Giuseppe Borsato

Giuseppe Borsato. Commemorazione di Canova all'Accademia di Belle Arti. Tecnica: Olio su tela
Commemorazione di Canova all'Accademia di Belle Arti. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giuseppe Borsato (Venezia, 1771 – 1849) si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia a partire dal 1791, dove studia prospettiva. Le prime opere risalgono alla fine del Settecento e all’inizio dell’Ottocento, quando lavora come decoratore prospettico in diverse dimore e chiese venete e friulane, tra cui casa Barisan a Castelfranco Veneto e la Chiesa di Fossalunga.

In questi anni, collabora con il frescante e pittore di figure Giambattista Canal (1745-1825), con il quale instaura un rapporto non solo lavorativo ma anche di amicizia. Insieme, rappresentano lo sviluppo della decorazione neoclassica in area veneta, unendo l’efficacia prospettica e ornamentale del primo alla sapienza figurativa del secondo.

Il successo nella decorazione

Giuseppe Borsato, specializzato nell’ornato, quindi nella realizzazione di grottesche, girali d’acanto, festoni, testine e candelabre, raggiunge il culmine del successo all’inizio dell’Ottocento. Nel 1807, nel pieno periodo napoleonico, viene chiamato a decorare il Palazzo Reale di Venezia, coprendo il ruolo di coordinatore.

Allo stesso tempo, si occupa della decorazione di alcune sale di Villa Pisani a Stra, acquistata da Napoleone in persona per utilizzarla come residenza estiva. L’impegno nel campo dell’ornato continua per Giuseppe Borsato anche dopo la fine della dominazione napoleonica e con il governo asburgico.

Anche se lo conosciamo soprattutto per la sua versatilità nell’ornato, l’artista veneziano, negli anni Trenta, viene chiamato anche a coprire il ruolo di pittore di vedute e di interni prospettici, sempre sulla scia del classicismo settecentesco.

Scenografo alla Fenice ed insegnante in Accademia

Vince il concorso per decorare la sala teatrale della Fenice di Venezia e, soprattutto, si occupa di numerose opere di ornato in diverse ville tra Padova, Vicenza e Udine. All’attività di decoratore si unisce quella di scenografo della Fenice, che svolge per un decennio, dal 1809 al 1819.

Nel frattempo, nel 1812 viene nominato professore di ornato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Si dedica all’attività di didattica con passione e devozione, tanto da pubblicare per i suoi allievi una serie di sessanta incisioni con modelli di mobili, suppellettili e specifiche decorazioni per soffitti e camini.

Queste tavole vengono poi raccolte in un un’unica pubblicazione del 1831, con il titolo Opera ornamentale di Giuseppe Borsato. L’attività dell’artista dura fino agli anni Quaranta, lavorando senza sosta non solo a decorazioni di interni, ma anche alla realizzazione di apparati mobili per le celebrazioni ufficiali in piazza, ad esempio quello per l’entrata trionfale a Venezia dell’imperatore Ferdinando I nel 1838.

Ancora nel pieno del successo, tra committenze ufficiali, decorazioni, vedute e insegnamento, Giuseppe Borsato muore a Venezia nel 1849, all’età di settantotto anni.

Giuseppe Borsato: la diffusione del gusto Empire a Venezia

Il poliedrico artista veneziano Giuseppe Borsato si presenta come pittore da cavalletto, scenografo, frescante, ma soprattutto esperto decoratore e ideatore di ornati. Al suo esordio, il giovane collabora con il figurista Giambattista Canal, che lo porta a lavorare tra il Veneto e il Friuli, praticamente senza sosta.

Gran parte di queste decorazioni sono andate perdute, ma ad esempio è ancora visibile quella di Palazzo Valvason – Morpurgo a Udine, dove si possono ammirare gli interventi di Giuseppe Borsato negli intercolumni. Lo stile neoclassico cui sempre rende omaggio l’artista si unisce poi al gusto Empire, mutuato dalla decorazione francese.

Tutto questo si traduce nell’utilizzo di stilemi decorativi di carattere celebrativo e trionfalistico, che uniscono le grottesche e i girali di derivazione antica ad un linguaggio pomposo e allo stesso tempo leggero, di cui Giuseppe Borsato risulta il maggiore diffusore e rappresentante in Veneto.

Con la decorazione del Palazzo Reale di Venezia e con quella del Teatro la Fenice, rende visibili a tutti questi sviluppi di rilevanza e gusto internazionale. Non sono poi da dimenticare le sue incursioni nell’ambito della veduta, come si nota dal dipinto Riva degli Schiavoni sotto la neve, conservato alla Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia e dall’interno prospettico La visita del doge alla Scuola di San Rocco, nella collezione del Museo Correr di Venezia.

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