Pier Celestino Gilardi

Pier Celestino Gilardi. Festa all'Ospizio, 1894. Tecnica: Olio su tela
Festa all'Ospizio, 1894. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Pier Celestino Gilardi (Campertogno, 1837 – Borgosesia, 1905) figlio di un intagliatore e proveniente da una famiglia di artigiani da molte generazioni, si forma inizialmente in questa disciplina nel laboratorio di Barolo da Varallo. Pier Celestino, quindi, nasce come intagliatore di legno ed avorio, poi perfezionatosi nella bottega dello zio in Savoia.

L’importanza dell’Accademia Albertina

Ma nel 1860, desideroso di approfondire la sua formazione artistica, si trasferisce a Torino per frequentare l’Accademia Albertina. Segue le lezioni di pittura di Andrea Gastaldi (1826-1889) e, contemporaneamente, inizia ad esporre alle Promotrici torinesi come scultore. Presenta il suo primo dipinto nel 1863, nella piena adesione alla pittura di storia di stampo accademico e gastaldiano.

Nel 1864 vince il pensionato del Collegio di Caccia di Novara, e quindi parte prima per Roma e poi per Firenze. Pochi anni dopo, terminato il pensionato, viene nominato professore di plastica alla Scuola Professionale di Biella. Questo impegno, però, durerà per Pier Celestino Gilardi solo tre anni, poiché nel 1873, Andrea Gastaldi lo chiama come professore aggiunto alla cattedra di pittura in Accademia.

Nel frattempo, continua ad esporre, ma la cifra caratteristica di Pier Celestino Gilardi è la pittura di genere, abbandonato ormai il genere storico. È interprete di una pittura di stampo aneddotico, tutta incentrata sulla figura umana e sulle sue debolezze. Una pittura di costume cui si dedicherà per tutta la carriera, ottenendo un successo sempre maggiore.

Questo appoggio da parte della critica permette a al pittore piemontese di ottenere la cattedra di pittura in Accademia nel 1889, alla morte del maestro Gastaldi.

Una pittura disimpegnata

I dipinti di genere di Pier Celestino Gilardi non vanno mai oltre l’aneddoto curioso che evidenzia con umorismo e semplicità la condizione umana. Nessuna riflessione, solo la rappresentazione di ambientazioni settecentesche o attuali, realizzate nei minimi dettagli, con l’attenzione all’espressione dei sentimenti, delle reazioni dei personaggi a qualsiasi evento.

Questa resa precisa e attenta dei particolari persiste anche nei ritratti di gruppo in costume, tanto quanto nelle scenette frivole. Una certa ripetitività contornata da una visione fortemente disimpegnata piace al pubblico piemontese, soprattutto quello della provincia.

Si dedica poi anche ad affreschi religiosi per alcune chiese del territorio piemontese e francese. Non è poi da dimenticare la sua attività di attento e scrupoloso ritrattista. Negli anni Novanta, si dedica anche alla pittura di paesaggio. Continua a dipingere fino agli ultimi giorni e muore a Borgosesia nel 1905, all’età di sessantotto anni.

Pier Celestino Gilardi: gli esordi tra l’intaglio e la pittura di storia

Pier Celestino Gilardi inizia la sua carriera come intagliatore. Alla Promotrice torinese del 1862 presenta i due piccoli busti in legno di Cavour e di Garibaldi. Risale al 1863 la presentazione del primo quadro ad olio: Andrea Del Sarto abbandonato dalla moglie nei suoi ultimi giorni di vita.

L’anno successivo compare, sempre alla Promotrice di Torino Marco Bruto aspetta l’ora della congiura. Dipinto questo che, insieme al primo, evidenzia la sua adesione ai canoni della pittura di storia.

Continua a seguire questa strada anche nel 1865, quando presenta, oltre che un Ritratto d’uomo, Silvio Pellico allo Spielberg e San Giovanni Precursore. Già in questa prima fase della carriera di Pier Celestino Gilardi si può notare come la sua pittura sia dettagliata e attenta, con un impianto disegnativo e formale notevole.

La pittura di genere di stampo aneddotico

Alla Promotrice di Torino del 1866 compare il primo dipinto di genere di Pier Celestino Gilardi. Si tratta di In nonno in pensiero, seguito poi da un altro dipinto di storia, Machiavelli in carcere, presentato a Firenze nel 1867.

La pittura di costume diventa piano piano la cifra caratteristica del pittore, che ambienta le sue scene di genere non solo nella contemporaneità, ma anche nel passato. Ad esempio, nel 1870 e nel 1872 presenta i dipinti di costume romano I primi ammaestramenti e Un minuto di lezione.

Insieme a numerosi ritratti, dunque, compaiono alle promotrici dipinti di genere ispirati a piccoli e aneddotici episodi della vita quotidiana, trattati con vena arguta e curiosa.

Ne sono esempio Una partita alla morra del 1874, Frivolité del 1875, Tradita del 1876, Fra la pipa e il bicchiere del 1879. All’Esposizione di Torino del 1880 presenta ben dieci dipinti, tra cui Benedizione all’aria aperta, Bevitore, Et ne nos inducas in tentationem, Dopo la questua, Presentazione ufficiale.

Importantissima, l’Esposizione di Torino del 1884, in cui presenta Hodie tibi, cras mihi, dipinto famosissimo ed emblema della pittura di Pier Celestino Gilardi, leggera, umoristica e allo stesso tempo attentissima al dettaglio scenografico. Insieme a quest’opera presenta Prima amore, arte poi, Sbadataccio e Meglio pesci che rape.

Continua ad esporre per tutti gli anni Novanta dedicandosi, però, maggiormente ai ritratti e al paesaggio, come dimostrano opere quali Sull’Alpe in Valsesia o Ritratto del Senatore Farina, senza mai abbandonare la pittura di genere.

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