Sommario
Biografia
Roberto Fontana (Milano, 1844 – 1907) studia all’Accademia di Brera con Giuseppe Bertini (1825-1898). Si diploma nel 1865, anno in cui inizia ad esporre presso le mostre braidensi. Inizialmente segue le orme del maestro Bertini e si specializza nella produzione di soggetti tratti dalla storia e dalla letteratura.
L’immediato successo presso la borghesia
Ma ben presto, il pittore comincia a frequentare con successo la pittura di genere, proponendo soprattutto soggetti presi dalla vita quotidiana. La famiglia è quasi sempre al centro delle sue rappresentazioni, con una narrazione piacevole e sentita degli affetti e dell’intimità. Anche se non mancano incursioni frequenti nella ricostruzione del costume seicentesco e settecentesco.
Questa produzione fa subito breccia nel cuore e nel gusto dei collezionisti borghesi che fanno subito grande richiesta dei dipinti di Roberto Fontana. Il suo successo è talmente ampio che i soggetti vengono riprodotti attraverso la tecnica dell’oleografia e diffusi su larga scala.
L’influenza della Scapigliatura milanese
Roberto Fontana si specializza anche nel genere del ritratto, molto legato alle visioni della Milano scapigliata e dunque alle rappresentazioni vaporose e vibranti di Tranquillo Cremona (1837-1878). Da quest’ultimo eredita soprattutto la trattazione della luce, fatta di piccoli tocchi leggeri che colpiscono profili o chiome e vestiti, donando loro quell’aspetto di sospensione e leggiadria.
Dal punto di vista cromatico, invece, la pittura di Roberto Fontana risulta più variegata e accesa di quella scapigliata. Con soggetti di genere, con ritratti e anche, a volte, con piccoli paesaggi, espone regolarmente a Milano, Torino, Genova e Roma fino al 1906, anno che precede quello della sua morte.
Tra le lodi costanti di Camillo Boito, l’ottenimento di diversi premi e il successo anche fuori dall’Italia, Fontana soggiorna per brevi periodi anche a Firenze e a Venezia. Rientrato a Milano definitivamente alla fine degli anni Ottanta, vi si stabilisce fino alla morte, avvenuta nel 1907, quando è ancora nel pieno dell’attività.
Roberto Fontana: dalla pittura di storia alla pittura di genere
La formazione al seguito di Giuseppe Bertini produce in Roberto Fontana un’iniziale indirizzamento verso la pittura di storia. Nel 1866, presso l’Esposizione di Torino, da buon milanese, presenta un dipinto di soggetto manzoniano, preso dal IX capitolo dei Promessi Sposi. Si tratta di Gertrude confusa scorge la lettera in mano al principe suo padre, che genera subito le lodi della critica per la scioltezza del tratto.
All’Esposizione di Firenze del 1869, invia questa volta un soggetto tratto dalla storia fiorentina, Cosimo de’ Medici, avendo saputo che Filippo Strozzi, Baccio Valori ed altri nobili fiorentini si erano rifugiati nel castello di Montemurlo a concertare i mezzi per rovesciare dal Ducato la famiglia Medici, manda il capitano Vitelli…, poi ripresentato l’anno successivo all’Esposizione Nazionale di Parma.
Al 1871 risale il primo quadro di genere, presentato alla promotrice di Torino, La vecchia servente, poi seguito dal più famoso Ispezione alla persona della fidanzata. Costume russo presentato a Milano nel 1872 insieme al soggetto storico Beatrice Cenci.
Da questo momento in poi, la pittura di genere diventa sempre più assidua nella produzione di Roberto Fontana, che piano piano abbandona la pittura di storia degli esordi.
No signore..! e Paggio compaiono alla Promotrice di Torino del 1876, Costume del 1600 e Costume orientale a quella del 1877. Nello stesso anno prende parte all’Esposizione Nazionale di Napoli con Guarda!, Colomba insidiata nel proprio nido e Esopo racconta le sue favole alle ancelle di Xanto, opera già presentata a Brera l’anno prima, con l’ottenimento del Premio Principe Umberto.
Un cromatismo leggero e vaporoso
Il colore ad olio, steso da Roberto Fontana come se fosse quasi un acquarello, fa emergere spesso il bianco della tela, mostrando la sua esile consistenza. La luce colpisce alcuni punti ben specifici, donando alla composizione un’inversione ritmica sorprendente, come avviene in dipinti quali Non pensiamo all’ncerto domani e Mater amabilis, presentati a Milano nel 1881.
Nel 1883, espone alla Mostra di Belle Arti di Roma i due soggetti di genere L’ultimo a comparir fu gamba storta e Ritorno dal mercato. Déjeuner di bebè, Il prediletto, Vecchia volpe e Impressione della campagna lombarda fanno la loro comparsa all’Esposizione di Firenze del 1885. Mentre due anni dopo è a quella Nazionale di Venezia con Pensosa, Testa di bambina e di nuovo con Déjeuner di bebè.
Da non dimenticare è il dipinto Nuvolette, presentato a Torino nel 1898 e tratto da un episodio del Paradiso perduto di Milton. Prende parte alla sua ultima esposizione a Milano nel 1906, con Ritratto e La fuggitiva (dal poemetto di Tommaso Grossi).
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