Sommario
- Quotazioni Ferruccio Ferrazzi
- Quotazioni Dipinti 1908 – 1915
- Quotazioni Dipinti 1915 – 1920
- Quotazioni Dipinti 1920 – 1930
- Quotazioni Dipinti 1930 – 1950
- Quotazioni Dipinti 1950 – 1978
- Biografia
- Ferruccio Ferrazzi: gli esordi tra Espressionismo e Futurismo
- Un classicismo visionario
- Pitture murali ed encausto: suggestioni da Diego Rivera e dagli antichi
Quotazioni Ferruccio Ferrazzi
Tipologia opere | Periodo | Quotazione |
---|---|---|
Olio su tela e su tavola, encausti | Giovanile | da 3.000 a 5.000 euro |
Olio su tela e su tavola | Futurismo | da 8.000 a 15.000 euro |
Olio su tela e su tavola, encausti | Ritorno all’ordine | 20.000 euro circa |
Olio su tela e su tavola, encausti | Maturità | 10.000 euro |
Olio su tela e su tavola, encausti | Ultimo periodo | da 2.000 a 5.000 euro |
Ferruccio Ferrazzi ha avuto una carriera molto lunga saggiando quasi tutte le diverse correnti artistiche che ha incontrato durante il suo percorso.
Dotato di una curiosità intellettuale e un intento sperimentale ha subito diverse influenze: dalla corrente secessionista al movimento futurista, dal ritorno all’ordine alle tendenze espressioniste che ha potuto studiare lungo i soggiorni in Svizzera.
In generale ha utilizzato diverse tecniche: la pittura ad olio, sia su tela che su tavola, la pittura ad encausto, ad imitazioni degli antichi, le tecniche miste con il pastello e l’acquerello e i disegni a matita.
Quotazioni Dipinti 1908 – 1915
Molto rari sul mercato i quadri di questo periodo che possono essere stimati tra i 3.000 e i 5.000 euro, realizzati sia ad olio su tela che su tavola. Cifre superiori per dipinti dalle dimensioni importanti.
Quotazioni Dipinti 1915 – 1920
Ferruccio Ferrazzi ha avuto anche un periodo di adesione al Futurismo e i quadri realizzati tra il 1915 e il 1920 spesso sono caratterizzati da questo tipo di sperimentazione: sono quotati tra gli 8.000 e i 15.000 euro in media. Negli stessi anni ha dipinto anche diversi quadri dal forte carattere espressionista e in questo caso il valore si aggira attorno ai 5.000 euro circa.
Quotazioni Dipinti 1920 – 1930
A partire dal 1920 inizia uno dei periodi più interessanti per Ferrazzi: quello dell’adesione al Ritorno all’ordine. I quadri dipinti in questo periodo hanno raggiunto un record di 19.700 euro per il dipinto Ritratto di Herta Ottolenghi con il figlio. È questa la stagione in cui ha prodotto i suoi capolavori più importanti.
Quotazioni Dipinti 1930 – 1950
Nominato Accademico d’’Italia Ferruccio Ferrazzi diviene uno dei pittori più amati a livello nazionale e in questi anni numerose sono anche le sue presenze all’estero. In media il valore dei dipinti realizzati in questo periodo sia aggira attorno ai 10.000 euro. Anche se molto del suo tempo è impiegato in questi anni per realizzare commissioni pubbliche, la sua instancabile attività lavorativa ha permesso una produzione piuttosto vasta.
Quotazioni Dipinti 1950 – 1978
Il pittore ha lavorato fino agli ultimi anni, eseguendo anche alcune sculture praticamente introvabili sul mercato. Le opere degli ultimi anni spesso sono rifacimenti delle sue composizioni più note ed hanno un interesse minore sul mercato. Le valutazioni vanno dai 2.000 euro ai 5.000 euro a seconda del soggetto e dell’accuratezza della realizzazione. Record della stima di questo period è di euro 7.074 per la tela Autoritratto con Ilaria e Milù.
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Biografia
Ferruccio Ferrazzi (Roma, 1891 – 1978), figlio dello scultore Stanislao Ferrazzi (1860-1937), viene introdotto all’arte dal padre. In seguito frequenta l’Accademia di San Luca e diviene allievo di Umberto Coromaldi (1870-1948) e di Giulio Aristide Sartorio (1860-1932).
Esordisce nel 1908 e nel 1910 già partecipa alla sua prima Biennale veneziana. Nel 1913 compie un viaggio a Parigi insieme al padre, per approfondire lo studio della pittura impressionista e post impressionista.
L’anno successivo ottiene il pensionato, poi revocatogli per la sua adesione al Futurismo. Le incursioni nel Divisionismo e nel Futurismo, però, sono molto brevi: Ferruccio Ferrazzi infatti si dedica ben presto a opere dal forte sapore espressionista.
Il successo degli anni Venti
Dopo la guerra e prestato il servizio militare in Sardegna, Ferruccio Ferrazzi dà avvio a quel suo particolarissimo stile che gli procura un immediato successo. Abbandonate le velleità futuriste si indirizza verso una pittura dai toni cézanniani che si spingono verso l’espressionismo nordico.
Non avendo più il pensionato, stabilisce il suo studio nei pressi della Domus Aurea e comincia a ricevere i primi apprezzamenti da parte dei collezionisti. I successi aumentano quando partecipa alla Biennale di Venezia del 1920 e allestisce una personale alla Casa d’Arte Italiana di Prampolini nel 1921.
Il 1922 è l’anno che lo vede sposare l’amata musa Horitia Randone. Figlia di un ceramista che trasmette a Ferruccio Ferrazzi idee legate al socialismo umanitario e a filosofie ermetiche, sarà una figura importantissima per l’artista. Fabiola, Ilaria e Metella, le loro figlie, saranno i frequenti soggetti dei suoi ritratti, insieme a Horitia stessa.
Le esposizioni e i premi a livello internazionale si susseguono rapidamente e anche il favore di collezionisti come la famiglia Ottolenghi. Per loro realizza diverse opere, tra cui le decorazioni per il Mausoleo della loro tenuta ad Acqui Terme, che dà avvio alle opere murali di Ferruccio Ferrazzi.
Tra opere murali, partecipazioni internazionali e riconoscimenti
Partecipa alle Biennali veneziane, ai premi Carnegie di Pittsburgh, alle Quadriennali romane degli anni Trenta. Nel 1929 ottiene la cattedra di Decorazione murale all’Accademia di Belle Arti di Roma. Pur se non iscritto al Partito Fascista, riceve ugualmente la nomina di Accademico d’Italia nel 1933.
Diventa un punto di riferimento per la nuova generazione di pittori formata da Corrado Cagli (1910-1976), Mario Mafai (1902-1965), Antonietta Raphaël (1895-1975) e Renato Guttuso (1911-1987). Sperimenta l’affresco, il mosaico e soprattutto l’encausto, tecnica praticata quasi esclusivamente negli ultimi anni.
Per tutti gli anni Quaranta e Cinquanta Ferruccio Ferrazzi continua senza sosta a realizzare grandi opere pubbliche, a prendere parte a mostre e giurie internazionali e a sperimentare diverse tecniche. Negli anni Cinquanta si trasferisce nella sua casa all’Argentario e si dedica alla scultura, richiamando alla memoria i primi insegnamenti paterni.
Gli ultimi anni sono segnati soprattutto da opere religiose e spirituali che comunque gli procurano sempre un enorme successo. Muore a Roma nel 1978, dopo che sue numerose opere sono state acquistate da collezioni private e pubbliche americane, italiane, russe e francesi.
Ferruccio Ferrazzi: gli esordi tra Espressionismo e Futurismo
La pittura di Ferruccio Ferrazzi è particolare ed estremamente personale sin dai suoi precocissimi esordi. Accenti simbolisti compaiono nel suo primo Autoritratto esposto nel 1907 e in Calce presentato l’anno successivo sempre all’Esposizione di Belle Arti di Roma.
Ascendenze provenienti da Sartorio, ma anche dalla colonia di artisti tedeschi a Roma, producono in lui l’avvicinamento ad una pittura ricca di richiami filosofici e sociali.
Alla Biennale del 1910 partecipa con un Autoritratto e con Manca il lavoro, mentre all’Esposizione romana del 1911 vince il pensionato artistico nazionale con Il focolare. L’opera viene acquistata dalla Galleria Nazionale: il suo valore luministico e il suo significato profondo ed intimo danno avvio all’intensa carriera di Ferruccio Ferrazzi.
Il viaggio a Parigi del 1913 lo avvicina a Paul Cézanne (1839-1906) e ai post impressionisti. In questo periodo la sua produzione oscilla tra opere di matrice futurista e opere dai forti richiami all’espressionismo simbolista. Ne è un efficace esempio La genitrice, esposta alla mostra della Secessione romana del 1913.
Il 1916 è l’anno che lo vede protagonista di una personale presso la Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. La sala è particolarissima: le pareti creano un prisma che ospita tele e sculture dalle prospettive vertiginose e dalle forme futuriste, dal carattere fortemente innovativo ed espressivo.
È un esperimento che riceve lodi da alcuni collezionisti, ma anche commenti negativi. Nel 1919, ancora influenzato da suggestioni futuriste, partecipa alla Mostra Nazionale del Futurismo a Palazzo Cova di Milano.
Un classicismo visionario
Nel dopoguerra e negli anni Venti, la pittura di Ferruccio Ferrazzi si fa più ordinata, austera, ieratica. Le sue figure allungate e anonime hanno ancora molto dell’espressionismo nordico, ma è evidente il richiamo al Trecento e al Quattrocento italiani.
Adotta la classicità di Armando Spadini (1883-1925), ma la unisce a suggestioni visionarie, spesso distorte, rendendo il suo lavoro unico nel panorama artistico del tempo. Alla Biennale di Venezia del 1920 presenta Ballo e Ospedale, alla Biennale romana del 1923, I caratteri della mia famiglia.
Sono gli anni in cui soggiorna ad Arezzo e si avvicina a Piero della Francesca, raccogliendone tutti i caratteri di trascendenza quasi metafisica. Con Visione prismatica vince il Premio Carnegie di Pittsburgh nel 1926 e l’anno successivo lo rivince con Horitia e Fabiola. Ancora, Idolo del Prisma compare tra le opere itineranti dell’Exhibition of Modern Italian Art in America.
Pitture murali ed encausto: suggestioni da Diego Rivera e dagli antichi
La famiglia Ottolenghi gli commissiona le pitture murali del suo Tempietto ad Acqui Terme. Il progetto è di Marcello Piacentini e Ferruccio Ferrazzi si ispira profondamente al muralista messicano Diego Rivera (1886-1957).
Ma è chiara anche l’influenza dei primitivi: Giotto, Masolino, Masaccio emergono dalle importanti volumetrie e dal tono drammatico. I personaggi sono austeri e ieratici, le architetture imponenti e gli spazi monumentali.
Medioevo e modernità si uniscono in particolari composizioni ad encausto, come la Clemenza di Traiano e Daniele nella fossa dei leoni per il palazzo di giustizia a Milano. Importante è anche la decorazione murale dell’Università di Padova con Galileo e L’Aurora che sorge dal mare. Temi escatologici, esoterici e filosofici emergono da questi complessi e meravigliosi cicli, come grandi opere del passato.
Alla Quadriennale del 1931 Ferruccio Ferrazzi tiene una personale con più di quaranta opere, riassunto del suo instancabile lavoro. Tra di esse compaiono Pietà, Horitia in rosso, Carrettiere romano, Cappuccina addormentata, Donna fra gli specchi, La diavoleria, La trita del grano.
Quasi esclusivamente opere ad encausto compaiono alle mostre successive, come Fabiola piccola, Mio padre, Donna che cammina, Ilaria col gatto.