Emilio Donnini

Emilio Donnini. Il Ritorno dalla Pesca con l'Isola di Palmaria sullo sfondo | Tecnica: Olio su Tela, 81 x 116 cm
Il Ritorno dalla Pesca con l'Isola di Palmaria sullo sfondo. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Emilio Donnini (Firenze,   1809 – 1886) inizia la sua attività a Firenze, documentata a partire dal 1843. Non sappiamo nulla sulla sua formazione artistica, ma siamo sicuri della sua attività di pittore paesista. Infatti dal 1847 comincia a partecipare alle mostre della Promotrice fiorentina con una serie di vedute della Versilia.

Dagli anni Cinquanta si lega ai fratelli Carlo (1822-1891) e Andrea Markò (1826-1890). Visita con loro diversi luoghi della Toscana come l’isola d’Elba per poi ritrarli dal vero.
È da questo momento in poi che, innamorandosi profondamente di quest’isola, vi tornerà più e più volte per renderla il soggetto principale delle sue marine.

Questo genere ben presto diventa la sua specialità, tra l’altro molto apprezzata nei commenti da Telemaco Signorini (1835-1901). Sempre intorno all’inizio degli anni Cinquanta frequenta il Caffè Michelangelo dove, nella sala riservata agli artisti, dipinge una marina nel 1852.

Attorno al 1854 è attestata la sua presenza nel gruppo di artisti che forma la cosiddetta Scuola di Staggia. La sua attività è documentata fino al 1884 quando partecipa alla sua ultima esposizione, ancora presentando vedute e marine soprattutto del litorale toscano. Emilio Donnini muore a Firenze nel 1886.

Il paesaggio dal vero

Emilio Donnini fa parte di quella generazione di artisti che in Toscana inaugura l’abitudine, poi consolidatasi nel tempo, di esplorare i territori della regione. Il fine è quello di trovare spunti interessanti da cogliere en plein air.

Sono degli anni Quaranta le prime vedute toscane che segnano il graduale cambiamento della veduta. Si tratta del passaggio dal paesaggio di matrice romantica ancora legato a Carlo Markò padre (1791-1860) al paesaggio moderno, vero, nitido.

Cominciano a diminuire infatti i piccoli elementi pittoreschi in favore dello studio reale della luce e dei suoi effetti sulla natura e sulle figure. Emilio Donnini è testimone e protagonista di questo cambiamento, come dimostra il paesaggio esposto alla Promotrice del 1849 Veduta della Val d’Arno presso Docciola.

Il dipinto contiene nel titolo la precisa indicazione del luogo ritratto. Usanza tipica dei pittori di questa generazione, che daranno vita alla Scuola di Staggia, per sottolineare l’importanza del motivo tratto dal vero.

Alla Promotrice del 1850 espone Marciana e Marciana marina. Vedute che testimoniano i primi contatti tra Emilio Donnini e Carlo Markò, proprio per la comune scelta dei luoghi da esplorare e da imprimere sulla tela.

La loro frequentazione continua e si trasforma in amicizia: visitano insieme l’isola d’Elba e i territori al confine tra Lazio e Toscana. Infatti alla Promotrice del 1853 Donnini presenta marine dell’Elba e di Civitavecchia. Mentre comincia a specializzarsi nel genere delle vedute marine, segue Carlo e Andrea Markò nella scoperta del Chianti senese.

Emilio Donnini. La Scuola di Staggia

Accompagna i fratelli Markò nelle loro passeggiate nella campagne attorno a Staggia fin dal 1853. Però le prime vedute di questi luoghi vengono presentate da Emilio Donnini solamente alla Promotrice del 1856. Si tratta di un paio di paesaggi che hanno come protagonista la campagna senese con i suoi colori caldi e le sue attività quotidiane.

Le tele comunque confermano il fatto che l’artista abbia fatto parte della Scuola di Staggia e sia stato testimone del cambiamento del paesaggio toscano. È chiaro che questi mutamenti avrebbero portato di lì a poco alla creazione del movimento Macchiaiolo a Firenze. Quindi rappresentano la necessaria premessa alla rivoluzione verista toscana degli anni Sessanta.

Il pugliese Saverio Altamura (1822-1894) si recherà con un altro componente della Scuola di Staggia, Serafino De Tivoli (1825-1892) all’Esposizione Universale di Parigi del 1855. Lì potrà osservare le opere della Scuola di Barbizon a cui si era espirato per formare il gruppo di Staggia.

Un cenacolo di artisti, quello, che si riuniva in Francia, nei pressi del villaggio di Barbizon, al limitare della foresta di Fontainebleau. Lo scopo era quello di ritrarre dal vero paesaggi dalle atmosfere sognanti, emozionanti, idilliache, nella più profonda comunione con la natura.
Ebbene, proprio sul modello di questo cenacolo artistico, si sviluppano le intenzioni della Scuola di Staggia.

Questa è composta, oltre che dai fratelli Markò e da Altamura, da Emilio Donnini, Carlo Ademollo (1824-1911), Serafino De Tivoli, Lorenzo Gelati (1824-1895). Le tele dipinte all’aperto, risultato delle impressioni tratte dal vero, vengono poi esposte alle Promotrici fiorentine dal 1854 in poi.

Le marine

Anche se partecipa con passione alle ricerche paesaggistiche della Scuola di Staggia, Emilio Donnini continua comunque a dedicarsi al suo genere prediletto, la marina. Come già detto, i suoi luoghi preferiti sono quelli delle spiagge e più in generale dei paesaggi dell’isola d’Elba.

Ritrae questi meravigliosi territori con profonda e precisa attenzione agli effetti della luce del sole sul mare cangiante. Accanto all’isola d’Elba, nelle marine troviamo anche le memorie di altri luoghi come i dintorni di Firenze e del Mugello.

Queste tele vengono spesso animate da piccole e graziose figurine femminili, come in Paese del Mugello con bagnante, esposto alla Promotrice del 1864. Si presenta con regolarità a quasi tutte le Promotrici fino al 1884, facendosi ormai conoscere ufficialmente dalla critica come pittore delle marine toscane dal vero.

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