Cesare Ravasco

Cesare Ravasco. Fioritura Nuova. Scultura in marmo
Fioritura Nuova. Scultura in marmo

Biografia

Cesare Ravasco (Milano, 1875 – 1943) figlio di un orafo e fratello di Alfredo, uno dei più attivi decoratori di area milanese dei primi del Novecento, inizia sin da piccolo ad interessarsi al mondo dell’artigianato e poi della scultura.

Insieme al fratello, è partecipe del fervente clima culturale milanese, frequentando artisti e scrittori. In particolare, si avvicina alle opere di Leonardo Bistolfi (1859-1933), assimilando quel particolare afflato simbolista che caratterizza le sue sculture.

Cesare Ravasco esordisce nel 1900 alla IV Triennale di Brera e nello stesso anno partecipa anche all’Esposizione Artistica di Verona con un bassorilievo. Nel corso della sua carriera, però, non sarà molto presente alle esposizioni italiane, lavorando più che altro a monumenti funerari e decorativi per committenti di area lombarda.

Monumenti funerari e arte glittica

Sin da subito, la poetica dello scultore risulta permeata da un’intensità espressiva di grande effetto: i bassorilievi, gli altorilievi e i gruppi funerari sono caratterizzati da una lavorazione sintetica che riporta la memoria alle sculture scapigliate.

Ma un decorativismo di stampo Secessionista e liberty pervade i gruppi scultorei di Cesare Ravasco, soprattutto grazie alla scelta di un linguaggio allegorico e simbolico che si ritrova anche nella piccola produzione.

Infatti, l’artista milanese si specializza anche nella creazione di medaglie e targhette, portando ad un livello superiore l’arte glittica, spesso considerata mero artigianato.

Versato anche nella decorazione d’interni, Cesare Ravasco ottiene la commissione dell’ornamento a bassorilievo della sala da ballo del tenore Tamagno e la realizzazione dei ritratti della famiglia del Commendator Pisani Dossi a Milano.

Contemporaneamente, continua ad esporre soprattutto tra Milano e Torino, non soltanto sculture, ma anche oggetti e complementi d’arredo in stile Liberty. Scultore e decoratore instancabile, lavora fino agli anni Quaranta e muore nella sua Milano nel 1943, all’età di sessantotto anni.

Cesare Ravasco: la scultura simbolista e liberty

Tra le prime sculture note di Cesare Ravasco compare il gruppo Fioritura nuova presentato alla Triennale di Brera del 1900. In questo lavoro si leggono ancora elementi appartenenti al linguaggio della scultura di genere di fine Ottocento, con accenni al vezzo piacevole e alla narrazione dell’aneddoto.

In effetti, la mamma gioiosa che mostra i suoi seni ai bambini che la abbracciano ancora non presenta elementi simbolisti, ma più che altro riporta quella fusione atmosferica tipica della scultura scapigliata.

Sempre nel 1900 partecipa all’Esposizione Artistica di Verona con un Bassorilievo che presenta già alcuni tratti della decorazione liberty, con accenti floreali ed allegorici. È evidente, a cominciare da questo momento, una riscoperta del linguaggio preraffaellita, come si nota anche dal soggetto presentato all’Esposizione di Milano del 1906 per il Traforo del Sempione.

Si tratta dell’Ofelia in gesso, che riprende alla perfezione il tema tanto caro alla cultura simbolista. In effetti, l’architetto liberty Giulio Ulisse Arata, in un commento all’opera presentata da Cesare Ravasco alla Triennale di Brera del 1914, scrive «Ravasco sa disporre di un prerafaellismo di ritardo: la figura del Pianto, nella sua compostezza e nel suo atteggiamento mistico, deriva direttamente da alcune figure postrossettiane di Burne Jones».

Alla mostra della Famiglia Artistica di Milano, nel 1902 espone la Sfinge moderna, mentre, tra i monumenti funebri più importanti emergono quello per la Famiglia Penagini, ma anche Reliquie e Filantropia.

Il dottor Premoli di Lodi gli commissiona la realizzazione del camino della sua sala da pranzo, con un ornamento liberty e simbolista di grande forza decorativa. Il modello viene presentato da Cesare Ravasco, con grande successo, alla Quadriennale torinese del 1902.

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