Giulio Carmignani

Giulio Carmignani. Cascate. Tecnica: Olio su tela
Cascate. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giulio Carmignani (Parma, 1813 – 1890) avviato inizialmente dalla famiglia agli studi classici, frequenta negli anni Venti il collegio Lalatta di Parma. Il padre tipografo, nel 1837 gli affida la direzione della tipografia di famiglia. Nel frattempo, però, intenzionato a dedicarsi alla pittura, frequenta il paesaggista parmense Giuseppe Boccaccio (1792-1852).

Quest’ultimo, insegnante di pittura di paesaggio all’Accademia di Parma, negli anni Cinquanta si farà sostituire, per un certo periodo, proprio da Giulio Carmignani. Fino al 1862, comunque, il pittore sarà alla direzione della tipografia, ma ormai votato alla carriera pittorica.

La Società d’Incoraggiamento

Nel 1852 diventa consigliere della Società d’Incoraggiamento, presso la quale comincia ad esporre i suoi paesaggi. Sarà presente alle rassegne della Società fino all’inizio degli anni Ottanta, ma nel frattempo, partecipa anche regolarmente alle Promotrici torinesi e fiorentine.

Giulio Carmingnani si distingue per un paesaggio ancora rispondente alla tradizione romantica, caratterizzato da un tratto finissimo e da una pennellata calibrata e precisa. Piccoli tratti luminosi e quasi trasparenti di colore vanno infatti a definire un paesaggio di grande valore lirico ed emotivo, impossibile da non ricondurre ad alcune esperienze di Antonio Fontanesi (1818-1882).

Invece, per quanto riguarda le tele dedicate ai paesaggi istoriati, sempre di tradizione romantica, Giulio Carmignani si avvicina notevolmente al linguaggio descrittivo e risorgimentale di Massimo D’Azeglio (1798-1866).

L’apporto stilistico del figlio Guido

Il figlio Guido Carmignani (1838-1909), anch’egli paesaggista, nel 1857, spinto dalle esigenze veriste dell’epoca, compie un viaggio a Parigi per studiare la pittura della Scuola di Barbizon. A questo punto, anche la pittura di Giulio Carmignani si riempie di riferimenti alla pittura francese, con i suoi delicati valori luministici e cromatici.

Questo cambiamento rappresenta il primo passaggio del pittore verso un linguaggio più esplicitamente verista, attento alle modulazioni atmosferiche. Un ulteriore avvicinamento a questo stile viene concesso da Giulio Carmignani dopo il suo viaggio a Napoli negli anni Sessanta. In questo soggiorno, il pittore tiene una serie di taccuini in cui si fa ispirare dal paesaggio del Golfo di Napoli.

Ne scaturiscono poi alcune tele molto vicine allo stile, alla luce e alla libertà compositiva dei rappresentanti della Scuola di Posillipo. Poco dopo, dai soggetti di diversi dipinti, si evince anche un viaggio in Svizzera.

Alla fine degli anni Settanta, comincia ad avere una malattia alle mani che gli impedisce di continuare a dedicarsi alla pittura per altro tempo ancora. Partecipa alle sue ultime mostre nel 1882 e muore nella sua Parma nel 1890.

Giulio Carmignani, il paesaggio romantico

Giulio Carmignani, iniziato al paesaggio romantico dal pittore e scenografo Giuseppe Boccaccio, inizia ad esporre negli anni Sessanta dell’Ottocento. Sin da subito si fa rappresentante di un linguaggio accurato e minuzioso, caratterizzato da piccoli tocchi di pennello.

La luce è una delle componenti principali del lirismo di Giulio Carmignani, i cui paesaggi inizialmente sembrano molto vicini a quello di Giovanni Battista De Gubernatis (1774-1837).

Alla Promotrice di Torino del 1861 partecipa con Montagna della Colonna nella vallata di Sallanches in Savoia. Nel 1862, si presenta invece con i due paesaggi Piena di un torrente e Le Alpi della strada di Cuneo al levar del sole di marzo. Si tratta di vedute romantiche, denotate da una potenza sentimentale notevole, e accompagnate da una precisa attenzione alle variazioni atmosferiche.

Al 1863 risale Margine d’un bosco (Tramonto di sole a dicembre), lirico nella sua trattazione della luce crepuscolare e sublime nella scelta dell’impervio luogo rappresentato. La Doccia presso Domodossola e I falò all’ultima sera di Carnevale nelle campagne del Parmigiano compaiono alla Promotrice di Genova del 1868, suscitando il chiaro favore della critica.

L’impatto con il verismo dei barbizonniers

Impossibile non notare l’influenza che Guido esercita su suo padre Giulio Carmignani dopo il suo viaggio in Francia. Acquisendo i modi della Scuola di Barbizon, li trasmette naturalmente a suo padre e maestro in un fertile scambio di influenze. A questo punto, si nota in Giulio Carmignani una certa attenzione alla realtà, prima offuscata dalla piena adesione al Romanticismo.

Certo è che in alcune opere, rimane legato all’esperienza romantica di Massimo D’Azeglio, soprattutto in quelle dedicate ad eventi storici. Ne abbiamo l’esempio princeps nell’opera Montanari dell’Appennino toscano annientano nel 1358 al Palo della Scaletta la compagnia di ventura e fanno prigioniero il conte Lando che la comandava, 1845-1848.

L’opera, esposta a Parma nel 1870, viene accompagnata però da Seno di un lago svizzero e Colpo di vento, quadri più caratterizzati da una spiccata propensione all’osservazione della realtà.

Lo stesso discorso vale per Palude (sole in novembre), presentato a Torino nel 1872 e per Sotto le mura di Parma, dopo il tramonto, esposto a Milano nello stesso anno. Una diffusa luminosità caratterizza gli ultimi dipinti, in parte influenzati dall’atmosfera portata dal viaggio a Napoli. Ciò si nota soprattutto da dipinti come Dopo l’acquazzone, presentato nel 1873 a Firenze.

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