Antonio Ferrigno

Antonio Ferrigno.Nel Porto. Tecnica: Olio su tavola , 25 x 40 cm. Firmato in basso a destra “A. Ferrigno”
Nel Porto. Tecnica: Olio su tavola , 25 x 40 cm. Firmato in basso a destra “A. Ferrigno”

Biografia

Antonio Ferrigno (Maiori, 1863 – Salerno, 1940) è uno degli ultimi rappresentanti della “Scuola di Amalfi”. È allievo a Napoli di Giacomo Di Chirico (1844-1883) ed in seguito completa la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Già Di Chirico aveva indirizzato Antonio Ferrigno verso una pittura luminosa, stesa con un impasto denso e con una tavolozza variegata.

Il pittore della costiera

Ben presto so specializza nel paesaggio e soprattutto in armoniose e vitali scene tratte dalla quotidianità della Costiera Amalfitana, da Maiori a Positano a Vietri. Ancora studente presso l’Accademia, ottiene numerosi premi ai concorsi scolastici negli anni Ottanta, e nel 1882 inizia ad esporre presso la Promotrice napoletana, fino al 1890.

Ben presto, la pittura pastosa e luminosa di Antonio Ferrigno acquista importanza a livello nazionale, tanto che 1887 arriva a partecipare all’Esposizione Nazionale di Venezia. All’inizio degli anni Novanta espone anche a Londra, a Milano, a Palermo, ottenendo un discreto successo di critica e di pubblico.

Il trasferimento in Brasile

Nel 1893, Antonio Ferrigno decide di cercare successo in America Latina. Si trasferisce a San Paolo del Brasile, ottenendo subito un grande successo con i suoi dipinti caratterizzati da una pennellata veloce e sintetica. Diversi dipinti conservati in Brasile sono dedicati a vedute e paesaggi di San Paolo, richiestissimi al tempo dalle gallerie brasiliane.

Quadri di genere, paesaggi e marine compaiono alle esposizioni di San Paolo tra gli anni Novanta e l’inizio del Novecento. Il governo italiano lo incarica anche di eseguire tre tele di grandi dimensioni con la descrizione per immagini della lavorazione del caffè. Esposti a Saint Louis nel 1904, ottengono un enorme successo.

Il rientro in Italia

Nel 1905 Antonio Ferrigno decide di rientrare in Italia. Si stabilisce a Salerno e con vigore si dedica di nuovo alla pittura partecipando alle esposizioni italiane dal 1911. Nel frattempo, insegna anche disegno presso la Scuola Tecnica di Salerno.

Continua a partecipare alle mostre napoletane fino agli anni Trenta del Novecento, sempre con la sua pittura dal cromatismo acceso e armonioso, con forte richiamo alla realtà quotidiana anche dei lavoratori più umili. Muore a Salerno nel 1940.

Antonio Ferrigno: una tavolozza accesa e variegata

Come accennato, Antonio Ferrigno esordisce alla Promotrice napoletana del 1882. Vi espone il dipinto La mia pace, che gli fa ottenere subito un generoso consenso da parte del pubblico. Questo lo incoraggia a continuare sulla strada propostagli dal maestro Giacomo Di Chirico. Quella di una tavolozza luminosa e di un impasto pittorico materico, energico.

A Genova, sempre nel 1882 presenta i dipinti di genere I principi generali delle nonne, Un ambo asciutto e Mano benefica. Sciolto nella composizione paesaggistica, ma anche nelle piccole scenette di genere tratte dalla quotidianità della Costiera, Antonio Ferrigno continua ad esporre con regolarità fino agli anni Novanta.

Bacia, Un vecchio sergente e La costiera d’Amalfi compaiono alla Promotrice di Napoli del 1883, mentre Un brindisi al re a quella di Torino dell’anno successivo. Sempre nel 1884, a Napoli espone Studio dal vero e L’amica fedele e nel 1885 Oggetto unico del mio pensiero, Durante la dimora del barone e Al re galantuomo.

Musica settimanale è il dipinto di genere che Antonio Ferrigno porta all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, che conferma il suo successo generale. Questo lo porta ad esporre l’anno successivo a Londra i due dipinti Marina di Maiori e Frate mendicante e poi Le lavandaie all’Esposizione di Milano del 1891 a Al fiume (Maiori) a quella di Palermo del 1892.

Dipinti di genere e paesaggi tra il Brasile e la Costiera

Tra gli anni Novanta e i primi cinque anni del Novecento Antonio Ferrigno si stabilisce in Brasile. Sono di questo periodo quadri come Mulata quitandeira oggi appartenente alla Pinacoteca di San Paolo e Rua de 25 março. Nel primo dipinto si può notare come Antonio Ferrigno adotti in questa fase una pennellata meno sfaldata e materica in favore di una resa più plastica e levigata dei soggetti.

La venditrice ambulante siede a terra, senza scarpe con il volto adagiato sul palmo della mano, mentre si sta riposando dal sole cocente di San Paolo, con un turbante in testa. Anche l’epopea del caffè viene narrata, dalla raccolta fino alla lavorazione con un raro senso di realtà dal pennello rapido di Antonio Ferrigno. Poi, marine e dipinti di genere dedicati alla quotidianità brasiliana arricchiscono il suo repertorio.

Con la sua consueta pennellata luminosa e sciolta realizza tele quali La sosta e Ragazze sul molo, per poi rientrare in Italia nel 1905. Alla Promotrice napoletana del 1911 espone L’inverno a San Remo, mentre Fiumicello del mio paese nel 1912. Fino al 1922 presenta dipinti quali Quiete fra le rocce, Fontana, Per il pane, Fontana Villa Rufolo a Ravello e Vecchia Cartiera, Sulla via di Amalfi e Al fresco.

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