Franz Ludwig Catel

Franz Ludwig Catel. A Capri. Tecnica: Olio su carta
A Capri. Tecnica: Olio su carta

Biografia

Franz Ludwig Catel (Berlino, 1778 – Roma, 1856) viene scoperto dall’incisore Daniel Chodwiecki (1726-1801) nella bottega del padre, che fabbrica giocattoli e oggetti da collezione. Notate le sue doti disegnative, lo incoraggia a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Berlino, in cui rimane fino al 1797.

Dopodiché, decide di compiere un viaggio in Francia per perfezionarsi presso l’Accademia di Belle Arti di Parigi, che frequenta fino ad ottenere il diploma nel 1800. Già al 1799 si data il suo esordio come incisore e autore delle illustrazioni dell’Hermann und Dorothea di Goethe.
In questa prima prova, si mostra come un vivace disegnatore di scenette aneddotiche in costume medievale.

Lo stile trobadour si riscontra anche nelle opere pittoriche degli stessi anni, che presentano il Medioevo e il Rinascimento in scene intime di piccole dimensioni, immerse in atmosfere piuttosto idealizzate.

Tornato a Berlino, apre con il fratello una fabbrica di marmo artificiale per il mosaico e riceve subito l’incarico dal Granduca di Sassonia di decorare il Castello di Weimar. Tra illustrazioni e piccoli dipinti di storia e di gusto aneddotico passa tutta la fase giovanile di Franz Ludwig Catel.

Il trasferimento a Roma

Nel 1811, l’artista tedesco, all’età di trentatré anni, si trasferisce a Roma, dove entra immediatamente in contatto con la colonia di artisti Nazareni, con cui, nel 1816, parteciperà alla decorazione di Casa Bartholdy.

Nel 1812, decide di intraprendere un viaggio nell’Italia meridionale, insieme all’archeologo francese Millin, con cui visita con grande emozione anche gli scavi di Pompei. Proprio in questa occasione, inizia la sua produzione di disegni dedicati ai resti archeologici, denotati da grande precisione descrittiva e da una approfondita ricerca luministica ed atmosferica.

Nel 1814 sposa Margherita Prunetti, figlia del letterato Michelangelo. A questo punto, la sua dimora romana diventa un luogo di incontro e di ritrovo per artisti, scrittori e musicisti tedeschi ed italiani. Dopo il suo primo viaggio in Italia, Franz Ludwig Catel inizia a lavorare come vedutista, traendo ispirazioni dai suoi studi en plein air poi abilmente rifiniti in studio.

I tour nell’Italia meridionale

Nel 1818, si reca di nuovo in Sicilia e nel 1824 compie un altro tour dell’Italia meridionale insieme a Karl Begas (1794-1854) e Friedrich Schinkel (1781-1841). Da questo momento in poi, la posizione del pittore tedesco in Italia diventa sempre più importante: i numerosi collezionisti e committenti italiani e stranieri acquistano i suoi preziosi paesaggi animati da piccole figure.

Le vedute dell’artista sono caratterizzate da uno spiccato gusto aneddotico, in cui le scene argute e tratte dalla quotidianità vengono inserite in contesti naturalistici ariosi e luminosi, resi con attenzione al vero.

Famose a questo proposito sono le numerose vedute di Napoli che esegue insieme al vedutista norvegese Johan Christian Dahl (1788-1857), conosciuto proprio negli anni Venti.

Il successo

I suoi paesaggi, acquistati da lord inglesi e nord europei, ma anche dall’aristocrazia italiana, costituiscono gran parte della sua produzione. Ma è famoso anche per i suoi ritratti, che riflettono l’approccio pulito e trasparente dei Nazareni e dei Puristi, in particolare di Friedrich Overbeck (1789-1869).

Per tutti gli anni Trenta e Quaranta, Franz Ludwig Catel si dedica alla realizzazione di vedute prevalentemente dedicate alla campagna romana, in cui perfeziona definitivamente la resa atmosferica e gli effetti di luce nel corso della giornata.

Risale al 1830 la sua partecipazione come illustratore al volume Viaggio pittoresco nel Regno delle Due Sicilie di Liberatore. Mentre nel 1840 intraprende un viaggio in Europa, che gli permette di visitare l’Inghilterra e l’Olanda, per poi rientrare in Germania per qualche anno. Nel pieno del successo, muore a Roma nel 1856 ed è sepolto a Santa Maria del Popolo.

Franz Ludwig Catel: un vedutismo ricco di effetti luministici ed atmosferici

La primissima produzione di Franz Ludwig Catel è tutta dedicata al genere del paesaggio istoriato. Ne sono esempio i dipinti L’uccisione del prevosto Nicola di Berau a Barlino e Martin Lutero che brucia la bolla di scomunica, esposte alla Mostra Accademica di Berlino del 1806.

Con il trasferimento a Roma, abbandona piano piano lo spunto storico, per dedicarsi interamente al paesaggio, spesso animato da piccole figure in costume, ma contraddistinto soprattutto da un attento e veristico studio della luce.

A Roma, entra subito nella cerchia dei Nazareni, e per il console Bartholdy, decora due sovrapporte con la tela Le prigioni di Giuseppe e con l’affresco La piramidi d’Egitto.

Così, si fa interprete di un vedutismo di matrice classicista che ha come soggetti prediletti Roma, la campagna romana e i paesaggi dell’Italia meridionale, in particolare del Regno delle Due Sicilie.

Tra i primi dipinti romani vi è Ludwig Catel con la moglie in una loggia a Roma seguito poi dalla Veduta delle fontane nella piazza della Basilica di San Pietro in Vaticano, presa di sotto al colonnato al lume di luna.

Per quanto riguarda le vedute realizzate durante i suoi numerosi soggiorni al sud, vi sono Veduta della città di Amalfi, Grotta di Majori, Il Teatro Greco di Taormina e Una veduta del Golfo di Napoli eseguito per Thomas Lawrence.

Per Lord Bristol, invece, Franz Ludwig Catel realizza una Veduta in grande del Lago di Albano, preludio al naturalismo della seconda metà del secolo, seppur nel rispetto delle gamme cromatiche del paesaggio classico.

Risalgono agli anni Venti alcuni paesaggi come Calesse napoletano con monaco e monaca e Golfo di Napoli con fruttivendolo che evidenziano un chiaro intento aneddotico, inserito però all’interno di cornici in cui la veduta è esattamente scandita attraverso lo studio della luce e del colore, proprio anticipando poi lo studio en plein air della Scuola di Posillipo.

Degli anni Trenta sono invece Colazione di mietitori lungo la riva del Tevere, Una veduta delle colline di Tivoli attraversate dall’Aniene, La grotta Azzurra, Tempio di Paestum visto dalla sponda del fiume, Il tempio di Girgenti, Veduta degli Orti Farnesiani e Veduta di Nemi.

Risale poi al 1834 l’importante dipinto La morte di Tasso, esempio fondamentale, dal punto di vista ambientale, per i veristi della seconda metà dell’Ottocento, come Bernardo Celentano (1835-1863), autore di un Tasso a Bisaccia.

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