Bernardo Morescalchi

Bernardo Morescalchi. Pastore. Scultura in bronzo
Pastore. Scultura in bronzo

Quotazioni Bernardo Morescalchi

Firma assai rara sul mercato, ha stime tra i 1.000 e i 2.000 euro per le opere in bronzo, marmo e cera. I gessi sono stimati attorno ai 500 euro. Naturalmente sculture di dimensione importanti qualora si presentassero sul mercato, potrebbero superare agevolmente i 5.000 euro

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Biografia

Bernardo Morescalchi (Carrara, 1895 – Antignano, 1975), attratto sin da piccolo dalla scultura, compie i primi passi in diversi laboratori di lavorazione del marmo di Carrara. In seguito, studia scultura presso l’Accademia di Belle Arti della città, dove ha come maestro Carlo Fontana (1865-1956).

Il trasferimento a Roma

Nel 1915, Bernardo Morescalchi giunge a Roma, per studiare presso la Regia Scuola d’Arte della Medaglia, dove ottiene quasi subito il pensionato per la scultura che gli permette di rimanere a Roma e di cominciare ad esporre alle Mostre degli Amatori e Cultori di Belle Arti.

Sin da subito, il suo stile si contraddistingue per la solidità formale, ma anche per la morbidezza nella trattazione dei piani e delle superfici che dipendono da un sapiente richiamo alla scultura classica e rinascimentale. La raffinatezza della lavorazione si nota sin dalle opere degli anni Venti, eseguite soprattutto in bronzo e cariche di vitalità nella loro piccola dimensione.

Allo stesso tempo, sfoggia una profonda meticolosità nella realizzazione di medaglie e di ritratti, che rappresentano una parte molto importante della sua produzione. Verso la fine degli anni Venti, cominciano a comparire le prime figure monumentali, a partire dai Quattro angeli scolpiti per la Chiesa di San Carlo al Corso.

Al 1930 risale la sua partecipazione al progetto di edificazione e decorazione del Foro Italico,  con l’esecuzione di alcune statue caratterizzate da saldezza fisica e solennità celebrativa, mentre nel 1931 partecipa alla I Quadriennale romana, per poi esporvi fino al 1943.

L’insegnamento

Dal 1934 al 1939, Bernardo Morescalchi si trasferisce a Napoli per insegnare scultura all’Accademia di Belle Arti. Nel 1940, rientra a Roma, dove ottiene la cattedra al Liceo Artistico, ruolo che mantiene per diversi anni.

Ciononostante non abbandonerà mai l’attività scultorea, che continuerà almeno fino al secondo dopoguerra, soprattutto nella realizzazione di opere d’arte sacra. Trasferitosi in Toscana, passerà gli ultimi anni ad Antignano, vicino Livorno, dove muore nel 1975, ad ottant’anni.

Bernardo Morescalchi: una scultura solida e raffinata tra le due guerre

Come accennato, tra le prime opere realizzate da Bernardo Morescalchi vi sono, oltre che una serie di medaglie in bronzo, anche alcune sculture monumentali, ritratti e targhe commemorative. Abilissimo della definizione di dettagli, ma anche nella costruzione ordinata di piani compatti e di volumi pieni, è uno degli scultori più apprezzati del Ventennio.

Le opere giovanili, di piccole dimensioni e di fantasiosa invenzione, ancora si rifanno alle modalità secessioniste, come la Lucciola in bronzo del 1920. Ma verso la fine degli anni Venti, il ritorno all’ordine e la scelta di masse solide e ferme emerge dalle sculture classicheggianti per il Foto Italico, il Giocatore di calcio, l’Arciere e la Bagnante, l’unica figura femminile della sfilata di statue realizzate dai tanti artisti coinvolti nella decorazione dello spazio voluto da Mussolini.

La rielaborazione dell’antico

Nel 1931, partecipa alla Quadriennale di Roma con Nudo di donna, Ritratto di vecchio e Medagliere, mentre l’anno successivo è alla Sindacale del Lazio con Ritratto, Adolescente e Ritratto di signora, tutte figure impostate su una nobile rielaborazione dell’antico, attraverso un verismo raffinato e preciso.

Sempre nel 1932, partecipa alla Biennale di Venezia con Ritratto di Renato Ricci, Medaglia di Italo Balbo, Medaglia di Mussolini Dux e nove medaglie varie. Risalgono al 1934 il Pugile e un Ritratto in terracotta, che mostra un primitivismo molto espressivo, come si legge anche nel Pastore presentato alla Sindacale di Napoli del 1937, insieme a Viandante, Medaglia del foro Mussolini e Pugilatore.

Infine, partecipa alla Quadriennale di Roma del 1943 con alcuni gessi come Ritratto maschile, Ritratto femminile, Dormiente, Romana e Nudo. Tra le opere monumentali, sono da segnalare anche gli Angeli della facciata di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. 

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