Biografia
Enrico Sorio (Verona, 1862 – Milano, dopo il 1907) figlio del pittore Luigi Sorio (1835-1909), viene introdotto dal padre alla pittura. Si forma poi presso l’Accademia Cignaroli di Verona dove è allievo di Napoleone Nani (1841-1899).
Esordisce nel 1884 a Verona con un dipinto di genere. Seguendo le orme del padre, Enrico Sorio si dedica a scene di matrice favrettiana, ricche di valenza sentimentale. Trae però spunto anche dalla cura dei dettagli realistici di Angelo dall’Oca Bianca (1858-1942).
Soggetti di storia, variegate scene veronesi e veneziane sono i protagonisti dei suoi quadri. La sua attività espositiva non è frequentissima, ma partecipa a diverse mostre a Venezia, Genova, Bologna e Verona.
Non abbiamo molte informazioni biografiche e non è certa nemmeno la sua data di morte, comunque sicuramente successiva al 1907.
Enrico Sorio: scene di genere
Come accennato, Enrico Sorio, esordisce nel 1884 a Verona con il soggetto di genere Fioraie e Adigetto, dipinto di chiara matrice favrettiana. Se il primo dipinto risulta ordinario sia nella scelta tematica che coloristica di classica ispirazione veneta, il dipinto successivo, presentato nel 1885 a Milano, suscita scalpore.
Si tratta di Acqua morta, un motivo veronese molto frequente nella poetica di Enrico Sorio, giudicato troppo acceso nella tavolozza.
Nel corso degli anni, il pittore continua a dividersi tra scene di genere tratte dalla quotidianità della sua città e paesaggi fluviali e urbani. All’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887 risalgono La nonna dopo la prima messa, Sul ponte delle navi a Verona e Venditore d’uccelli. Nella stesura corposa e nella ricchezza dei dettagli realistici, Enrico Sorio ricorda sicuramente Dall’Oca Bianca, suo conterraneo.
Paesaggi veronesi
Nella semplicità e frivolezza di alcune scene, Enrico Sorio invece, si richiama certamente a Giacomo Favretto (1849-1887), punto di riferimento per una serie di artisti veneti di fine Ottocento. Nel 1888 a Bologna espone di nuovo Acqua morta, insieme a Vecchia storia e Verso sera in piazza delle Erbe a Verona.
Quest’ultimo motivo, come quello dell’acqua morta, viene trattato più volte e in diverse versioni. Ne sono esempio Piazza Erbe in Verona e Piazza Erbe in Verona sotto la costa, presentate nel 1892 a Firenze.
Nello stesso anno a Genova, Enrico Sorio espone altri due motivi legati alla sua città natale: Porta piccola del Duomo, Verona e Pulpito di San Fermo a Verona. Si tratta di opere con una straordinaria e studiata attenzione alla composizione coloristica e luministica.
I dipinti di genere Pettegolezzi a Santa Libera e Tra il sì…e il no! Vengono esposti a Genova nel 1895, mentre alla Biennale di Venezia del 1899 invia due dipinti prospettici dedicati all’Interno di San Marco.
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