Oreste Da Molin

Oreste Da Molin. Scopriti! Passa un Ferito del Lavoro. Tecnica: Olio su tela
Scopriti! Passa un Ferito del Lavoro. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Oreste Da Molin (Piove di Sacco, 1856 – 1921) apprende i primi rudimenti di disegno nella Scuola Grafica della sua cittadina, Pieve di Sacco. Ben presto Oreste Da Molin rimane orfano di padre, che però, notate le sue attitudini artistiche, prima di morire aveva provveduto ad iscriverlo all’Accademia di Venezia.

La formazione a Venezia

Nel 1873, dunque, Oreste Da Molin si trasferisce a Venezia. In Accademia ha come insegnanti lo scultore Antonio Dal Zotto (1841-1918), Pompeo Marino Molmenti (1819-1894). Sin da subito brilla in accademia, soprattutto nei corsi di figura e di ornato. Dai primi concorsi annuali scolastici riceve primi premi per la pittura per il nudo, distinguendosi tra gli altri studenti, per il tocco brioso e luminoso.

A cominciare dalla metà degli anni Settanta, per mantenersi a Venezia, comincia a eseguire una serie di piccole marine e dipinti di genere ispirati dalla quotidianità veneziana, da vendere ai turisti stranieri. Con i ricavi delle vendite di questi quadretti di paesaggio e di genere, riesce a compiere un soggiorno a Napoli per studiare presso Domenico Morelli (1823-1901).

Al suo rientro a Venezia, Oreste Da Molin si diploma e come premio ottiene uno studio all’interno dell’Accademia. Esordisce all’Esposizione di Trieste nel 1880, momento che dà inizio alla sua lunga e intensa stagione espositiva, durata fino ai primi anni del Novecento.

Una fiorente attività espositiva

Alle mostre veneziane, milanesi, torinesi e anche estere, Oreste Da Molin ottiene un immediato successo di pubblico. È spesso premiato per i suoi dipinti di genere ispirati al linguaggio di Giacomo Favretto (1849-1887), con cui conquista anche la critica francese ai Salon. Vi espone per diversi anni, dal 1882 al 1914, con qualche breve interruzione, ed entrando a far parte dell’Union International des Beaux Arts di Parigi.

È inevitabile che in questa città prenda anche contatto con Adolphe Goupil, che gli permette di entrare con facilità nel mercato internazionale. I suoi deliziosi e leggeri dipinti di genere, ispirati anche al costume settecentesco, ottengono un grande successo a Vienna, a Monaco di Baviera, a Berlino, Barcellona, Londra e Praga.

Non è da dimenticare poi la sua attività di ritrattista, in cui, con una pennellata delicata e sciolta, vibrante di luce, rappresenta donne e uomini del popolo, ma anche personalità più in vista.

Inoltre, tra l’abbondanza di dipinti aneddotici, non possono essere tralasciati quelli dedicati con partecipazione alla questione sociale, vista con rispetto e osservazione acuta.

Negli ultimi anni continua a partecipare assiduamente a mostre italiane ed internazionali, sempre apprezzato dalla critica e dal pubblico. La sua fiorente carriera termina con la sua morte, avvenuta nella sua città natale nel 1921. Pochi anni prima, era andato via da Venezia per godersi il successo dal suo paesino di nascita Piove del Sacco, vicino Padova.

Oreste Da Molin: le scene di genere di gusto aneddotico

Prima di terminare l’Accademia, Oreste Da Molin già aveva esposto una piccola serie di tavole ispirate alla quotidianità popolare veneziana. Si tratta di In attesa di un compratore e di Una partita a tressette.

Ma il vero e proprio esordio risale al 1880, quando a Trieste espone La famiglia Galeto. L’anno successivo compare a Milano il dipinto I pitori xe tuti mati, dipinto aneddotico dalla pennellata sciolta, veloce ed espressiva.

La bona fia compare all’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1883, Sala di un antiquario a Venezia e uno Studio dal vero a quella di Torino del 1884. Si tratta degli anni in cui i dipinti di Oreste Da Molin raccontano, in tono scherzoso, curioso ed aneddotico, la vita di tutti i giorni a Venezia. Molte sono anche le scenette tratte da rievocazioni settecentesche, tutte ambientate in salotti eleganti e luminosi.

L’interesse per i temi sociali

Una parziale svolta nella pittura di Oreste Da Molin giunge nel 1887, quando a Venezia espone Tristizia e soprattutto il famoso dittico Mal nutriti – Ben nutriti, che lo separa per un attimo dalle scenette frivole e leggere degli anni precedenti. Il dittico, di interesse sociale, colpisce così tanto la critica e il pubblico che viene esposto in diverse rassegne, fino ad arrivare in Colombia nel 1892.

Altro dipinto sulla stessa scia è Monte di pietà, esposto a Milano nel 1891 e a Chicago due anni dopo, con cui ottiene la medaglia d’oro. Nel frattempo, a Palermo nel 1892 espone una serie di oli su tela e di disegni a penna come Testa di vecchio, Il regno del dolore, Oscurantismo e Il barbiere rusticano. Diurnisti a due lire compare alla Biennale di Venezia del 1895 e Angoscia, durante l’operazione di una persona cara a quella del 1897.

Tra satira e pietismo

Intesa in senso pietistico o satirico, Oreste Da Molin ha trattato la questione sociale in maniera magistrale, basti pensare alla Tavolozza politica, una sorta di polittico con i ritratti dei politicanti del tempo, dal clericale al socialista.

Con sguardo acuto e sincero, e con vena interpretativa ingegnosa e tecnicamente impeccabile, i volti degli uomini compaiono sotto una veste quasi carnascialesca.

Nel 1898 si ritira nella sua Piove di Sacco, dove continua a dipingere soggetti di genere e legati alla questione sociale e lavorativa. Ne sono esempio il suggestivo Scopriti! Passa un ferito del lavoro, Soli al mondo e Risveglio. Una personale gli viene dedicata a Padova nel 1910 e un’altra, più importante ed organizzata dal figlio Ettore a Piove di Sacco nel 1920, un anno prima della sua morte.

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