Bernardo Bellotto

Bernardo Bellotto. Foro romano. Tecnica: Olio su tela
Foro romano. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Bernardo Bellotto (Venezia, 1721 – Varsavia, 1780), nipote di Canaletto (1697-1768), si forma nella bottega dello zio e nel 1738, a soli diciotto anni, compare già tra gli associati della corporazione dei pittori veneziani.

Nel 1742, compie un viaggio di studio a Roma, città che prende come base per visitare anche Firenze e Lucca, che compaiono in alcune sue vedute degli anni Quaranta. Sin da subito, la critica ha saputo notare in Bernardo Bellotto una forte individualità di stile, nonostante la celebre figura di Canaletto che spesso ha sovrastato il pieno riconoscimento del valore della sua produzione vedutistica.

Le opere di Bellotto risultano caratterizzate dall’uso di tonalità più fredde e dalla presenza di una velata malinconia che non si riscontra nelle vedute aperte ed estremamente oggettive di Canaletto.

Un chiaroscuro più accentuato si trova nella composizione degli edifici, spesso in ombra, mentre enormi cieli azzurri o viranti verso il verde si poggiano sulle vie, le calli, i canali veneziani. Naturalmente la precisione ottica rimane la stessa dello zio, ma gli impasti cromatici risultano più densi.

I frequenti viaggi e il trasferimento a Dresda

Dagli anni Quaranta in poi, Bernardo Bellotto è presente a Venezia sporadicamente: le fonti lo segnalano continuamente in viaggio per l’Italia e per l’Europa. La fissità ripetitiva delle vedute veneziane di Canaletto si trasforma in una straordinaria varietà di luoghi nella pittura del nipote.

Nelle sue vedute compaiono, infatti, Firenze, Roma, Milano, Torino, in tutta la loro spettacolare monumentalità, che anticiperà quella delle città europee. Nel 1747, appena ventiseienne, il vedutista veneziano viene invitato dal principe elettore Augusto di Sassonia a trasferirsi a Dresda, dove rimane per vent’anni.

Brevi sono i soggiorni che compie a Vienna e Monaco, mentre non ritornerà più a Venezia. La moderna e suggestiva veste imperiale della città di Dresda viene ritratta con spettacolarità da Bernardo Bellotto, nel rispetto dell’eleganza della città nordica.

Apprezzato e accolto dal re con grande affetto, viene nominato pittore di corte e incaricato di realizzare quattordici vedute di Dresda per la Galleria Reale. Con il tempo, queste opere hanno assunto anche il valore di documenti storici sulle stratificazioni e i cambiamenti della città, sempre caratterizzate da un continuo contrasto tra luce ed ombra, che genera in ogni caso vedute equilibrate e brulicanti di vita.

Vienna e Monaco

Nel 1759, Bernardo Bellotto si sposta a Vienna, dove rimane per due anni, al servizio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Qui, riceve anche molte committenze dai rappresentanti dell’aristocrazia austriaca, che lo apprezza per la qualità di raffinato osservatore della città nel suo insieme ma anche nella bellezza dei suoi particolari.

Visioni ariose ed aperte verso orizzonti lontani si coniugano a dettagliate ed analitiche descrizioni di particolari di palazzi, giardini e ville animate spesso da piccole figure impegnate in diverse attività.

Dopo Vienna, Bernardo Bellotto passa qualche tempo a Monaco, dove la sua pittura diventa più calda e più forte l’attenzione ai gesti e alle pose delle figurine che popolano le vedute.

Tornato a Dresda nel 1762, vede la sua abitazione distrutta dall’assedio prussiano. Con la morte di Augusto III, il pittore vede svanire tutte le sue committenze e la sua protezione, ma ottiene il posto di insegnante di prospettiva all’Accademia di Belle Arti.

Gli ultimi anni a Varsavia

Insoddisfatto di questa situazione, parte alla volta dell’impero russo, per trovare protezione presso gli zar. Ma fermatosi a Varsavia per avere dal re la raccomandazione all’imperatrice, vi rimane stabilmente fino alla fine dei suoi giorni, onorato e amato pittore di corte, con uno stipendio molto alto.

Lavorando instancabilmente alle sue imponenti vedute e agli incarichi di corte, riesce a darci una visione di Varsavia ancora intatta nelle sue sembianze originarie, prima dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale che l’hanno distrutta.

Nelle ultime tele si nota una maggiore scioltezza dell’impianto compositivo, ma anche nella stesura del colore, talvolta addirittura sintetico. Attivo fino alla fine, muore a Varsavia nel 1780, a cinquantanove anni.

Bernardo Bellotto: il vedutismo da Venezia, a Dresda, a Varsavia

Tra le prime opere di Bernardo Bellotto, realizzate ancora a Venezia tra gli anni Trenta e Quaranta, vi sono Il rio dei Mendicanti e la Scuola di San Marco, conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, in cui già si nota un forte contrasto tra le barche in ombra nel canale e l’accesa luminosità dei palazzi.

Al viaggio a Roma risalgono alcune importanti opere, tra cui Foro romano, del 1742, in cui le colonne in primo piano inquadrano gli edifici di una città settecentesca, immersa nella sua vita tra passato e presente e animata da figure accennate che ammirano le rovine.

Dello stesso periodo sono Arco di Tito, Campidoglio, Tevere con San Giovanni dei Fiorentini. Trasferitosi a Dresda, Bernardo Bellotto si occupa della serie di quattordici straordinarie vedute della città, come ad esempio Veduta di Dresda dalla riva destra dell’Elba, in cui emerge un raffinato gusto scenografico, ma anche un intento celebrativo perché da posizionare all’interno della Galleria Reale.

L’attività svolta a Dresda è caratterizzata da una spiccata qualità analitica delle tele, ma anche dalla loro apertura luminosa verso cieli ed orizzonti ampi, così come appare nelle vedute di Pirna, piccola città vicino Dresda, sulle rive dell’Elba.

Del periodo passato a Varsavia, invece, non rimangono soltanto le imponenti e maestose Vedute della città, ma anche la realizzazione di episodi storici, come l’Elezione del Re Stanislao Augusto.

Verso la fine dei suoi giorni si nota un sempre maggiore interesse verso il paesaggio naturalistico e l’abbandono dell’attenzione analitica nella descrizione di elementi architettonici ed urbanistici, come risulta dalla Veduta dei prati di Wilanów.

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