Consalvo Carelli

Consalvo Carelli. Veduta di Napoli dalla spiaggia di Chiaia- Tecnica: olio su tela. Firma in basso a destra
Veduta di Napoli dalla spiaggia di Chiaia. Tecnica: olio su tela

Biografia

Consalvo Carelli (Napoli, 1818 – 1900), fratello di Gabriele (1820-1900) e figlio di Raffaele Carelli (1795-1864), si interessa fin da giovane alla pittura di paesaggio.
Protetto dal mecenatismo di diverse famiglie della nobiltà napoletana come i Gerace, i Meuricoffre e il conte di Montesantangelo, riesce a dedicarsi all’arte con finanziamenti privati.

Negli anni Trenta soggiorna a Roma, mentre negli anni Quaranta a Parigi, presentandosi come uno dei primi pittori della sua generazione che compie un viaggio di studi all’estero.
Tornato a Napoli acquista una notevole popolarità ma si impegna anche dal punto di vista politico.

Nel 1848 Consalvo Carelli prende parte alle Cinque giornate di Milano, città dove inoltre incontra Massimo D’Azeglio (1798-1866). In seguito partecipa alle battaglie combattute sul Volturno.

Alla fine degli anni Sessanta è maestro di pittura della regina Margherita e nel 1784 è accademico di San Luca. Lavora e dipinge moltissimo fino alla sua morte, avvenuta nel 1835 a Napoli.

Gli esordi: la pittura di paesaggio

Si forma sotto la guida del padre e poi al seguito del pittore inglese William Leighton Leitch (1804-1883) con cui approfondisce l’uso e la tecnica dell’acquarello, infatti a soli quindici anni espone alla Mostra Biennale il disegno acquarellato La piazza della Vicaria con il quale vince la medaglia d’oro.

Addirittura l’opera viene acquistata dalla regina Isabella e vale a Consalvo Carelli l’appellativo di enfant prodige. In questo periodo, proprio perché ancora molto giovane, si firma “Carelli figlio” in molti dipinti poi acquistati anche dalla casa Reale, come La veduta di Napoli con la Torre della Polveriera e Veduta di Cava.

I viaggi di formazione

Il soggiorno romano

Intorno alla metà degli anni Trenta Consalvo Carelli si reca a Roma dove rimane per un bel po’ per studiare i capolavori del Cinquecento e del Seicento e per uscire nella campagna romana per ritrarla dal vero.

Nella Capitale frequenta gli ambienti più stimolanti dal punto di vista artistico come l’Accademia di Francia e l’Accademia di San Luca, dove stringe amicizia con Bartolomeo Pinelli (1781-1835). A questo periodo appartengono diverse opere come Studio sulla via d’Albano, Campo Vaccino, Sora.

Il soggiorno parigino

Consalvo Carelli torna per un breve periodo a Napoli per poi partire quasi subito alla volta di Parigi dove rimane fino al 1844. Qui entra completamente nel clima culturale ed artistico contemporaneo senza nessuna difficoltà.

Tra l’altro quando tornerà a Napoli trasmetterà a tutti i suoi epigoni le novità pittoriche apprese, come ha ricordato entusiasticamente Saverio Altamura (1822-1897). A Parigi espone ai Salon e riceve importanti incarichi ufficiali da numerosi rappresentanti della nobiltà europea, come Lord Essex o il principe di Joinville.

Consalvo Carelli: le opere

Al ritorno da Parigi Consalvo Carelli è ormai al culmine del successo. Riceve committenze dall’ambasciatore dello zar, il conte Potoky ed esegue per lui Napoli dai giardini reali di Portici e Napoli dai Camaldoli.
Negli anni Cinquanta è a stretto contatto con Alexandre Dumas padre per cui realizza le illustrazioni del libro Da Napoli a Roma. Mentre negli anni Sessanta dà vita ad un album con disegni che rappresentano la storia del brigantaggio nel sud. Nei suoi paesaggi rende perfettamente l’intimità della visione naturale.

Il rientro a Napoli

I cieli, le marine, la campagna, ma anche una semplice strada in Consalvo Carelli acquistano valore di verità e singolarità, come si nota in dipinti quali Il golfo di Napoli visto dalla tomba di Virgilio, Avanzo di portici della antica scuola medica salernitana, presso Vietri, L’entrata della Sibilla Cuma nel lago di Averno.

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