Luigi Crosio

Luigi Crosio. Scena Pompeiana. Tecnica: Olio su tela
Scena Pompeiana. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Luigi Crosio (Alba, 1835 – Torino, 1915) si forma presso l’Accademia Albertina di Torino, dove si specializza subito nella scena di genere. Ben presto le sue opere cominciano a fare brezza nella borghesia e nell’aristocrazia sabauda, per la piacevolezza delle ambientazioni e per la leggerezza dei temi.

In effetti, Luigi Crosio si dedica a frivole scene di genere ambientate nel Seicento e nel Settecento, in ambienti eleganti e raffinati. Sono queste le prime opere che attraggono l’interesse dei collezionisti, anche se in seguito, quelle che garantiranno la fortuna del pittore saranno principalmente quelle di ambientazione neo pompeiana.

Il successo di mercato

Sulla scia di del pittore olandese Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Luigi Crosio si fa interprete di una pittura che riporta alla luce la cultura romana antica. Gli scavi di Pompei eseguiti alla fine del Settecento, avevano condotto gli artisti a studiare ed ammirare quel tipo di pittura che poi è confluita nei quattro stili pompeiani.

Snelle colonne ed elementi architettonici dividevano le scene, come pittoriche imitazioni delle quinte teatrali. Popolate di figure femminili, bambini o eroi antichi, le mura di Pompei sono state da esempio a vaste generazioni di pittori e scultori.

Il genere neo pompeiano perde, però, quella tensione drammatica delle scene antiche e acquisisce quella dimensione vaporosa e piacevole della scenetta di genere ambientata nell’antichità.

La quotidianità frivola ed elegante che viene narrata nelle scene pompeiane, ma anche in quelle di gusto neo settecentesco, piacciono moltissimo al mercato europeo, in particolare alla Maison Goupil. I ricchi collezionisti amano circondarsi di dipinti arcaizzanti o del vicino Settecento e Seicento, realizzati con notevole cura e perizia tecnica.

Tra pittura e cromolitografia

Così, Luigi Crosio, grazie alla sua abilità tecnica sia nel disegno che nel colore riesce ad ottenere subito un vasto successo di mercato. Partecipa comunque con regolarità alle Promotrici di Torino e alle esposizioni genovesi e milanesi.

Ben presto, Luigi Crosio, sfruttando le numerose richieste da parte dei collezionisti, inizia ad utilizzare la cromolitografia. In tal modo, riesce a riprodurre, tramite questa tecnica incisoria a colori, una serie di piccole opere da inserire nel mercato, accessibili a tutti. Luigi Crosio dipinge ed espone fino agli anni Ottanta dell’Ottocento e muore a Torino nel 1915.

Luigi Crosio: scene di genere, tra gusto neo settecentesco e neo pompeiano

Sulla scia del successo di pittori piemontesi come Pier Celestino Gilardi (1837-1905) e Celestino Turletti (1845-1904), Luigi Crosio fa della briosa pittura di genere il fulcro della sua carriera. Esordisce alla Promotrice di Torino con un dipinto ancora accademico, il soggetto storico Episodio dell’emigrazione dei greci nelle ultime rivoluzioni.

Una tecnica già impeccabile e un cromatismo raffinato emergono dalla sua prima produzione degli anni Sessanta, in dipinti di ricostruzione letteraria come Rebecca e Ivanhoe, comparso alla Promotrice torinese del 1861. Emma viene esposto nel 1863, La Bibbia del curato nel 1865, dipinto oggi conservato nel Museo Civico di Torino.

Nel 1867 a Genova presenta il leggero quadro di genere Il marito in ritardo e nel 1869 Lettura. Negli anni Settanta a Torino compaiono le prime scene pompeiane come Scena domestica a Pompei, Alla fontana e Armonie.

Dipinti in costume settecentesco, caratterizzati da curiosi ed aneddotici episodi di vita quotidiana vengono presentati a Milano nel 1881: Paure ingenue, Un desiderio e Gelosie. Carità compare nella sua ultima esposizione torinese del 1884.

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