Romeo Bonomelli

Romeo Bonomelli. Autoritratto - Tecnica: Olio su tela
Autoritratto. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Romeo Bonomelli (Bergamo, 1871 – 1943) studia presso l’Accademia Carrara di Bergamo, dove è allievo di Cesare Tallone (1853-1919). Il maestro lo introduce allo studio del vero e soprattutto lo influenza dal punto di vista disegnativo, trasmettendogli un segno forte e una composizione salda. Esordisce a Bergamo nel 1894, nel solco di queste prime esperienze veriste.

In seguito, abbandona gradualmente il realismo per avvicinarsi ad un simbolismo di impianto divisionista. Questo, grazie all’amicizia con Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), con cui inizia un’importante corrispondenza epistolare.

Essa ci mostra come Romeo Bonomelli si interessi, soprattutto all’inizio del Novecento, alla tecnica divisionista. Ne abbiamo poi riscontro nelle opere esposte alle mostre dello stesso periodo in cui si nota una predilezione per il paesaggio e per i dipinti di figura.

Abile disegnatore e acquafortista, nel 1912 è tra i fondatori della Società degli Acquafortisti di Bergamo. Romeo Bonomelli prende parte a numerose rassegne, sia in Italia che all’estero, ma diverse sono anche le committenze per chiese e palazzi. Molto famosa è la sua opera sacra Le epistole di San Paolo realizzata per la chiesa di Ponte San Pietro.

Partecipa all’Esposizione di Milano del 1894, nel 1906 a quella Internazionale per il traforo del Sempione e all’Esposizione Italiana a Londra. A Torino espone alla Mostra del 1898 e ad una serie di Quadriennali. Muore a Bergamo nel 1943.

Romeo Bonomelli: dal verismo al divisionismo

Come accennato, Romeo Bonomelli esordisce all’Esposizione di Brera del 1894 con Ombrellino rosso, oggi conservato presso l’Accademia Carrara a Bergamo. Sempre a Brera, nel 1894 presenta un Ritratto, mentre nel 1896 In giardino, In piazza della verdura e Dopo la passeggiata.

Tutti dipinti questi, ancora molto legati all’impronta verista ereditata dal maestro Cesare Tallone. In essi, comunque, già si nota una personale interpretazione, tutta legata alla sua raffinatezza compositiva e alla grande abilità nella resa del chiaroscuro. Elemento chiave questo, che poi ritornerà anche nelle sue numerose acqueforti dedicate a paesaggi e scorci di Milano e Bergamo.

L’amicizia con Pellizza da Volpedo, rapporto iniziato nei primi del Novecento, lo porta ad avvicinarsi al divisionismo. Romeo Bonomelli non aderisce soltanto alla tecnica del colore diviso, ma anche all’atmosfera simbolista, in opere come I falciatori del 1900 e Notturno in via San Tommaso del 1902.

Nel 1906, alla Mostra milanese per il traforo del Sempione, presenta Ritratto e A sera, mentre nel 1908 a Firenze espone Autoritratto e Notturno. Quest’ultima opera viene riproposta a Genova nel 1910.
Famose sono anche: Ritratto in grandezza naturale, Sacra Famiglia, Finestra del mio studio, Cristo e le pecore La fiera di Sant’Antonio, conservata nel Museo di Tokyo.

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