Biografia
Cesare Uva (Avellino, 1828 – Napoli, 1886), figlio di Mariano Uva (1794-1860), un pittore ornatista, viene subito avviato allo studio del disegno. Intorno al 1850, grazie ad una borsa di studio vinta ad Avellino, si trasferisce a Napoli per iscriversi al Regio Istituto di Belle Arti. Qui frequenta le lezioni di Gabriele Smargiassi (1798-1882), avvicinandosi alla pittura di paesaggio.
Grande viaggiatore, si sposta per la prima volta dalla Campania nel 1858, quando si reca in Baviera. Inizia ad essere apprezzato non soltanto in Italia, ma anche all’estero, grazie ai suoi paesaggi meridionali inondati di una rosea luce.
Viene più volte lodato dalla corte borbonica di Ferdinando II e in generale dalla nobiltà partenopea. Si differenzia dagli altri pittori di ambito napoletano per un sostanziale allontanamento dal tradizionale medium dell’olio su tela per usare la gouache su carta, cartone o stoffa.
La brillantezza e la vivacità dei colori caratterizzano paesaggi dal vero, influenzati dal linguaggio della Scuola di Posillipo. Accanto alle vedute di Napoli, Sorrento o Avellino e delle campagne circostanti, Cesare Uva si addentra anche nel genere della pittura pompeiana. Espone a Napoli, Venezia, Torino, Vienna, Parigi e Londra.
Dopo aver aperto una bottega insieme ad un altro pittore avellinese e dopo aver restaurato il Teatro Comunale di Avellino, muore a Napoli nel 1886.
Vedute campane a gouache
Cesare Uva esordisce nel 1848 alla Mostra d’arte Irpina, facendosi notare con l’acquarello su cartoncino Albero invecchiato. Alla Biennale Borbonica del 1855 presenta Veduta di Avellino con ponte che apre la strada ad una serie di paesaggi simili, quasi tutti realizzati a gouache su cartoncino o su stoffa. Questa tecnica gli permette di rendere vivace e luminoso il tono delle sue vedute, dei suoi paesaggi agresti e delle scene di genere.
Nel 1862 partecipa all’Esposizione Internazionale napoletana con Paesaggio e Foresta nera, memoria del suo viaggio in Germania. Nel 1864, sempre a Napoli espone Carrara e Montagne di Monaco alla prima neve d’autunno.
All’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma del 1883 invia Foresta in primavera e Ritorno dalla festa di Montevergine al tramonto. Accanto ai paesaggi partenopei, Uva realizza anche una serie di scene di vita agreste della campagna romana, come dimostrano Effetto di luce- campagna romana e L’ultima ora del giorno.
Cesare Uva: alcuni soggetti pompeiani
Cesare Uva viene ricordato anche per alcuni dipinti di genere pompeiano, legati molto probabilmente all’eredità paterna. La pittura di soggetto pompeiano comincia a diffondersi a Napoli sulla scia del coetaneo di Uva, Federico Maldarelli (1826-1893).
Genere apprezzatissimo dal mercato, include in sé una spiccata precisione filologica e coloristica, proprio nel ricordo di scene di vita antica. Uva si avvicina a questo tipo di pittura in due dipinti esposti entrambi a Napoli nel 1877, Panorama di Pompei e L’ultimo giorno di Pompei.
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