente per le nature morte e per i ritratti, ma secondo alcune testimonianze, ai suoi esordi, si era dedicato a dipinti di battaglia.

Passa poi definitivamente ai cosiddetti “soggetti da ferma”, come venivano indicate le nature morte nel Seicento. Attirando prevalentemente l’attenzione dei ricchi committenti di area lombarda e soprattutto bergamasca, Evaristo Baschenis ottiene un notevole successo che, negli anni, lo porta anche a lavorare per clienti milanesi e romani, fino ad arrivare alla committenza europea.

La cifra identificativa di Evaristo Baschenis: la natura morta con strumenti musicali

All’inizio si occupa di rappresentazioni di fiori, frutta, pane, pesci, selvaggina, seguendo il filone della natura morta più tradizionale, il cui maggiore esempio risiede nello splendido Ragazzo con canestra di pane e dolciumi. In un secondo momento, si dedica alla raffigurazione di strumenti musicali, spartiti, leggii, che sono la sua vera cifra caratteristica.

Solitamente, utilizzando una gamma cromatica piuttosto scura per i fondali, Evaristo Baschenis tende ad illuminare con luce radente gli strumenti che, così, diventano i veri protagonisti della rappresentazione.

Mandole, violini, flauti vengono visti attraverso prospettive ardite e con inquadrature che sottolineino la profondità spaziale. Prediligendo gli strumenti a corda, riesce ad evidenziarne non solo il lato frontale, ma anche le casse, sottolineando la sua sapienza nella resa naturalistica e nella perfezione disegnativa e cromatica.

Spesso, il pittore bergamasco unisce agli strumenti a corda libri, frutti, spartiti, mappamondi, piccoli foglietti ripiegati su se stessi, statuette, oggetti vari, oppure inserisce nelle composizioni figure di musicisti che si introducono alla perfezione nel loro ambiente scenografico musicale.

La natura morta come specchio della società: tra perfezione analitica e vanitas

Si può dire quindi che la natura morta di Evaristo Baschenis sia lo specchio della sua epoca: non solo vengono inseriti gli strumenti fabbricati nella vicina Cremona dal liutaio Gerolamo Amati, ma le rappresentazioni così perfettamente analitiche sono una vera e propria testimonianza dei gusti dell’alta società, dei materiali, del progresso nel campo della musica e degli oggetti che accompagnano la sfera del quotidiano.

Il pittore di Bergamo è stato quindi in grado di accogliere e di interpretare un fenomeno europeo, quello della natura morta come perfetto riflesso della vita. Il tono melanconico delle immagini di Evaristo Baschenis non è dato solamente dalla prevalenza di toni scuri, ma anche dal concetto di vanitas che traspare naturalmente le composizioni di strumenti.

La sensazione di precarietà della vita terrena viene resa dal pittore con alcuni accorgimenti ben precisi: la finissima polvere depositata sugli strumenti, il segno delle dita, i frutti che si appassiscono tra gli spartiti, tutti simboli dell’inesorabile trascorrere del tempo.

Piccole Wunderkammern musicali

In queste piccole Wunderkammern che sono gli studioli dei musicisti, Evaristo Baschenis inserisce un microcosmo di oggetti musicali che sono stati visti anche come il simbolo del nutrimento spirituale, mentre le prime nature morte di frutta e cibo, come nutrimento fisico.

Conservate per la maggior parte in collezioni private, le sue nature morte fatte di attenzione al dato reale e di piccoli dettagli di perfezione rappresentano al meglio la pittura bergamasca del Seicento. Alcune opere sono conservate in musei pubblici, tra cui Strumenti musicali a Bruxelles e Natura morte con strumenti musicali alla Pinacoteca di Brera. Al 1670 risale Baschenis in atto di scuonare la spinetta.

Nel 1677, viene colpito da una malattia che lo conduce alla morte molto giovane, a soli sessant’anni. Nel momento del massimo successo, il pittore lascia un testamento, ritrovato nel 1996, che contiene l’inventario di tutti suoi beni, compresi i dipinti.

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