Giovanni David

Giovanni David. La Battaglia della Meloria, 1777. Tecnica: Olio su Tela
La Battaglia della Meloria, 1777. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Giovanni David (Cabella Ligure, 1743 – Genova, 1790) è documentato a Roma nel 1770, per un perfezionamento presso l’accademia privata Domenico Corvi (1721-1803). Secondo alcuni studiosi, prima di questo soggiorno, è probabile che abbia frequentato l’Accademia Ligustica, anche se ciò non è confermato da alcuna fonte certa.

Tra Roma e Venezia

Grazie al sostegno economico della famiglia Durazzo, Giovanni David riesce a rimanere a Roma fino al 1775, anno in cui ottiene il Premio Balestra all’Accademia di San Luca. Il linguaggio dell’artista è ancora visibilmente legato agli stilemi del tardo rococò, tendenza che si smorza gradualmente grazie ad una personalità che riesce ad assorbire facilmente le novità più accattivanti, ma anche l’intramontabile insegnamento dell’antico.

Proprio nel 1775, il pittore si trasferisce a Venezia, sempre a servizio di Giacomo Durazzo, ambasciatore imperiale nella città veneta. Qui, ha modo di approfondire i pittori veneti del Cinquecento, studiandone la struttura cromatica.

Ma oltre Tiziano, Giorgione e Veronese, Giovanni David si interessa particolarmente ai primitivi e a Mantegna, che analizza nella cappella Ovetari a Padova, trasporto che ci fornisce già un indizio sulla particolare sensibilità artistica di Giovanni David, che sicuramente si discosta dai suoi contemporanei genovesi.

In effetti il pittore, al fianco di Durazzo, collezionista di antichità e bibliofilo, lo aiuta a selezionare le stampe e i disegni per l’Albertina di Vienna. Questi primi pezzi costituiranno il nucleo iniziale della copiosa collezione austriaca voluta dal principe Alberto di Sassonia.

I numerosi viaggi e il rientro a Genova: una personalità eccentrica

Durante questa attività di ricerca, Giovanni David viaggia dall’Italia, alla Francia, all’Inghilterra all’Olanda, ampliando inevitabilmente la propria formazione e aggiornando gli stilemi tardo rococò ad un Neoclassicismo nordico intriso di valori derivanti dalla formulazione dell’idea di sublime e di elementi preromantici.

In effetti, all’inizio degli anni Ottanta, rientra a Genova e dà vita alle sue prime grandi opere pubbliche per il Palazzo Ducale, ma contemporaneamente si dedica ad una serie di piccole composizioni di invenzione ricche di capricci, di forti passaggi chiaroscurali, di movimenti repentini e di improvvise esplosioni luminose, che nascondono un preciso intento preromantico.

In questo senso, Giovanni David può essere considerato un artista singolare ed eccentrico, molto vicino agli sviluppi disegnativi e pittorici di autori nordici come lo svizzero Johann Füssli (1741-1825) e il danese Nikolaj Abildgaard (1743-1809).

L’esperienza nel campo della scenografia teatrale accentua ancor di più questa tendenza espressiva che si unisce ad un sempre presente sostrato derivante dallo studio del Rinascimento e del delicato cromatismo veneto.

Negli anni Ottanta si svolge principalmente l’attività di Giovanni David a Genova, dove si occupa prevalentemente di soggetti biblici per diverse chiese locali, ma anche di scene mitologiche e di fantasia che insistono su accenti macabri e bizzarri, declinati nella loro acutezza luministica, che fanno del pittore un vero innovatore.

Alcuni disegni, acquarelli ed incisioni lasciano testimonianza di questa sua attitudine espressiva di carattere drammatico e visionario, che purtroppo viene interrotta da una precoce morte, che sembra lasciare in sospeso questa esigenza di rinnovamento. Muore infatti a Genova nel 1790, a soli quarantasette anni.

Giovanni David: il preludio alla visione sublime del Romanticismo

Come precedentemente accennato, gli esordi di Giovanni David avvengono a Roma. Nel 1775, all’Accademia di San Luca presenta la tela con Mosè che mostra al popolo ebreo le tavole della Legge, ancora intrisa di stilemi rococò, seppur mediati da accenti personali che gli assicurano il primo premio.

La singolare personalità dell’artista si rivela nel suo carattere di viaggiatore e ricercatore instancabile, a servizio di Giacomo Durazzo, a cui rimarrà sempre carissimo, immerso in molteplici attività, dall’incisione, alla scenografia, alla pittura, tutte condotte con ottimi risultati. Agli anni Settanta, quando si divide tra Roma, Venezia, Genova e l’Europa, risale una serie di stampe in cui spiccano una Crocifissione con schiavi in catene e le copie degli affreschi di Mantegna a Padova.

Sempre nello stesso periodo, si possono inserire alcuni ritratti, come quello di Giacomo Durazzo e diverse scene mitologiche tra cui La morte di Procri, tutte opere già caratterizzate da una curiosa tendenza all’inserimento di prospettive vertiginose, di scorci arditi, di effetti luministici cangianti e di un disegno affascinante ed onirico, che rivela il contatto, negli anni romani, con gli artisti nordici sopra nominati.

L’interesse per il tetro, per il drammatico, per gli effetti notturni e per le scene concitate di particolare intensità storica si svela a pieno in una delle sue opere più importanti, la tela con La battaglia della Meloria eseguita nel 1777 per la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale a Genova.

Da segnalare è la tela realizzata da Giovanni David per la Collegiata di Santa Maria delle Vigne a Genova, con la Presentazione della Vergine al Tempio, in cui la prospettiva architettonica sorregge l’intera scena e ha il compito di incorniciare scenograficamente le figure luminose ed espressive che non possono non ricordare l’influenza veneta di Carpaccio, nella gestione serrata della processione, ma anche Veronese e Tiepolo nella scelta cromatica e nell’impaginazione prospettica.

La sensibilità coloristica, la tendenza al sublime e a capricciosi effetti disegnativi e luministici si riscontrano nelle Scene mitologiche ad acquarello, oggi in collezione privata a Genova, nel disegno con Antonio e Cleopatra e nelle Storie di Sant’Agnese lasciate incompiute nel 1790 nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Genova, poi portate a termine da Carlo Alberto Baratta (1754-1815).

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