Luca Giordano

Luca Giordano. Favola mitologica (dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Favola mitologica (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Luca Giordano (Napoli, 1634 – 1705) è uno dei maggiori rappresentanti del cambiamento della pittura napoletana nella metà del Seicento. Incarna, insieme a Mattia Preti (1613-1699), il passaggio dalla pittura naturalistica di derivazione caravaggesca ad una tavolozza più chiara e ad un pittoricismo derivato dagli emiliani che conduce ad un dinamico e maestoso Barocco.

Figlio di un modesto pittore ed allievo, per ben nove anni, di Jusepe De Ribera (1591-1652), parte dal suo drammatico e radicale naturalismo degli inizi, per giungere ad una moderazione del tenebrismo, mediante l’assorbimento dei modi dell’ultimo Ribera, quello delle composizioni già pittoriciste e luminose.

Proprio per questa innata capacità nell’assimilare e metabolizzare maniere, stili e linguaggi diversi, ma anche nel copiare e abbozzare rapidamente, Luca Giordano è stato esaustivamente soprannominato “Luca fa presto”.

Sin dalle prime opere degli anni Cinquanta, sfoggia una maniera personale che riflette l’acquisizione di modalità pittoriche tratte tanto dal maestro Ribera quanto dalle novità barocche osservate in Rubens (1577-1640) e in Preti, che studia nelle magniloquenti commistioni tra Caravaggio, i veneti come Tintoretto (1518-1594) e i classicisti emiliani Domenichino (1581-1641) e Guercino (1591-1666).

I viaggi formativi

Tappa fondamentale per la formazione di Luca Giordano è il viaggio a Roma compiuto nel 1654. Risulta particolarmente importante l’incontro con il colorismo e l’enfasi virtuosistica di Pietro da Cortona (1596-1669), ma anche l’approccio con la pittura di Michelangelo (1475-1564) e Raffaello (1473-1520).

In seguito, il soggiorno a Firenze e Venezia dei primi anni Sessanta arricchisce ancor di più la ricerca stilistica del pittore napoletano, che adotta un impasto cromatico denso che lo allontana sempre di più dalla tradizione naturalistica di Ribera e lo rende interprete di una maniera sciolta e leggera, di un Barocco luminoso e dinamico.

Il successo a Napoli

Agli anni Sessanta, risalgono le prime commissioni importanti, a partire da quella ricevuta dal viceré Penaranda Gaspar de Bracamonte, che dà avvio a diversi altri incarichi quasi sempre legati alla corte spagnola o alla decorazione di chiese napoletane come San Gregorio Armeno o Santa Brigida.

La capacità di dare alla composizione un effetto di insieme, soprattutto attraverso l’utilizzo di una luce uniforme che Luca Giordano sfoggia nelle grandi decorazioni e nelle pale d’altare lo portano a ricevere incarichi da tutta Europa.

Da Firenze alla Spagna

Tra il 1682 e il 1685 soggiorna a Firenze, dove lavora nella Chiesa del Carmine, occupandosi della cappella Corsini, ma anche degli affreschi della Biblioteca e del Salone di Palazzo Medici Riccardi. Mentre si dedica senza sosta ai suoi incarichi a Firenze e a Napoli, il pittore, nel 1692, viene chiamato a lavorare in Spagna, dal re Carlo II.

Il suo Barocco leggero e tripudiante calza alla perfezione con le intenzioni trionfalistiche della committenza asburgica, che lo chiama a decorare l’Escorial, il Casino del Buen Retiro a Madrid, il Palazzo reale di Aranjuez e la sagrestia della cattedrale di Toledo.

Negli ultimi anni, la maniera di Luca Giordano si fa ancora più luminosa ed ariosa, incarnando quella propensione verso il Settecento, fatto di accordi cromatici vaporosi e fantasiosi, come si nota dalla sua ultima impresa decorativa, il Trionfo di Giuditta della cupola della Cappella del tesoro nella Certosa di San Martino. Muore a Napoli nel 1705, a settantuno anni.

Luca Giordano: dal naturalismo al Barocco nella Napoli del secondo Seicento

La cifra stilistica personale di Luca Giordano si legge sin dalle prime opere degli anni Cinquanta, la Tradizio clavis e l’Incontro dei santi Pietro e Paolo sulla via del martirio in San Pietro ad Aram a Napoli.

In queste prime prove, seppur ancora legato agli stilemi naturalistici di Ribera, si spinge verso una minore drammaticità e cupezza dei toni, per addentrarsi in nuovi riferimenti culturali provenienti da Rubens e dai veneti, che lo conducono alla definizione del grandioso e luminoso Barocco partenopeo.

Dopo i viaggi di formazione in tutta la penisola italiana, il pittore rientra a Napoli carico di suggestioni diversificate che lo portano a comporre la Sacra famiglia che ha la visione dei simboli della passione, eseguita nel 1660 per il viceré spagnolo, collocata nella chiesa di San Giuseppe a Pontecorvo.

La dimensione luminosa che si dipana dallo Spirito Santo al centro della composizione invade tutti i personaggi e la gestione dinamica dell’azione, ormai lontanissima dal tenebrismo di Ribera e molto più vicina alle composizioni ariose e preziose di Pietro da Cortona.

Per Santa Maria della Salute a Venezia, nel 1665, realizza la pala con l’Assunzione della Vergine, che presenta un movimento sciolto ed eloquente, nella scelta di un cromatismo chiaro che si esprime al massimo nella decorazione di San Gregorio Armeno nel 1677 e di Santa Brigida nel 1678.

Il Barocco a Firenze e in Spagna

Caratteristica fondamentale dello stile di Luca Giordano è la visione d’insieme e la presenza di scorci vertiginosi, ben visibili nelle opere realizzate a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi, a partire dal 1682.

La Glorificazione della dinastia medicea e le Vicende della vita umana sono gli affreschi della Galleria, luminosi e maestosi, in cui immaginazione e realtà si fondono in una visione che saprà influenzare senza dubbio il rococò veneziano, come ben si nota dall’affresco dedicato a Giove e l’Apoteosi dei Medici.

Lo stesso si può affermare per le opere spagnole, una su tutte, la decorazione del Monastero dell’evidenziaEscorial, con Le gesta di Carlo V e Filippo II e La battaglia di San Quintino, chiare, ariose, espressive.

Lo stesso vale per il grandioso Trionfo di Giuditta della Certosa di San Martino, in cui non si può non ravvisare l’influenza di Pietro da Cortona, nella dimensione allegorica e nella preziosità cromatica, però rielaborato in una maggiore rapidità esecutiva e scioltezza compositiva.

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