Sommario
Biografia
Fedele Fischetti (Napoli, 1732 – 1792) si forma, molto giovane, nella bottega di Gennaro Borrello, di cui sposerà la figlia. Dopo questo primo apprendistato, continua i suoi studi nell’ambito della pittura posteriore a Francesco Solimena (1657-1747), quindi prendendo avvio dal linguaggio luminoso ed arioso di Francesco De Mura (1696-1782).
A partire dagli anni Sessanta, sono anche evidenti, nella poetica di Fedele Fischetti, importanti riferimenti al classicismo di scuola romana, osservato soprattutto nella produzione di Pompeo Batoni (1708-1787) e di Anton Raphael Mengs (1728-1779).
Ciò testimonia un sicuro soggiorno romano all’inizio della sua carriera, che gli offre la possibilità di aggiornare la pittura napoletana e di farla uscire fuori dalle ultime derivazioni solimeniane. Diviene quindi un decoratore dalle brillanti e raffinate soluzioni compositive, che risentono sicuramente dell’influsso architettonico di Luigi Vanvitelli (1700-1773).
Il Barocchetto
Dagli anni Settanta in poi, Fedele Fischetti si fa interprete di un fresco Barocchetto che non si riscontra solamente nelle decorazioni a fresco di palazzi e chiese di ambito partenopeo, ma anche in una produzione ritrattistica di impronta europea e dal carattere decisamente luminoso ed elegante.
La grazia delle composizioni del pittore, a metà tra Rococò e neoclassicismo lo fanno avvicinare decisamente allo stile brioso e raffinato di Paolo De Matteis (1662-1728), mediante una decisa brillantezza cromatica e leggerezza compositiva. Le sue opere lo hanno reso famoso agli occhi dell’aristocrazia campana, nonostante la sua breve parabola artistica.
Nelle grandi decorazioni realizzate tra gli anni Settanta e Ottanta, comprese quelle nella Reggia di Caserta, Fedele Fischetti sembra ispirarsi alla freschezza e all’ampio respiro cromatico e ritmico degli affreschi pompeiani, proprio sulla scia del decorativismo fantasioso di De Matteis.
Verso la fine della carriera, purtroppo, come molti altri artisti napoletani coevi, si chiude in un rigido accademismo fatto di soluzioni fisse e ripetitive, che, però, non hanno spento il guizzo raffinato della produzione precedente. Muore a Napoli nel 1792, a soli sessant’anni.
Fedele Fischetti: una briosa verve pittorica, tra rocaille e primi accenti di classicismo
La qualità decorativa e leggera della pittura di Fedele Fischetti si registra sin dalle prime espressioni, sicuramente eredi di una pittura napoletana improntata sulla maniera festosa ed elegante di Paolo De Matteis.
D’altra parte, il soggiorno romano lo introduce alla pittura di Batoni e di Mengs e quindi ad un formalismo più accentuato, nella resa attenta degli aspetti fisici e degli atteggiamenti umani, con il loro pathos contenuto e aggraziati movimenti.
L’aspetto decorativo, però, fa sempre da contorno alle tele e agli affreschi del pittore, come si nota dalla Caduta di Simon Mago e dalla Presentazione al tempio dell’inizio degli anni Sessanta, tele giovanili eseguite per una cappella della chiesa napoletana dello Spirito Santo.
A tre anni dopo, risale la Sacra Famiglia, per la chiesa di Santa Teresa a Benevento, mentre si data al 1765 uno dei suoi interventi decorativi più rilevanti, quello per la chiesa di Santa Caterina da Siena, a Napoli.
Affreschi e decorazioni
Fedele Fischetti viene, infatti, incaricato di affrescarne la volta con l’Ascensione di santa Caterina, con la Trinità, la Vergine, San Domenico e altri santi. Nello stesso cantiere decorativo si inseriscono anche le Virtù teologali e cardinali, per gli altari laterali e i Quattro Evangelisti per le lunette della Tribuna.
Stilisticamente molto simili sono le decorazioni di Palazzo Maddaloni e di Palazzo Casacalenda dell’inizio degli anni Settanta, quest’ultimo eseguito su programma architettonico e decorativo di Vanvitelli, in cui si registrano leggiadria compositiva e freschezza cromatica.
Gli accenti ornamentali rocaille, conferiti da riccioli e fine volute, vengono ben mitigati dalla saldezza delle figure, come ben si riscontra nella raffigurazione di Mercurio e la Vittoria nelle Storie di Alessandro Magno per il Palazzo Casacalenda.
Il pittore nella Reggia di Caserta
Scene allegoriche e mitologiche vengono eseguite dal pittore nella Reggia di Caserta tra il 1778 e il 1781: nel Bagno della regina Maria Carolina si possono ammirare Le Tre Grazie che si collocano, statuarie e soavi allo stesso tempo, su una leggera nuvoletta, con al centro la Regina Maria Carolina come Venere.
Nella sala d’Estate, invece, realizza l’affresco della volta con Proserpina che durante l’Estate ritorna dal regno dei morti della madre Cerere e nella Sala d’Inverno Borea che rapisce Orizia.
Sempre in area casertana rimangono forse le più significative decorazioni ad affresco di Fedele Fischetti, gli ovali con Le Storie di Bacco eseguiti per la sala da pranzo del casino reale di San Leucio, in cui si legge alla perfezione un adattamento alla solidità formale di lezione neoclassica nella resa delle pose e delle figure, comunque sempre circondate da un’aura di soavità arcadica e di luminosità rococò, che mantiene fino agli ultimi lavori degli anni Ottanta.
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