Fausta Vittoria Mengarini

Fausta Vittoria Mengarini. Medusa. Scultura in bronzo
Medusa. Scultura in bronzo

Biografia

Fausta Vittoria Mengarini (Roma, 1893 – New York, 1952) nasce e cresce in un ambiente culturale particolarmente attivo.  Suo padre è l’ingegnere Guglielmo Mengarini, divenuto senatore del Regno nel 1919, sua madre è la tedesca Margaret Traube, chimica organica e fisiologa.

Nella loro casa romana sul Quirinale, il palazzo di via Ventiquattro maggio progettato da Gaetano Koch, è ospitato uno dei salotti intellettuali più frequentati della città, all’inizio del Novecento.

Il magico salotto culturale della famiglia Mengarini

La giovane Fausta, quindi, avendo modo di conoscere artisti e letterati, si avvicina al mondo della scultura molto presto. Studia all’Accademia di Belle Arti, ma contemporaneamente, frequenta lo studio di Edoardo Gioja (1862-1937), per perfezionare il disegno.

Il clima culturale che vive nella sua casa le permette di esprimersi liberamente attraverso le prime prove scultoree, piccole terrecotte e maioliche che riflettono le tendenze dell’avanguardia espressionista.

In realtà, la vera carriera scultorea di Fausta Vittoria Mengarini prende piede nel primo dopoguerra, quando viene chiamata a realizzare alcuni monumenti ai caduti a Roma. Grazie al notevole successo ottenuto dopo queste prime commissioni, la scultrice è diventata una delle maggiori ritrattiste romane tra le due guerre.

Una artista apprezzata dai più alti organi di regime

Molti esponenti del governo di regime, ma anche generali, industriali, senatori e ministri le hanno commissionato i loro ritratti. L’abilità dell’artista risiede soprattutto nella scioltezza con cui lavora il bronzo: superfici lucenti e levigate si uniscono ad una lavorazione fortemente verista, che la allontana da qualsiasi idealizzazione e la collega con un filo diretto alla ritrattistica romana di età repubblicana e del primo Impero.

Il successo di Fausta Vittoria Mengarini viene coronato da una delle più importanti committenze da parte del governo fascista. Viene infatti incaricata di progettare il nuovo faro del Porto di Massaua, per commemorare la conquista della colonia eritrea. All’inizio degli anni Trenta, Massaua è oggetto di diversi interventi architettonici e di lavori edili di consolidamento stradale, ferroviario e navale.

Il progetto della scultrice rientra quindi nei lavori di potenziamento del porto di Massaua, il più equipaggiato del Mar Rosso. Durante il soggiorno in Eritrea, si dedica ad una serie di ritratti di donne e uomini del posto, inaugurando una fiorente, seppur breve, stagione orientalista.

All’inizio degli anni Trenta, si trasferisce in America, dove continua la sua attività scultorea per un altro decennio, introducendosi perfettamente nell’ambiente artistico di New York, città in cui muore nel 1952, a soli cinquantanove anni.

Fausta Vittoria Mengarini: la scultura classicista tra le due guerre

Tra le prime opere eseguite dopo la Prima guerra mondiale da Fausta Vittoria Mengarini, si inserisce Lapide ai Caduti della Grande Guerra del Rione Borgo di Roma, del 1923. Commissionata dall’Associazione Operaia Borgo-Prati, la lapide reca al centro, in rilievo, la figura di una Vittoria Alata in bronzo che si staglia tra due colonne di nomi di caduti.

Il classicismo celebrativo si unisce ad una sensibilità intima che si legge non solo nel delicato e armonioso volto della Vittoria, ma anche nei raffinati panneggi bagnati che si adagiano sul corpo dalle ali spiegate.

Dopo questa prima esperienza, esegue alcuni dei medaglioni che adornano il Palazzo di Giustizia di Roma, con le personificazioni aggettanti in marmo della Legge, Giustizia Penale, Giustizia Civile e Diritto, che la avvicinano alla saldezza formale ed espressiva di Donatello.

I ritratti

Maggiore attenzione va data alla produzione ritrattistica dell’autrice. Per gran parte degli anni Venti e Trenta, infatti, si è dedicata alla raffigurazione di alcuni dei personaggi più rappresentativi dell’epoca. Tra di essi, il Senatore Conti, il Marchese Antonio Spinola e il Camerlengo privato del papa.

Tra i ritratti più conosciuti vi è, senza dubbio, quello del Ministro dell’Agricoltura Giambattista Miliani, industriale di Fabriano che era stato particolarmente legato alla madre di Fausta Vittoria Mengarini, Margherita, con cui condivideva la passione per la scienza.

Espressività e solidità formale risiedono nei busti della scultrice, sui cui la luce lascia la sua traccia insinuandosi tra le superfici vibranti e trattate con emozionante aderenza al vero.

Per quanto riguarda i ritratti di Armando Diaz o di Mussolini, prevale invece l’intento celebrativo, mentre nel prezioso ritratto del Dar-Dar, piccolo soldato eritreo, il bronzo traduce alla perfezione l’essenza dell’intento esotico, insistendo sui lineamenti e sulle pieghe del turbante. Alla National Gallery di Washington è conservato il busto di David E. Finley, primo direttore del Museo.

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