Tullio Crali

Tullio Crali. I Naviganti (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 80 x 70 cm
I Naviganti (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 80 x 70 cm

Biografia

Tullio Crali (Igalo, 1910 – Milano, 2000) nato il Dalmazia, si trasferisce quasi subito con la famiglia a Zara. Nel 1922 si sposta a Gorizia per frequentare l’Istituto Tecnico. Qui comincia ad appassionarsi agli aeroplani e allo stesso tempo si avvicina al Futurismo.
Legge infatti i testi di Marinetti e studia delle opere di Giacomo Balla (1871-1958), di Umberto Boccioni (1882-1916) e di Enrico Prampolini (1894-1956).

“Balzo Fiamma” e il volo degli aerei

Frequenta volentieri il campo d’aviazione di Gorizia e comincia a riprodurre il volo degli aerei, fino a quando, nel 1929, entra ufficialmente nel movimento del secondo Futurismo. Nei primi anni si firma “Balzo Fiamma” anche quando scrive le prime lettere a Marinetti, per farsi accogliere all’interno del movimento.

Quando conosce Sofronio Pocarini (1898-1934), fondatore del Movimento Futurista Giuliano, ormai il suo legame con questa corrente è netto e durerà per tutta la sua vita. Nel 1929, quando viene pubblicato il Manifesto Futurista dell’Aeropittura, il giovane Tullio Crali espone per la prima volta alla Mostra di Belle Arti di Gorizia.

È qui che inizia la sua carriera di artista futurista, che si svilupperà poi negli anni Trenta e Quaranta. Allontanandosi in parte dalle astrazioni precedenti, cerca di dare vita ad un futurismo personale, che riesca a trasmettere il volo areo in senso naturalistico più che incentrato sulle linee forza.

Tra architettura ed arti applicate

Tullio Crali negli anni Trenta inizia una ricerca artistica che lo affianca a Prampolini. Utilizza una serie di materiali diversi per realizzare anche progetti architettonici e cartelloni pubblicitari. È a questo punto che anche lui giunge all’astrazione e alla creazione di un mondo tutto futurista che accoglie moda, arredamento, modo di vivere.

Conosce Tato (1896-1974) e Anton Giulio Bragaglia (1890-1960) ed espone all’interno delle più importanti mostre futuriste. Nel 1932 inizia la sua attività di poeta, autore di “parole in libertà”.

Partecipa a Biennali di Venezia, Quadriennali romane, ma anche a moltissime esposizioni estere. Alla fine degli anni Trenta, per rendere più veritiera l’epopea del volo sulla tela, comincia a salire sugli arei della Squadriglia di Caccia di Gorizia.

Prende parte alla seconda guerra mondiale e nel 1944 viene fatto prigioniero dai partigiani. Nel ’46, terminato il conflitto, si trasferisce con la famiglia a Torino, dove insegna alle scuole superiori. Nel 1950 rifiuta davanti a Marinetti la fine del Futurismo ed espone presso la Galleria Bergamini organizzando anche una serata di poesia futurista.

L’esperienza parigina ed egiziana

Alla metà degli anni Cinquanta si data il soggiorno di cinque anni di Tullio Crali a Parigi. È un momento cruciale per la sua poetica. Il periodo francese si arricchisce di schizzi e tele che non rappresentano solo il movimento urbano, ma anche elementi paesaggistici.

È sulle spiagge della Bretagna che nascono infatti le Sassintesi. Per tutti gli anni Sessanta Tullio Crali si trova al Cairo per dirigere la Scuola d’Arte Italiana. Anche qui realizzerà impressioni orientali e soprattutto porterà grandi novità nell’insegnamento dell’arte.

Dagli anni Sessanta alle soglie del nuovo millennio

Tornato in Italia nel 1968, continua la sua attività di artista, incentrata non solo sull’atto del dipingere, ma soprattutto sulla partecipazione a conferenze sul Futurismo, volte a narrarne le gloriose imprese.

Tutto ciò, culmina nella creazione, nel 1977, di un Centro di Documentazione Futurista nel suo studio milanese.

Negli anni Novanta, come ultima grande impresa artistica, realizza una serie di tele tutte dedicate alle Frecce Tricolori con cui collabora dal 1987. Nel 1994 il MART di Rovereto gli dedica un’imponente antologica che comprende i suoi dipinti ma anche le sue opere di arte applicata, le sue poesie, i suoi cartelloni.  Muore a Milano nel 2000.

Tullio Crali: artista del volo futurista

Negli anni Trenta Tullio Crali inizia ad esporre all’interno delle mostre futuriste. Al 1930 risale il dinamico dipinto Le forze della curva. Ma è nel 1931 che partecipa alla Mostra Futurista di Areopittura di Roma con Rombi d’aria e Lussuria aerea. Sempre a questi anni risalgono dipinti quali Pilota di Caccia e Ali tricolori esposti alla mostra degli Aeropittori Italiani a Parigi.

Nel 1935 partecipa alla II Quadriennale romana con Profondità e Aeropittura: Uomo e Cosmo, opere nelle quali Tullio Crali mostra tutta la sua propensione verso una linea curva e dinamica, in grado di trasmettere l’astrazione del movimento aereo nello spazio.

Affine in qualche dipinto all’orfismo di Delaunay o al cubismo, dà vita talvolta ad opere dal carattere misterioso e oscuro, talvolta a dipinti luminosi e chiari. Linee, figure, forme, si uniscono e si intersecano per creare una pittura aerea, leggera, a tratti onirica e lontana.

Alla III Quadriennale di Roma presenta Vite orizzontale, Scivolata d’aria, Acrobazia aerea e Volo sui campi di battaglia. Mentre a quella del 1943 invia una serie di Aeropitture di guerra elaborate proprio sul campo di battaglia durante il conflitto mondiale.

Risale invece al 1940 la sua personale alla Biennale di Venezia in cui espone alcuni tra i suoi più importanti dipinti aerei, Motore seduttore di nuvole e Ammaraggio nel golfo. Si tratta di dipinti proprio realizzati a partire dalla diretta osservazione della terra a bordo di caccia da guerra.

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