Eugenio Bonivento

Eugenio Bonivento. Marina Veneziana - Tecnica: Olio su tela
Marina Veneziana. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Eugenio Bonivento (Chioggia, 1880 – Milano, 1956) si forma inizialmente presso l’Accademia di Venezia. La sua vera ispirazione, però, proviene dallo studio dei maestri del Settecento veneziano, dai quali apprende la resa ampia e luminosa dei paesaggi lagunari.

Inoltre, frequenta lo studio di Guglielmo Ciardi (1842-1917), di cui diventa uno degli allievi prediletti. Entrambi, infatti, sono accumunati dallo stesso amore per il paesaggio veneziano e dalla stessa predisposizione alla resa luministica e atmosferica.

Naturalmente Eugenio Bonivento si fa interprete di un linguaggio più moderno e di una pennellata più corposa, carica di quegli effetti tonali cari alla scuola veneta.

I suoi soggetti prediletti sono la laguna e la campagna veneta, con le sue luci particolari e con i suoi protagonisti umani. Merlettaie, contadini, marinai e pescatori animano discretamente grandi paesaggi luminosi e carichi di sentimento.

Partecipa all’Esposizione Nazionale di Milano del 1906, ad alcune mostre romane, alla Biennale di Venezia del 1912, del 1920, del 1922 e del 1924. È presente anche ad esposizioni trevigiane e gli viene dedicata una personale in Argentina, dove ottiene un grande successo. Muore a Milano nel 1956. Sue opere si trovano a Venezia, Milano, Genova e Lima.

Eugenio Bonivento: poetici paesaggi veneziani

Definito “poeta della luce e dell’aria” da Comanducci, Eugenio Bonivento, esordisce a Torino alla fine dell’Ottocento con il paesaggio Laguna.
Questa prima prova gli fa ottenere una serie di lodi dalla critica e dal pubblico, soprattutto per la sua sensibilità nello studio della luce e dell’atmosfera. Nel 1906, all’Esposizione milanese per l’inaugurazione del traforo del Sempione presenta Una malinconica giornata di inverno e Ora di quiete.

Alla Mostra Internazionale di Bruxelles del 1911,  Eugenio Bonivento invia Dopo il vespero, riproposta nello stesso anno a Roma.
Nel 1912 partecipa alla Biennale di Venezia con Romitaggio. Nello stesso anno gli viene dedicata una personale a Rosario in Argentina; in quest’occasione il dipinto Il ritorno viene acquistato dal Museo di Lima, dove è ancora conservato.

Meravigliosi effetti di luce vengono trasmessi da una pennellata sciolta e carica di colore, quasi costruttiva del paesaggio. Una tavolozza variegata rappresenta pienamente la luminosità della laguna, ma anche della campagna e della montagna veneta.

Ne sono esempio i dipinti Casolare di montagna, Merlettaie e La torre dell’orologio. Alla Biennale del 1920  Eugenio Bonivento espone I primi fiori. A Treviso, nel 1922 espone Chiacchiere e Abbandono, mentre a Milano nel 1923 invia i poetici Strada a Chioggia e Riflessi d’oro. Partecipa poi alle Biennali del 1922 e del 1924 con Quiete e Vespro.

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