Sommario
Biografia
Carlo De Paris (Barcellona, 1800 – Roma, 1861), nato a Barcellona, ma giunto a Roma con la famiglia solamente un anno dopo la sua nascita, vi rimane fino al 1825. Perde i genitori molto presto e viene affidato alle cure dell’abate gesuita Giovan Francesco Masdeu che, notate le sue eccellenti e precoci doti artistiche, lo introduce nello studio del pittore accademico spagnolo José Aparicio (1773-1838).
Quest’ultimo, rientrato a Madrid nel 1815, perché nominato pittore di camera del re Ferdinando dopo la Restaurazione, lascia Carlo De Paris nello studio di Luigi Agricola (1750-1821), dove rimane per circa due anni.
Durante questo fondamentale apprendistato, il giovane pittore viene accompagnato nelle Stanze Vaticane per copiare gli affreschi di Raffaello, ma anche all’Accademia di San Luca, dove, su consiglio di Agricola stesso, nel 1817, inizia a frequentare i corsi di pittura di Gaspare Landi (1756-1830) e nel 1820 già partecipa al Concorso Canova con un dipinto di storia romana.
Il trasferimento a Città del Messico
Carlo De Paris è conosciuto soprattutto per l’attività pittorica che svolge al di fuori dell’Italia. Nel 1825, dopo aver ricevuto le prime importanti commissioni a Roma, raggiunge uno zio in Provenza ed in seguito, suo fratello a Barcellona.
Dopo un anno trascorso in Spagna e un breve soggiorno a Milano, nel 1828 parte per Città del Messico, dove diventa il pittore prediletto del Governo Repubblicano, nato dall’Indipendenza dall’America del Nord nel 1813.
Esaminato dall’Academia des Bellas Artes de San Carlos, viene subito ampiamente apprezzato, non solo per l’esecuzione dei ritratti dei presidenti messicani, ma anche per la realizzazione di impressioni, vedute e dipinti di costume locale.
Il rientro a Roma e gli ultimi, fruttuosi anni
Rientrato a Roma nel 1836, Carlo De Paris prende uno studio in via Condotti. Mostra le sue opere messicane e riceve l’approvazione di papa Gregorio XVI, ma anche di Vincenzo Camuccini (1771-1844). Iscrittosi nel 1838 ai Virtuosi del Pantheon, inizia a dedicarsi a ritratti su commissione, ma anche a paesaggi tratti dalla campagna romana di impostazione classica e a episodi della storia contemporanea ed antica.
Molte di queste opere vengono esposte, nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta all’Associazione degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. ancora nel pieno dell’attività, muore a Roma nel 1861, a sessantuno anni.
Carlo De Paris: paesaggi, ritratti e dipinti di storia tra Roma e Città del Messico
Tra le prime opere accademiche realizzate a Roma in età giovanile vi sono La continenza di Scipione, saggio per il concorso Canova all’Accademia di San Luca, ma anche Il samaritano che cura il ferito, Francesca da Rimini nell’atto della lettura e La morte di Priamo, alcuni dei quali venduti al suo arrivo in Messico.
Carlo De Paris ottiene la sua primissima approvazione in Messico con la tela La cappella Pontificia nel Palazzo del Quirinale con funzione papale. Poco dopo, all’inizio degli anni Trenta, il governo messicano acquista la grande tela con La resa della divisione spagnola comandata dal generale Barradas, dopo che questi aveva tentato di riconquistare il paese fortificandosi nella provincia del Tampico.
A questo punto, il pittore, su commissione ufficiale del presidente della Repubblica messicana, esegue i ritratti di tutti i presidenti dall’anno dell’Indipendenza dagli Stati Uniti: Vittorio Guerrero, Pedrasa, Santanna, Gomez Farrias, Agostino e Iturbiade.
Tra le altre opere realizzate in Messico vi sono i ritratti di alcuni vescovi e prelati, ma anche impressioni con costumi del luogo, come Cerimonie indigene nei funerali dei bambini o Il villaggio di Chapula.
Rientrato a Roma, Carlo De Paris ottiene un grande successo con la grande tela Valle dove sorge la capitale del Messico, che rispetta evidentemente tutti i canoni del paesaggio classico, grazie all’uso di una luce diffusa e dell’attenzione ai particolari naturalistici. Ma risalta anche il cromatismo vivace e acceso, dovuto al rispetto dei colori della ricca vegetazione messicana.
Queste piccole novità, dovute anche allo studio dal vero, si ritrovano anche nei paesaggi della campagna romana, eseguiti negli anni Quaranta, come Le cascatelle di Tivoli, Una veduta dalle colline presso Monte Mario, Veduta del Gianicolo con la Quercia di Tasso.
Tra le tele di soggetto storico antico o contemporaneo vi sono Cecilia da Romano rapita da Gherardo Trisolino, L’andata dei volontari civici alle infelici trasordinate guerre d’oltralpe del 26 marzo 1848, tasso venuto alle mani con il famoso masnadiero Matteo Sciarra e La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
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