Giacinto Diano

Giacinto Diano. La Strage degli Innocenti. Tecnica: Olio su tela
La Strage degli Innocenti. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giacinto Diano (Pozzuoli, 1731 – Napoli, 1804) è documentato a Napoli a partire dagli anni Cinquanta del Settecento. Allievo di Francesco De Mura (1696-1782), ne coglie la diffusa soavità cromatica e compositiva e l’eleganza ariosa di matrice arcadica, che rimane tale soprattutto per la prima parte della sua produzione.

Attivo nel campo della decorazione tra Napoli e Pozzuoli, negli anni Sessanta, compie un soggiorno a Roma ed in seguito entra in contatto con Luigi Vanvitelli (1700-1773). Per cui, partito dal linguaggio equilibrato e arioso di De Mura, con forti riferimenti alle decorazioni della Nunziatella, Giacinto Diano acquisisce anche alcuni elementi appartenenti agli sviluppi della pittura romana e alle esigenze dell’ornato architettonico di Vanvitelli.

La maturazione artistica

Con il tempo, risulta fondamentale per i suoi sviluppi stilistici anche l’influenza di Corrado Giaquinto (1703-1765), per i suoi esiti di brillantezza cromatica e per una leggerezza compositiva di ampio respiro, che si riscontra nelle decorazioni di volte e palazzi, compresa la Sala della Guardia della Reggia di Caserta.

Questa levità viene particolarmente appresa dal pittore di Pozzuoli, che con eleganza formale e grazia coloristica si rifà alle istanze dell’Arcadia promosse anche da De Mura e le coniuga con i nuovi esiti del classicismo moderno.

Ciò che contraddistingue la poetica di Giacinto Diano è soprattutto la particolare stesura cromatica, che nasce da un impasto denso e movimentato da accenti luministici aggraziati e preziosi, che si posizionano a metà tra il Rococò e il Rocaille. La dimensione luminosa della sua pittura si riscontra in molte decorazioni eseguite dagli anni Settanta in poi, soprattutto in area campana.

Il soggiorno romano, inoltre, permette al pittore di avvicinarsi anche agli esiti di raffinatezza disegnativa e pittorica di Pompeo Batoni (1708-1787), in un indirizzo già decisamente neoclassico, cui si avvicina non tanto dal punto di vista teorico, quanto da quello della pulizia compositiva.

La cattedra a Napoli e l’attività decorativa

Nel 1773 viene nominato professore di disegno all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ruolo che mantiene fino al 1782. Negli anni Ottanta, si sposta in Abruzzo per alcune decorazioni nel Duomo di Lanciano, ma rimane attivo fino a tutti gli anni Novanta anche a Napoli.

Nell’ultima parte della sua produzione, Giacinto Diano si irrigidisce in schemi di derivazione puramente accademica e di sapore decisamente rigoroso, senza quei consueti guizzi di luce che sempre avevano caratterizzato la sua pittura.

Questo, soprattutto a seguito delle esigenze della corte Borbonica di aggiornamento alla cultura Neoclassica che si andava diffondendo sempre di più anche in area meridionale. Muore a Napoli nel 1804, a settantatré anni.

Giacinto Diano: una pittura dai toni aggraziati e luminosi, dall’eredità di De Mura alle prime aperture al Neoclassicismo

Nelle prime decorazioni di Giacinto Diano si ravvisa a pieno l’eredità di Francesco De Mura, soprattutto nel soffitto dello scalone del Seminario di Pozzuoli e nelle tele del Presbiterio di San Pietro Martire, sempre a Pozzuoli, con Santa Caterina che invoca il ritorno della sede pontificia a Roma Il trionfo della dottrina tomistica, tutte opere risalenti alla fine degli anni Cinquanta.

Dopo questa prima fase, decisamente impostata su una dimensione compositiva di ampio respiro e su un cromatismo chiaro e luminoso, si verificano i primi cambiamenti negli anni Sessanta, in seguito all’avvicinamento del pittore all’architetto Vanvitelli.

Tutto ciò prende avvio dalla decorazione della volta della Sagrestia di Santa Maria di Pozzano, su progetto di Vanvitelli appunto, seguita poi dai lavori nel palazzo Serra di Cassano, nel Duomo di Santa Maria Capua Vetere e dalle tele per l’Abside del Corpus Domini a Gragnano con L’Ultima Cena, produzioni in cui Giacinto Diano riesce ancora a coniugare il ritmo compositivo arcadico, senza alcun eccesso espressivo, ai primi accenni di Neoclassicismo derivati da Batoni e da Mengs.

Nel 1773 si dedica alla realizzazione della Deposizione per Sant’Agostino alla Zecca, mentre nel 1778 alle tele per la Trinità dei Pellegrini del 1778, tra cui la Lavanda dei piedi e il San Filippo Neri e i confratelli dei Pellegrini che accolgono gli storpi.

Nelle opere eseguite nel 1781 per la Pietà dei Turchini, tra cui la Nascita di Maria, l’Adorazione dei pastori, l’Adorazione dei magi e la Strage degli innocenti si riscontrano gli ultimi accenni di quel luminismo movimentato e prezioso, unito ad una attenzione ormai neoclassica nella resa dei corpi. Infine, una declinazione decisamente accademica si legge nelle decorazioni del Duomo Lanciano della fine degli anni Ottanta.

Quotazioni Giacinto Diano

Vuoi conoscere le quotazioni di questo Pittore napoletano?

Il nostro Staff di esperti offre una Quotazione Gratuita anche in meno di 24 ore. Acquistiamo Dipinti di questo artista.

Consultaci sia posizionando le foto dell’opera nel form sottostante, oppure utilizzando i procedimenti di contatto in alto.

Per una stima accurata, è indispensabile avere le foto dell’opera con rispettive misure, della firma ed anche del retro.

Corrente Artistica:

Hai un'opera di Giacinto Diano e vuoi venderla?

Risposte anche in 24 ore.

Chiedi una valutazione gratuita, professionale e veloce usando il modulo sottostante, oppure usando i contatti in alto.

Instruzioni: allegare tramite il seguente modulo foto nitide e dettagliate (anche del retro e della firma).

Indicare inoltre nel campo "messaggio" le misure dell'opera.

Non trattiamo stampe e litografie.

    Informazioni di contatto


    Messaggio

    Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003.

    error: © Copyright Berardi Galleria d\'Arte S.r.l.