Giambettino Cignaroli

Giambettino Cignaroli. Verona supplica la Vergine. Tecnica: Olio su tela
Verona supplica la Vergine. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giambettino Cignaroli (Verona, 1706 – 1770) in giovane età, viene inviato dai gesuiti a studiare retorica. Ma in seguito, dimostrate evidenti doti artistiche, decide di dedicarsi allo studio della pittura, entrando nella scuola del pittore veronese Sante Prunati (1656-1728).

Successivamente, insieme al suo amico Pietro Rotari (1707-1762), inizia a frequentare lo studio del pittore classicista Antonio Balestra (1666-1740) che era stato allievo a Roma di Carlo Maratta (1625-1713).

Le prime opere di Giambettino Cignaroli, che tra l’altro ha dato vita ad una lunga generazione di pittori veronesi, risalgono alla fine degli anni Venti del Settecento, quando apre una sua bottega proprio a Verona.

Riesce ad affermarsi quasi subito, con l’ottenimento di una commissione da parte della famiglia Labia di Venezia, dove si trasferisce dal 1735 al 1738, per decorare la loro casa. Durante questo soggiorno, ha modo di ammirare da vicino i capolavori di Veronese, Tiziano e Giorgione, introducendo importanti novità stilistiche nella sua pittura, come le tinte chiare e un cromatismo avvolgente e di matrice cinquecentesca.

Verona: gli incarichi e la nascita dell’Accademia

Rientrato nella sua città al termine dell’incarico, il pittore avvia con successo la sua attività, lavorando per tutti gli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Nel corso di questi decenni riceve numerosi incarichi da Verona, Venezia, Vicenza, Bergamo, Parma, Ferrara e Bologna, dove entra a far parte dell’Accademia Clementina.

La maggior parte delle opere di Giambettino Cignaroli sono commissioni di congregazioni religiose emiliane, quindi pale d’altare e, più in generale, soggetti sacri. Ma ha lavorato anche per l’aristocrazia italiana ed Europea: riceve incarichi dall’elettore di Sassonia, dal re di Polonia, per la casata reale di Spagna e per gli zar di Russia.

L’Accademia Cignaroli di Belle Arti di Verona porta questo nome proprio perché è stata fondata grazie all’operato del pittore, che ne diventa direttore nel 1764, fino alla morte, sopraggiunta nel 1770, all’età di sessantaquattro anni.

Giambettino Cignaroli: il Settecento veronese, tra cromatismo veneto e linea bolognese

La formazione di Giambettino Cignaroli si imposta sul classicismo barocco di matrice marattesca trasmessogli dal suo maestro Balestra. Ma importantissime per il giovane pittore sono anche le tappe tra Venezia e l’Emilia che gli consentono di dare vita ad un linguaggio perfettamente armonioso, in cui all’impianto coloristico di Giorgione e Veronese si aggiunge una linea disegnativa che deriva dalla scuola bolognese.

L’impianto compositivo delle sue opere risulta sempre armonioso, con una sostanza plastica che dona alle sue pale d’altare un equilibrio straordinario, dato dalle pose e dall’interpretazione di un tardo Barocco che però si innesta su un neo cinquecentismo di grande valore: non è un caso, infatti, che molti studiosi abbiano posizionato l’operato di Giambettino Cignaroli in un Neoclassicismo moderato e addentrato prevalentemente nella produzione sacra.

Molte opere del pittore si trovano tra Brescia e Bergamo, ad esempio nella Parrocchiale di Albino, per cui esegue una pala con La Vergine, il Bambino e Santi, che, insieme all’omonima pala della Chiesa dell’Ospitale Maggiore a Bergamo, presentano importanti richiami all’impianto cromatico e compositivo del Tiziano della Pala Pesaro e del Giorgione della Pala di Castelfranco.

Per la Chiesa di Alzano Maggiore, sempre nei pressi di Bergamo, esegue un Transito di San Giuseppe dai toni tragici e di mistica contemplazione, come si riscontra anche nella pala con San Girolamo Emiliani con fanciulli genuflessi davanti alla Vergine per la Chiesa di San Leonardo a Bergamo.

Per la regina di Spagna, realizza, nella maturità, la pala d’altare conservata al Prado di Madrid, con la Madonna con il Bambino e i santi Lucia, Lorenzo, Antonio da Padova, Barbara e l’Angelo Custode.

È stato autore anche di alcuni soggetti di storia e ne abbiamo un esempio nella tela Pomponio Secondo riceve gli onori trionfali in Campidoglio, nella collezione del Museo di Castelvecchio e nella Verona che supplica la Vergine.

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