Cecrope Barilli

Cecrope Barilli. Invocazione - Olio su tela 91 x 71 cm. Firmato in basso a sinistra
Invocazione. Tecnica: Olio su tela. Firmato in basso a sinistra

Biografia

Cecrope Barilli (Parma, 1839-1911) si forma all’Accademia di Belle Arti di Parma con Francesco Scaramuzza. Nel 1859 partecipa alla guerra di indipendenza come volontario, combattendo a Palestro. Intorno alla metà degli anni Sessanta compie un viaggio di studio a Firenze, dove frequenta l’Accademia ed espone dal 1863 al 1865.

Due anni dopo si reca a Parigi dove entra in contatto con Gustave Doré e dove inizia a delinearsi la sua attività di decoratore di interni.
Nel 1870 rientra in Italia, si stabilisce a Roma e vi rimane fino al 1876. Nella Capitale riceve una serie di prestigiose committenze pubbliche, come la decorazione del Palazzo del Quirinale.

Si afferma sempre di più come decoratore di gusto neo-cinquecentesco, come dimostrano i diversi lavori che realizza nel Palazzo della Consulta, nella Sala delle Udienze della Corte dei Conti o nel Senato.

Il rientro a Parma

Durante gli anni romani partecipa a numerose esposizioni della Società degli Amatori e Cultori, presentando soprattutto dipinti di genere realizzati in punta di pennello.
Non smette mai di rimanere in contatto con Parma, la sua città natale, tanto che nel 1872 viene nominato Accademico d’onore.

Nel 1878 diventa professore di figura dell’Accademia e ritorna definitivamente a Parma. Qui si sposa con Anna Adanti da cui ha tre figli, tra cui Latino, anch’egli pittore.

Continua a partecipare ad esposizioni italiane ed internazionali, come quella di Nizza del 1883 e quella dell’Arte Italiana a Londra del 1888. Svolge fino agli ultimi anni l’attività di decoratore di diversi palazzi pubblici.

Alla fine degli anni Ottanta viene nominato direttore della Pinacoteca di Parma e nel 1890, consigliere comunale della città. Muore nel 1911. Ventotto anni dopo, il Sindacato degli Artisti di Parma, per il centenario dalla sua nascita, gli ha dedicato una retrospettiva.

L’attività di decoratore di interni

Dopo la prima formazione strettamente accademica a Parma, l’esperienza fiorentina gli permette di accostarsi alle più moderne espressioni veriste macchiaiole. Naturalmente nella città toscana approfondisce con passione lo studio del Rinascimento, che sarà la base per la sua attività di decoratore.

La tappa successiva, il soggiorno a Parigi di tre anni, gli procura le prime committenze importanti. Decora infatti alcuni soffitti nel palazzo di Madame Klaus con la Primavera e Il turbine.

Allo scoppio della guerra tra Francia e Prussia, torna velocemente in Italia. A Roma è già conosciuto per le sue decorazioni alla moda.
Così ottiene una serie di committenze ufficiali che porta a compimento molto spesso insieme a Domenico Bruschi (1840-1910).

Si occupa della decorazione del Palazzo del Quirinale, in particolare del soffitto del Gabinetto del Re e del soffitto di una stanza dell’appartamento privato della Principessa. In seguito, sempre nel Quirinale lavora alla volta del Salone Concistoriale di Paolo V con Il Trionfo dell’Italia, realizzato insieme a Girolamo Magnani (1815-1889).

L’attività di ornatista continua incessantemente, quando riceve l’incarico di decorare la sala dell’esposizione permanente del Circolo Artistico Internazionale in via Condotti.
Si occupa con maestria dell’Allegoria del Circolo Artistico, esponendo tra l’altro nella prima mostra del Circolo alla Casina del Pincio, due dipinti di genere.

Si occuperà poi della decorazione della sala della Consulta della Corte dei Conti, del soffitto del Senato, dove esegue Il Diritto Nazionale e di quello di una sala della Prefettura, dove realizza Flora.

Cecrope Barilli, pittore di genere

L’artista, nonostante scelga come prima attività quella di decoratore, si presenta a diverse mostre della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti. Si fa rappresentante di una pittura di genere dal gusto leggero e  spontaneo che predilige i soggetti legati al mondo di una povertà pressoché idilliaca.

Ritratti contadinelle in pose graziose e intente nelle attività quotidiane, paesaggi agresti, piccole scenette di gusto frivolo realizzate in punta di pennello. Non mancano scene all’interno di povere chiesette di campagna, o in stalle umili.

Ne abbiamo diversi esempi nei dipinti che presenta nel 1873 alla Società degli Amatori e Cultori. Una mendicante, Una giovane che accarezza un gatto, La fontana di Marano, Il cattivello.
Nel 1871 prende parte all’Esposizione annuale di Belle Arti di Parma con La giardiniera di Saracinesco Una via di Marano.
Questi dipinti di facile lettura denunciano però anche un attento riferimento alle istanze veriste del tempo, aggiornate alle novità italiane e francesi.

Durante il periodo parmense, quando è direttore dell’Accademia, continua la sua attività di pittore di genere, ma anche di decoratore. Lavora infatti, insieme a Magnani, al soffitto della Sala del Consiglio del Municipio di Parma.

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