Federico Ashton

Federico Ashton. Macugnaga con l’Albergo Monte Rosa - Tecnica: Olio su Tela, 57 x 100 cm
Macugnaga con l’Albergo Monte Rosa. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Federico Ashton (Milano, 1840 – Valico del Sempione, 1904), di padre inglese e di madre fiorentina, si forma a Milano presso l’Accademia di Brera. Qui studia al seguito di Gaetano Fasanotti (1831-1882) e di Luigi Riccardi (1808-1877), specializzandosi nel paesaggio dal vero.

L’inclinazione verso un’interpretazione romantica della veduta è comunque molto presente, soprattutto dopo il suo soggiorno in Svizzera. A Ginevra infatti, frequenta lo studio del paesaggista svizzero Alexadre Calame (1810-1864), accogliendone la visione drammatica e scenografica, ma allo stesso tempo verista del paesaggio.

Per le sue vedute emozionanti sceglie la natura dell’Ossola e della Svizzera, le Alpi e soprattutto il Monte Rosa. Espone regolarmente a Torino, Genova, Firenze e Milano dagli anni Cinquanta, ottenendo un notevole successo.

Tra Domodossola e il Lago Maggiore

Dal 1872 fino al 1880 si stabilisce a Roma, per perfezionarsi e trarre spunto dai paesaggi della campagna romana. In più, insegna pittura a numerose donne aristocratiche, non rinunciando nel frattempo ad esporre a Torino e Genova. Federico Ashton si trasferisce per un periodo a Norway, realizzandovi suggestivi paesaggi, per poi spostarsi a Domodossola.

Le valli che lo circondano solo la primaria fonte di ispirazione per le sue tele per tutto il tempo in cui vi rimane, quasi cinque anni. Successivamente si stabilisce a Pallanza, scegliendo la riva piemontese del Lago Maggiore come luogo in cui passare gli ultimi anni della sua vita.
Da qui può spostarsi alla ricerca di variegati motivi lacustri, può recarsi facilmente sulle Alpi svizzere e ritrarne le ampie vallate e i sublimi passi.

Le vedute ispirate dalle variazioni atmosferiche e luminose, attentamente modulate sul vero, sono intrise di un piacevole sostrato romantico che gli ha garantito un pieno successo. Espone a Torino e Genova fino al 1896, muore durante una delle sue escursioni montane, cadendo in un burrone sul Valico del Sempione, nel 1904.

Federico Ashton: il paesaggio tra naturalismo e visione romantica

Intriso dei motivi tramandatigli da Fasanotti e Riccardi, espone per la prima volta alla Promotrice di Genova Paesaggio. Dovranno passare altri dieci anni prima della successiva esposizione pubblica, anni in cui Federico Ashton si perfeziona in Svizzera da Calame.

La sua influenza si nota nella presenza di accenti chiaroscurali volti ad arricchire la veduta di elementi drammatici ed emozionali. Nel 1863 a Torino espone Torrente in una foresta, Il Monte Rosa visto dalla valle Vegezzo, Il Ticino a Sesto Calende (dal vero).

Ghiacciai, valli e laghi tra il Piemonte e la Svizzera

Alla Promotrice di Genova del 1866 si presenta con Alpe Quattro Cantoni Svizzera, Il ghiacciaio di Finkeraahorn – Svizzera e Casolare nel Bernese. L’anno successivo a Firenze espone una serie di soggetti sempre ispirati dalle Alpi e dai paesaggi svizzeri: Il ghiacciajolo di Finsteraar ed il fiume l’Aar nell’Oberland Bernese, Hermance sul lago di Ginevra, Il mare di ghiaccio vicino a Chamouny tolto dal vero.

L’intensità e la partecipata emotività di Federico Ashton traspare dalle vedute presentate a Torino nel 1869, tra cui Bosco d’autunno sulle Alpi Bernesi e Il Lago di Ginevra nelle vicinanze di Thounon.

Il 1877 è un anno importante: è ancora a Roma, ma espone sia a Torino che a Napoli. A Torino si presenta con Capanne a Macugnaga, Una strada vicino al Monte Rosa, Alpe nel Grimsel. All’Esposizione Nazionale di Napoli invia, oltre a un Lago di Ginevra, un paesaggio chiaramente nato dal suo soggiorno romano, Pescatori negli stagni di Piediluco.

Nel 1880, all’Esposizione di Torino presenta una delle sue vedute più celebri, Bosco di faggi con pecore, insieme a Lago di pesci in valle Formazza, Palude a Bouveret e Fiume Toce (Domodossola).

Federico Ashton partecipa poi all’Esposizione di Roma del 1883 con Strada in valle Anzasca, Il lago dei quattro cantoni a Fiora, Pesca nello stagno. Il laghetto delle streghe sull’Alpe di Veglia al tramonto è l’ultimo dipinto esposto, prima della morte, alla Prima Triennale di Torino del 1896.

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