Teodoro Duclere

Teodoro Duclere. Lago di Agnano - Tecnica: Olio su Tavola, 18,5 x 25,5
Lago di Agnano. Tecnica: Olio su Tavola

Biografia

Teodoro Duclere (Napoli, 1815 – 1869) nasce in una famiglia borghese di origine francese. Non abbiamo notizie dei suoi anni giovanili, sappiamo solo che abita nel quartiere di Chiaia.
Lì conosce il pittore olandese e suo futuro maestro Antoon Sminck van Pitloo (1790-1837). Con lui stringe un rapporto molto profondo, tanto da sposarne la figlia Sofia nel 1837.

Diviene, insieme a Giacinto Gigante (1806-1876), uno degli allievi più devoti di Pitloo. Addirittura le opere di Duclere sono state spesso confuse con quelle del maestro, soprattutto quelle risalenti all’età giovanile.

L’incontro tra i due avviene probabilmente alla libera scuola di pittura di paesaggio aperta da Pitloo a Napoli. Il rapporto continua all’Istituto di Belle Arti dove il maestro ottiene la cattedra della Scuola di Paesaggio nel 1824.

Gli anni del successo

Nel frattempo Teodoro Duclere entra in contatto con tutti quei paesisti nordici e italiani che si erano stabiliti a Posillipo attorno all’abitazione di Pitloo. Viaggia assiduamente per il Regno delle Due Sicilie, specializzandosi soprattutto nel paesaggio ad acquarello.

Ben presto inizia ad avere successo, infatti  nel 1857 viene chiamato ad illustrare il volume Usi e costumi di Napoli e contorni di De Bourcard. Si dedica a quest’opera inconografica insieme a Filippo Palizzi (1818-1899) e Pasquale Mattej (1813-1879).

È documentata nel 1849 la sua presenza nella Commissione per le riforme dell’Istituto di Belle Arti di Napoli. Nel 1861 viene nominato assistente alla Scuola di Paesaggio dell’Istituto stesso. È molto probabile che nel frattempo tenga una scuola privata dove accoglie giovani studenti, ma anche ricchi collezionisti.

Presumibilmente è tra i suoi allievi il conte sorrentino Pompeo Correale, uno dei più grandi mecenati e collezionisti di Duclere. Nel 1902, infatti, ha donato la sua collezione comprendente molte opere dell’artista, al Museo Correale di Sorrento. Muore a Napoli nel 1869.

Teodoro Duclere alla scuola di Pitloo

Come già accennato, Teodoro Duclere è considerato dalla critica uno degli allievi più fedeli e importanti di Pitloo. Quest’ultimo, di origini olandesi, era approdato a Roma nel 1811 entrando in contatto con altri paesaggisti nordici come Martin Verstappen.

Nel 1815 si era trasferito a Napoli, precisamente in vicolo del Vasto 15, per aprirvi negli anni Venti una scuola privata di pittura di paesaggio. Come ricorda Gigante il posto era frequentatissimo da pittori italiani e stranieri, desiderosi di sperimentare il cambiamento di questo genere tanto importante a Napoli.

Se la prima produzione di Pitloo infatti era fortemente legata al rigido e ancora romantico vedutismo nordico, pian piano in Italia si scioglie, addentrandosi nello studio degli effetti cromatici della luce, in una lettura profondamente naturalistica.

L’importanza di Turner e Corot

Inoltre, il passaggio di William Turner e Camille Corot a Napoli negli anni Venti lascia moltissime tracce. Una di esse,  l’adozione di un pittura più sintetica e libera dai canoni accademici.

Pitloo trasforma anche su queste basi il suo metodo pittorico e di conseguenza didattico. Spinge i suoi allievi a ritrarre la natura dal vero, in modo da far emergere sia l’impressione immediata del luogo, sia la verità di esso.

Il risultato sarà il raggiungimento di una sensibilità pittorica del tutto nuova. Ecco che queste prime rivoluzionarie novità vengono accolte e immagazzinate dai suoi allievi e amici Duclere e Gigante. Gigante però, con assoluta genialità, riesce quasi a superare il maestro con i suoi paesaggi suggestivi fatti di voli cromatici e fantasiosi.

Duclere invece si attiene all’insegnamento di Pitloo e spesso anzi, le loro opere vengono confuse. Nel passato l’attribuzione dei dipinti ha generato anche confusione tra Teodoro Duclere e Gigante stesso, anche se il primo appare più rigido del secondo.

Vedute come Cappella vecchia al Chiatamone o Napoli dallo Scudillo risultano infatti attentamente calibrate sullo studio minuzioso e realistico della natura.

La Scuola di Posillipo

Essendo allievo di Pitloo e gravitando attorno all’ambiente di Chiaia e Posillipo, Teodoro Duclere è annoverato tra i rappresentanti della Scuola di Posillipo.
Questo nome è stato forgiato per far risaltare Posillipo, che per la sua bellezza e solarità, aveva accolto paesaggisti nordici come Philip Hackert, Christian Dahl, Karl Blechen, William Turner e Camille Corot.

L’arrivo di Pitloo fa sì che attorno a lui e al suo nuovo modo di insegnare la pittura di paesaggio, si raccolgano diversi artisti.
L’unione tra vedutisti nordici e partenopei dà vita ad una cerchia di artisti dai comuni intenti.
Si tratta di Gigante, Salvatore Fergola (1799-1874), Raffaele Carelli (1795-1864), Gabriele Smargiassi (1798-1882), Achille Vianelli (1803-1894), Vincenzo Franceschini (1812-1884) e il barone Pasquale Mattej (1813-1879).

Questi artisti iniziano ad imprimere sulla tela il vero osservato en plein air in maniera libera e lontana dal vedutismo classico. Realizzano di paesaggi di grande modernità da cui traspare l’importanza della luce del Golfo di Napoli che bagna soggetti e natura abbozzati velocemente.

La produzione di Teodoro Duclere si inserisce in questa descrizione attraverso opere come Veduta di Sorrento, Il bagno delle sirene a Sorrento. In queste tele il tocco leggero del pennello mette in evidenza il grande valore luministico e atmosferico.

Le committenze del duca Correale di Terranova hanno permesso all’artista di esprimersi al meglio nel linguaggio libero e luminoso della Scuola di Posillipo. Nei suoi lavori ha potuto così dimostrare la sua grande abilità non solo nelle tecniche dell’acquarello e dell’olio, ma anche nel disegno.

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