Sommario
Biografia
Domenico Maria Durante (Murazzano 1879 – Canale d’Alba 1944), proveniente da un’agiata famiglia piemontese della provincia di Cuneo, dimostra ben presto doti artistiche che coltiva con la frequentazione dell’Accademia Albertina di Torino. Affianca l’attività pittorica a quella sportiva: nel 1900 entra a far parte della Juventus come portiere e nel 1901 esordisce nel campionato italiano, proprio agli albori della storia della squadra, per poi continuare a giocare fino al 1911, conosciuto con il soprannome di “Durantin”.
Una doppia carriera: tra la pittura e la Juventus
L’insolita carriera di pittore-calciatore viene condotta con eguale entusiasmo, tra le partecipazioni alle più importanti esposizioni italiane e l’intensa attività di portiere nella Juventus. Come artista, esordisce nel 1902 all’Esposizione Torinese d’Arte Decorativa con le opere Bimba e Mendicante e due anni dopo partecipa all’Esposizione di Firenze con Poeta alla solitudine, che gli fa ottenere il premio della Camera di commercio.
Nello stesso anno, è anche alla Promotrice di Belle Arti di Genova con il ritratto di bambina Sorriso, frammento, che già svela l’indirizzo pulito e nitido della sua pittura e quel senso di giocoso mistero che si cela dietro gli enigmatici sorrisi dei soggetti ritratti. Costante è il riferimento alla tradizione ritrattistica rinascimentale, filtrata attraverso le novità simboliste e le atmosfere sospese della Torino di inizio secolo, condivise con un altro maestro dell’epoca, Felice Casorati (1883-1963). Questi primi successi gli permettono di guadagnare il favore di diverse famiglie della borghesia, tra cui i Gorresio di Genova, rappresentati nel Ritratto della famiglia Gorresio, esposto alla promotrice di Genova del 1905.
Gli enigmatici ritratti femminili: tra Realismo Magico e memorie neo-rinascimentali
Il 1907 è un anno particolarmente ricco di esposizioni: partecipa alla sua prima Biennale di Venezia con Anima gioconda e Vecchia al veggio; è presente ancora alla Promotrice di Genova con l’opera Fragilità (che già era stata esposta a Cuneo l’anno precedente ottenendo la medaglia d’oro e l’acquisto del signor Gorresio); espone poi alla Mostra di Firenze Vecchia e Ritratto.
Anima gioconda compare di nuovo all’Esposizione di Firenze del 1908 insieme a Diana, mentre con Ritratto della signora N. e Dea partecipa alla sua seconda Biennale nel 1910, dove ottiene l’acquisto da parte del re Vittorio Emanuele III. Alla Prima Esposizione Donatelliana a Livorno del 1909 presenta un Profilo con cui ottiene la medaglia d’oro e la Croce al merito, opera di sapore preraffaellita e neorinascimentale oggi conservata alla GAM di Torino. La scelta delle vesti, l’eleganza della posa, l’opalescenza dell’epidermide richiamano alla memoria i profili del Quattrocento toscano, ma anche l’andamento elegiaco e decorativo dei pittori preraffaelliti inglesi.
Nel frattempo, porta avanti la carriera calcistica con successo: nel 1905, con la Juventus vince il campionato italiano e gioca la sua ultima partita contro il Torino nel 1911. Ciononostante continuerà a collaborare con la squadra in qualità di illustratore, riconoscibile dalla firma “Durantin”, nel bollettino ufficiale “Hurrà!”, ma anche in diversi manifesti pubblicitari bianconeri degli anni Dieci e Venti.
Domenico Maria Durante nelle prestigiose collezioni italiane ed estere
Nel 1914 espone alla Biennale di Venezia il ritratto Andreina, che inaugura un filone particolarmente fortunato per il pittore, quello di giovanili e luminosi volti femminili tratti dalla quotidianità della campagna piemontese, in cui le fanciulle vengono ritratte spesso in abiti tradizionali o con il viso avvolto in variopinti fazzoletti.
Nel primo dopoguerra Domenico Maria Durante riprende ad esporre alla Biennale del 1920 con un Ritratto di signora definito «scrupolosissimo»[1], seguito nel 1922 dal Ritratto della Contessa L. Murari della corte di Bra, opere che testimoniano quanto il pittore fosse richiesto e apprezzato come ritrattista dall’alta società, in particolare piemontese. Non è un caso che alcune tele siano entrate in prestigiose collezioni pubbliche (tra cui la GAM di Torino, il Museo Civico di Genova e la Cassa di Risparmio di Torino) e private: l’Annunciazione, opera esposta alla Mostra del Sindacato fascista di Belle Arti di Torino del 1932, è stata nella raccolta Agnelli (tra l’altro, Edoardo Agnelli viene eletto presidente della Juventus nel 1923, quando Durante è tra i membri dell’assemblea di accettazione).
L’anno successivo, alla Biennale del 1924, espone il ritratto della figlia Maria Vittoria D., Giulietta al pozzo, Baroni d’Isola e Signorina G. B.; mentre nell’edizione del 1926 espone un altro Ritratto di Maria Vittoria, Mele…? e Il generale Co. Vittorio Murari Bra.
Le atmosfere sospese di un “Campione di Calcio et Pittore”
All’Esposizione del Circolo Artistico di Torino del 1925, vince il premio Marchesi, con un Ritratto in costume. Alla metà degli anni Venti risale anche il famoso Autoritratto esposto nel 2019 in occasione della mostra L’arte del gol. Pittura scultura fotografia e il gioco più bello del mondo a Reggio Emilia, nei Chiostri di San Domenico. In basso, sotto all’enigmatico e corrucciato autoritratto, si legge l’iscrizione: “Domenico Maria Durante Campione di Calcio et Pittore”, come nella migliore tradizione rinascimentale, soprattutto fiamminga.
Espone per l’ultima volta alla Biennale di Venezia del 1930 con Un quadriumviro della marcia su Roma, mentre per il resto degli anni Trenta continua ad essere presente alle Sindacali: nel 1932 a quella di Torino espone Annunciazione, Natura morta e Madonna, a quella del 1933 a Firenze Natura morta e Figura, mentre un Ritratto di Maja compare alla Sindacale di Torino del 1934. L’anno successivo vi espone Adorazione, Spettacolo all’aperto e il candido Mater purissima, una maternità dai toni chiari e dalle sospese atmosfere piefrancescane. Profilo di Maja viene esposto alla Sindacale napoletana del 1937 e viene riproposto nello stesso anno a Torino, insieme a Il mulino e Amalia. Attivo fino agli ultimi anni, Durante muore a Canale d’Alba nel 1944, a sessantacinque anni.
[1] C. S., XII Esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, in “Il Mondo. Rivista settimanale illustrata per tutti”, VI, 21, 1920, p. 9.
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