Sommario
Biografia
Giuseppe De Sanctis (Napoli, 1858 – 1924) è uno dei rappresentanti della scuola napoletana. Viaggia molto tra Londra e Parigi entrando in contatto con Adolphe Goupil e quindi aderendo alla pittura alla moda.
Nei primi anni del Novecento diventa insegnante di incisione e acquaforte all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Muore nel 1924, nel pieno della sua attività pubblica napoletana.
La formazione napoletana
Dagli anni Settanta Giuseppe De Sanctis studia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, avendo come compagni di corso Gaetano Esposito (1858-1911) e Paolo Vetri (1855-1937).
Ben presto entra in contatto con Domenico Morelli (Napoli, 1826-1901), il maestro che lo indirizza verso una pittura dagli accenti esotici, ma basata sul vero.
I soggetti storici e orientaleggianti
Giuseppe De Sanctis, nel 1889 all’Esposizione Internazionale di Monaco, presenta il dipinto Nell’Harem e Preghiera della sera in un cortile bizantino del V secolo. Come si deduce dal titolo è un’opera dal gusto orientaleggiante, ereditato dall’influenza che esercita su di lui Domenico Morelli.
La pittura alla moda
L’artista, tra gli anni Ottanta e Novanta, si reca spesso a Londra e a Parigi dove conosce artisti come Lawrence Alma Tadema (1837-1912) e Jean Léon Gérome (1824-1904) e dà vita al rapporto con il mercante Adolphe Goupil.
La vicinanza a questi artisti e al mercato dell’arte e quindi al gusto imperante dell’alta borghesia parigina ed inglese spingono De Sanctis, ancora di più verso una pittura decorativa e piacevole, dedicata a figure femminili e ad ambientazioni lussuose.
Naturalmente il linguaggio di Giuseppe De Sanctis è anche influenzato dal gusto imperante a Napoli, quello introdotto da Mariano Fortuny (1838-1874). Nel 1874 l’autore spagnolo lascia in eredità ad una vasta schiera di pittori napoletani il suo tocco vibrante e una tavolozza molto variegata.
Ne è una dimostrazione Donna tra le ortensie del 1890, oggi al Museo di Capodimonte, realizzata per il Caffè Gambrinus di Napoli.
Nel dipinto una donna affascinante con un tamburello in mano esibisce una posa sensuale, immersa in una profusione di ortensie e in una realtà sinestetica, dove la vista si unisce a suoni e odori.
Giuseppe De Sanctis. Le Opere
Nei primi anni del Novecento riproduce famose opere di Morelli, tra cui Le tentazioni di San’Antonio, e di Michele Cammarano. Nel 1911, al cinquantenario delle Esposizioni Internazionali si dedica con Paolo Vetri alle decorazioni del padiglione della Campania, Basilicata e Calabria.
Attenzione particolare per la volta della sala centrale, andata distrutta, che aveva come tema Il trionfo della civiltà del Mezzogiorno. Quest’opera è stata realizzata con allegorie e stile neosettecentesco napoletano, insieme ad un uso decorativo e consistente dei fiori.
Opere dal carattere mondano
Nei primi anni del Novecento Giuseppe De Sanctis partecipa a diverse esposizioni della Promotrice di Napoli, ma anche alle Biennali di Venezia presentando opere dal carattere mondano come Ritratto di Signora.
Una donna raffinata e avvolta in una vestaglia dal gusto orientale, si staglia con sguardo languido, di fronte ad un muro decorato con motivi floreali raffinati.
Giuseppe De Sanctis espone anche dipinti dai temi legati alla cultura francese di inizio secolo come La Senna presso Parigi, esposto alla Biennale del 1924. In questa tela la Senna diventa la protagonista del paesaggio parigino al tramonto, bagnato da una luce intensa e allo stesso tempo placida.
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