Cleto Luzzi

Cleto Luzzi. Mercato Siamese. Tecnica: Olio su tela, 113,5 x 148,5. Siglato in basso a sinistra con monogramma
Mercato Siamese. Tecnica: Olio su tela. Siglato in basso a sinistra con monogramma

Biografia

Cleto Luzzi (Roma, 1884-1952) nasce a Roma e si avvicina all’arte sin da giovane. La sua formazione accademica avviene presso l’Istituto di Belle Arti di Roma. Qui il pittore studia seguendo i corsi di Francesco Jacovacci (1838-1908) e di Giulio Aristide Sartorio (1860-1932). La prima produzione di Cleto Luzzi sembra fare riferimento sostanzialmente ai modi e ai temi di Jacovacci.

L’impronta di Jacovacci prima e di Sartorio poi

In effetti, l’iniziale repertorio dell’artista è tutto incentrato su ricostruzioni in costume settecentesco, memoria della stagione fortuniana in Italia. Incontri galanti, battesimi, feste, lezioni di piano, conversazioni civettuole, sono i temi prediletti dal primo Cleto Luzzi.

Il tutto, reso con una tecnica estremamente virtuosistica: tocchi leggeri a punta di pennello, una tavolozza brillante e festosa, un’attitudine gradita al mercato alla moda. Non solo i temi, ma anche le ambientazioni riportano lo stile della prima fase luzziana alla pittura di genere di impianto neo rococò.

Ma in un secondo momento, è Sartorio che esercita un grande ascendente su Cleto Luzzi. Non il primo Sartorio, quello altrettanto influenzato dalla produzione di genere di matrice fortuniana, ma il Sartorio maturo. Quello che introduce Cleto Luzzi alla sapienza compositiva e tecnica della produzione monumentale.

Sono gli anni in cui Sartorio entra a far parte del XXV della Campagna Romana. Un paesaggismo ampio e monumentale, fatto di pennellate luminose caratterizzano anche il suo repertorio di instancabile viaggiatore.
In effetti, Sartorio, negli anni Venti compie una serie di viaggi in Siria, Egitto, Giordania, e poi in America latina, riportandone impressioni originalissime.

1929: il trasferimento in Siam

Forse è proprio il Sartorio viaggiatore che ispirerà Cleto Luzzi nella sua svolta più importante. Pittore classico a Roma, dove si occupa anche della decorazione di una serie di chiese come San Nicola de’ Prefetti, alla fine degli anni Venti, cambia decisamente registro. I dipinti realizzati dagli anni Trenta in poi sono un vero gioiello in confronto alla produzione precedente.

Tutto ciò avviene grazie al trasferimento di Cleto Luzzi a Bangkok. Nel 1929 partecipa ad un bando di concorso indetto dal governo siamese per diventare direttore della Reale Accademia di Belle Arti.

Vinto il concorso, si trasferisce immediatamente in Siam, dando vita ad un radicale cambiamento della sua poetica. Se in Italia si era soprattutto occupato di soggetti sacri e di genere, qui si lascia letteralmente trascinare dai costumi thailandesi.
Ne scaturiscono variegate ed emozionanti vedute o scene tratte dalla quotidianità siamese.

Il giallo e il rosso, resi con pennellate sfilacciate e divise, emergono caldissimi dalle scene immortalate nei mercati delle spezie, nei cortili dei templi, nelle strade non solo di Bangkok, ma anche della Cambogia e dell’India.

È il trasferimento in Siam che produce il Cleto Luzzi una maturazione tematica e tecnica veramente sorprendenti. Il clima orientale lo ispira a tal punto da sembrare un pittore completamente diverso rispetto a quello delle pale d’altare romane.

Tornato in Italia alla fine degli anni Trenta, Cleto Luzzi continua ad occuparsi della produzione sacra in diverse chiese italiane. Muore a Roma nel 1952. Due antologiche lo celebrano dopo la sua morte, una nel 1956 e una nel 1958, dopodiché l’artista viene quasi dimenticato.

Gli esordi: tra pittura sacra e scene neo settecentesche

Come accennato, la prima produzione di Cleto Luzzi è essenzialmente orientata alle frivole scenette in costume settecentesco. Ne sono esempio Un incidente durante l’ora del the, La prova generale, Lo spettacolo per il cardinale, Annoiate, Il corteggiatore e Il the dal cardinale.

Per quanto riguarda la produzione sacra invece, realizza diverse pale d’altare come Il Sacro cuore per Sant’Eusebio in piazza Vittorio e quella di Santa Maria Margherita Alacoque. Qui Cleto Luzzi si mostra come un pittore classico nella rielaborazione di canoni sei e settecenteschi.

D’altra parte però, è evidente l’influenza di Sartorio nella realizzazione di decorazioni di impianto monumentale. In numerose figure delle pale d’altare di Cleto Luzzi si possono infatti riconoscere i segni e le caratteristiche di quelle del fregio di Sartorio a Montecitorio.

Cleto Luzzi in Siam: la pittura orientalista

L’occasione del trasferimento in Siam cambia notevolmente la prospettiva pittorica di Cleto Luzzi. Da pittore poco degno di nota qual era stato a Roma, in Siam esplode per originalità dei soggetti e scioltezza tecnica e cromatica.

Un’evidente predilezione per la tecnica divisionista, reinterpretata con filamenti allungati di colore, costituisce l’orientamento verso una pittura nuova, fresca.

Una libertà compositiva fino a quel momento mai svelata compare dalle tranche de vie siamesi, elaborate mentre Cleto Luzzi è pittore alla corte di Bangkok. È inevitabile che l’artista si faccia coinvolgere nell’atmosfera calda e misteriosa dei templi buddhisti in vedute come Paesaggio con tempio.

Una delle opere più significative in questo senso è Il cammino verso la galleria interna di Wat Pho. Il tempio imponente unito al cielo nuvoloso sovrasta il cortile e il solitario e anziano monaco dalla veste gialla.

Rapide impressioni esotiche dall’agile cromatismo

La stessa magnificenza silenziosa si percepisce nel Tempio reale a Bangkok, in Angkor Wat e in Interno con Buddha. Mentre un sottile brulicare sembra emergere dai dipinti più affollati, quelli dei mercati siamesi, delle strade delle città orientali.

Calde tonalità esprimono un oriente sognato e vissuto, colto con la massima ammirazione dell’artista viaggiatore. Cleto Luzzi ha dovuto tutto al Siam, proprio perché è qui che come pittore si è espresso al meglio, basta notare la sontuosità cromatica con cui tratta dipinti quali Il Naga protettore del Tempio.

Queste rapide impressioni dall’agile cromatismo terminano al suo rientro in Italia, quando si occupa soprattutto della realizzazione delle Stazioni della via Crucis nella Cappella Monumentale del Preziosissimo sangue al Verano.

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