Edoardo Rubino

Edoardo Rubino Ritratto della Signora M.R.. Scultura in bronzo
Ritratto della Signora M.R.. Scultura in bronzo

Biografia

Edoardo Rubino (Torino, 1871 – Roma, 1954) si forma all’Accademia Albertina di Torino, dove segue i corsi di disegno di Pier Celestino Gilardi (1837-1905) e di ornato e plastica di Luigi Belli (1848-1919), per poi giungere alla scuola di scultura di Odoardo Tabacchi (1831-1905).

Diplomatosi in Accademia nel 1891, anno in cui esordisce alla Promotrice torinese, Edoardo Rubino compie un apprendistato nello studio di Leonardo Bistolfi (1859-1933) che lo avvicina sensibilmente al gusto simbolista e liberty.

Tra gli anni Novanta e i primi del Novecento partecipa regolarmente alle Promotrici torinesi, ma contemporaneamente viene chiamato ad eseguire numerose opere celebrative, a partire dal Monumento ad Umberto I a Roma, realizzato insieme a Davide Calandra (1856-1915).

Il decorativismo di stampo liberty, si unisce, nelle composizioni dello scultore, ad una linea esteticamente elegante e continua, che esalta con verismo e sensibilità alla luce le forme della figura umana, in particolare quella femminile.

La scultura celebrativa e quella più intima

Nel 1899, Edoardo Rubino partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, ma contemporaneamente continua a realizzare gruppi decorativi ed allegorici per l’Esposizione di Torino, lavorando in maniera frastagliata e particolareggiata il marmo e il gesso, per meglio rendere i dettagli di vesti, abiti, acconciature.

Se da un lato, nelle commissioni private ed intime, offre una accezione pura e spirituale della scultura, nelle opere celebrative e nei ritratti si spinge verso rappresentazioni quasi baroccheggianti, di grande fantasia compositiva che lo portano a ricevere committenze anche all’estero, ad esempio a Buenos Aires e Monaco.

Abilissimo anche nella realizzazione di medaglie, placchette, targhe celebrative, è molto apprezzato nell’ambito della decorazione, in particolare sostenuto dal critico Enrico Thovez in alcuni articoli pubblicati sulla rivista “L’Arte decorativa moderna”.

Tra i maggiori rappresentanti dell’eclettismo liberty a Torino, Edoardo Rubino collabora, nel tempo, con diversi architetti, tra cui Carlo Ceppi e Giulio Casanova. Presente alla Biennale di Venezia fino al 1928 e alla Sindacale torinese fino al 1941, muore a Roma nel 1954, ad ottantatré anni.

Edoardo Rubino: la scultura di stampo liberty a Torino

Terminati gli studi, Edoardo Rubino esordisce alla Promotrice torinese del 1891 con la scultura Alla fontana. L’anno successivo vi ritorna con Testine e un Gruppetto in bronzo che subito testimoniano la sua vocazione per un decorativismo fatto di accenti suggestivi e arabescati, con pieni e vuoti che si susseguono in composizioni energiche e raffinate.

Ciò si nota anche dai primi monumenti funerari e dai numerosi ritratti che presenta alle mostre torinesi dei primi anni Novanta. Il bassorilievo fuso in argentone inglese a tema dantesco E caddi come corpo morto cade viene esposto con grande successo alla sua prima Biennale veneziana del 1899.

Nel 1902 esegue il gruppo decorativo con l’allegoria della Danza, per la rotonda dell’Esposizione Universale di Torino, insieme alla Pittura e alla Scultura, per l’ingresso.

Il bronzo o il marmo, sotto la mano di Edoardo Rubino appaiono ricchi di effetti di luce, grazie ad una lavorazione mossa e viva delle superfici, delle vesti, dei capelli ondulati e raccolti in una tensione estatica e spirituale che risponde perfettamente agli stilemi liberty.

Torna alla Biennale nel 1905 con Ricordo, Preghiera, Fiamma, Modello di medaglia e Modello della coppa per il concorso ippico di Torino e poi nel 1907 con le emozionanti e seducenti figure femminili della Salomè e della Driade. Nel 1912 vi espone, invece, La consolatrice, mentre sta già lavorando alla statua celebrativa ad Edmondo De Amicis, eretta poi nel 1923.

Dopo la guerra, alla Biennale di Venezia del 1922 espone Ritratto della signora R.M, e, nel frattempo, lavora a diversi monumenti ai caduti, come quello di Novi Ligure. Vittoria compare alla sua ultima Biennale del 1928.

Negli ultimi anni di attività, si dedica soprattutto alle medaglie e alle incisioni, pur non abbandonando la scultura di carattere decorativo e sepolcrale, come mostrano le diverse tombe del cimitero di Torino e di Genova. Espone un Ritratto maschile nella sua ultima Sindacale torinese del 1941.

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