Ettore De Maria Bergler

Ettore De Maria Bergler. Rinaldo e Armida. Tecnica: Olio su tela
Rinaldo e Armida. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Ettore De Maria Bergler (Napoli, 1850 – Palermo, 1938) nasce a Napoli durante un soggiorno in città dei suoi genitori, ma ben presto rientra a Palermo con la famiglia. È proprio qui che ha inizio la sua formazione di pittore: studia con Francesco Lojacono (1838-1915) tra il 1875 e il 1877. Inizialmente, quindi, il suo genere prediletto è il paesaggio, trattato con lo stesso equilibrio cromatico e luministico del maestro.

I viaggi di studio

Il mecenate palermitano Giovanni Riso di Colobria, notato il talento di Ettore De Maria Bergler, decide di finanziare un viaggio di studio al giovane artista. Dunque, prima si reca a Napoli dove studia con Edoardo Dalbono (1841-1915), con Domenico Morelli (1823-1901) e con Filippo Palizzi (1818-1899).

A questo punto, soprattutto grazie alla vicinanza a Dalbono, la sua tavolozza si schiarisce e il suo linguaggio acquisisce un indirizzo decorativo che prima non aveva. Da Napoli, Ettore De Maria Bergler, si sposta a Firenze, dove il contatto con i macchiaioli lo porta a realizzare una serie di tavolette in cui risulta influenzato dalla loro ricerca cromatica e luministica.

Il successo di mercato

Ben presto Ettore De Maria Bergler si ritrova a vivere tra Roma e Firenze. Gli anni Settanta e Ottanta sono quelli in cui non solo espone moltissimo, ma crea importanti contatti con le gallerie.

A Firenze è legato con un contratto alla Galleria Pisani, a Roma alla Casa D’Atri. I suoi luminosissimi paesaggi siciliani, trattati con una pennellata leggera e ariosa, fanno gola al mercato internazionale.

Partecipa ad esposizioni napoletane, palermitane e milanesi, ma anche a diverse edizioni della Biennale di Venezia, dal 1901 al 1912. I paesaggi dalla pennellata morbida, ma allo stesso tempo attentissimi al dato reale, riscuotono un grande successo. Ma Ettore De Maria Bergler è anche un abile ritrattista, richiesto soprattutto dall’aristocrazia e dalla borghesia palermitana.

L’attività di decoratore

Notevoli sono i risultati ottenuti da Ettore De Maria Bergler nella sua attività di decoratore. Realizza Figure allegoriche nel Salone della Cassa di Risparmio di Palermo. Ma soprattutto affresca la sala dal pranzo del Gran Hotel Villa Igiea a Palermo, rispettando il gusto Liberty e floreale legato anche ai progetti architettonici e di arredamento di Ernesto Basile.

Dal 1913 al 1931, svolge anche l’attività di insegnante di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove muore nel 1938 a ottantotto anni.

Ettore De Maria Bergler: i luminosi paesaggi palermitani

Dopo le numerose esperienze formative in Italia, tra Palermo, Napoli, Firenze e Roma, Ettore De Maria Bergler dà vita ad un linguaggio personale che lo porta ad un immediato successo.

Il paesaggio è la sua cifra caratteristica: è trattato attraverso le varie suggestioni veriste ricevute nel corso degli anni. Parte dalla limpidezza verista di Lojacono, passa per il virtuosismo cromatico di Dalbono e giunge al realismo della macchia.

Tutti questi elementi vanno a formare una pittura morbida e leggera, luminosa e moderna, autentica e contemporaneamente decorativa. Alla Mostra di Firenze del 1877 espone una serie di paesaggi che evidenziano i suoi spostamenti dalla Campania alla Toscana. Si tratta di Lungo il Mugnone, L’Arno, Marina di Torre del Greco, Marina di Napoli, Via Palazzuolo in Firenze, L’isola di Capri.

Nello stesso anno Ettore De Maria Bergler invia all’Esposizione Nazionale di Napoli il dipinto La grotta di Denissinni presso Palermo. Ben presto, il paesaggio si unisce anche a delicate scene di genere che piacciono al mercato internazionale, infatti all’Esposizione di Milano del 1881 invia Al Sole – genere. A Roma, nel 1883, compare Bassa marea e a Torino nel 1884 La domenica delle Palme, Nella piazza del Duomo (Palermo), Spiaggia di Valdese (Sicilia).

Nel 1887 partecipa all’Esposizione Nazionale Artistica di Venezia con Ai Bagni, ma il vero successo giunge a Palermo nel 1892, dove espone Sei ricordi della Sicilia, I chierici rossi, I cavalli alla foce, Studio di testa a pastello, Strada presso Palermo.

Tra paesaggi e ritratti

Accanto ai paesaggi caratterizzati da una delicata trattazione cromatica, influenzata dalla pennellata leggera a punta di pennello, ereditata da Dalbono, Ettore De Maria Bergler elabora una serie di ritratti. I primi compaiono alle esposizioni degli anni Novanta. Ne sono esempio Lavandaie di Siracusa e Ritratto di donna comparsi a Torino nel 1898.

Al 1901 risale la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia con Sera, Porta Mazzara, Le colonne del Tempio di Giove a Siracusa. Mentre presenta il suggestivo paesaggio Luci vespertine e nel 1905 Ritratto della Signora E., Sole morente – Mare africano, Scirocco, Conca d’Oro e Curiosa.

Tra gli altri ritratti, non possono non essere ricordati quello di Donna Franca Florio, quello di Donna Maria di Ronha duchessa di Madrid e di Don Carlos duca di Madrid.

Ettore De Maria Bergler partecipa alle Biennali veneziane fino al 1912: nel 1907 invia Taormina, Viole, Autunno. Al 1909 risale la sua personale presso la rassegna, con una serie di trentadue opere tra cui Prime foglie, Agave, Pastorelle, La Zisa, Campagna di Siracusa, Trapani, Scirocco, Palermo – Kalsa, Marsala, tutti paesaggio siciliani dalle forti suggestioni luministiche. All’ultima Biennale del 1912 espone Rinaldo e Armida, La basilica fra gli ulivi – Cefalù, Santa Maria della Catena – Palermo.

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