Giovanni Battista Lelli

Giovanni Battista Lelli. Raccolta delle Castagne sul Lago d’Iseo.
Raccolta delle Castagne sul Lago d’Iseo. Tecnica: Olio su tela, 84 x 134 cm. Firmato in basso a sinistra

Biografia

Giovanni Battista Lelli (Milano, 1827 – 1887) nato da una famiglia borghese di Milano, si schiera subito a favore dei moti rivoluzionari antiaustriaci. Nel 1859 combatte al fianco di Garibaldi e contemporaneamente comincia a praticare la pittura.

Una formazione incerta

Non è ancora certo dove e con chi Lelli si sia formato, ma è sicuro che i primi dipinti presentati compaiano alle mostre dell’Accademia di Brera. Il pittore si identifica subito come un abilissimo paesaggista, attentissimo al dato reale. Questo viene raccolto durante le sue frequentissime peregrinazioni nella zona del Lago di Iseo, di Garda e di Como e sulle Prealpi Lombarde.

Si nota sin dagli anni Sessanta una decisa adesione di Giovanni Battista Lelli alle istanze veriste, in questi dipinti dal taglio orizzontale e da una luce calda e diffusa. Negli anni successivi si sviluppa ulteriormente lo studio analitico del dato reale, con tutte le sue multiformi sfaccettature. Non è dunque difficile inserire il pittore tra i più abili vedutisti lombardi della seconda metà dell’Ottocento.

Le numerose esposizioni

Se i paesaggi lacustri e montani di Giovanni Battista Lelli nascono nel solco della pittura romantica, non faticano poi ad arrendersi al realismo, in cui raggiunge la sua massima espressione a partire dagli anni Settanta.

Durante la sua breve vita, il pittore riesce comunque a partecipare a numerose esposizioni, tra Torino, Milano e Firenze. Dopo l’esordio alla mostra di Torino del 1854, continua ad esporre fino al 1887, quando partecipa all’Esposizione di Venezia del 1887, anno della sua prematura morte.

Il suo verismo sfocia nella descrizione precisa e puntuale del paesaggio lombardo e piemontese, fino alla fine della sua carriera. Da alcuni giudicato troppo convenzionale, riscuote comunque sempre un discreto successo alle esposizioni più importanti, grazie alla sua attenta resa del dato naturalistico, che lo pone affianco a pittori come Silvio Poma (1840-1932), suo allievo.
Dipingendo fino alla fine, Lelli muore a Milano nel 1887 a soli sessant’anni.

Giovanni Battista Lelli: il paesaggio lombardo, attraverso la lente del naturalismo

Non è chiara la formazione di Giovanni Battista Lelli, ma è sicuro che la sua principale ispirazione giunga dall’osservazione diretta della natura. Le sue escursioni nella regione lacustre della Lombardia e sulle Alpi e Prealpi, gli permettono di cogliere il paesaggio en plein air. A questo si unisce la capacità di dare alla veduta un romantico sapore scenografico, grazie all’ampio taglio orizzontale.

I motivi lacustri e alpestri, ripetitivi secondo parte della critica, risultano comunque validi campi d’indagine del dato reale, analizzato sempre con precisione. Una luce diffusa e calda pervade i paesaggi presentati sin dagli anni Cinquanta.

All’Esposizione di Torino del 1854 Giovanni Battista Lelli invia una bella Veduta della Val Camonica, ancora immatura ma certamente anticipatrice della scioltezza successiva. Piano di Spagna e Colico sul Lago di Como compare alla mostra torinese del 1860, mentre Lago di Como visto nelle vicinanze di Menaggio e Una scena alpestre nelle alture di Bormio in Valtellina all’Esposizione di Firenze dello stesso anno.

Un realismo sempre più accentuato si nota nella veduta Le rive del Lambro nelle vicinanze di Milano, presentata alla Promotrice di Firenze del 1861. Famose e di grande valore sono le opere presentate a Torino nel 1863: Il passo del contrabbandiere nelle vicinanze di Pavia, Veduta del lago di Como, Dintorni di Milano e Ruina del paese di Omegna sul lago di Como.

Durante il corso degli anni Sessanta, partecipa almeno con un’opera a tutte le esposizioni torinesi, ma la sua adesione al vero si manifesta definitivamente negli anni Settanta. Ignorando tutte le proposte di rinnovamento della pittura lombarda, a partire dalle intenzioni degli scapigliati, Giovanni Battista Lelli si attiene sempre ad un naturalismo esplicito e sereno, senza orpelli.

Le vedute

All’Esposizione Nazionale di parma del 1872 presenta gli oli Veduta del Monte Generoso sul Lago di Lugano e Le cave di granito a Ferriolo, sul Lago Maggiore, veduta già esposta l’anno precedente a Torino. Il bel Temporale in Valsesia, insieme a La Valsassina a Cortenova compaiono a Milano nel 1874.

Spesso, piccole figurine animano il paesaggio descritto con attenzione e puntualità, come si verifica nei dipinti presentati a Firenze nel 1881. Si tratta di Paese di Alagna Valsesia in Piemonte, L’Ave Maria nel paese di Seuvers, Una passeggiata nei dintorni di Milano e Paese di Pecelto, frazione di Macugnaga al Monte Rosa.

Lelli partecipa con due vedute alla Mostra Nazionale di Roma del 1883 e fa la sua ultima comparsa pubblica a Venezia, presso l’Esposizione Nazionale del 1887. Vi presenta Alpi di San Bernardino e Monti di Tonale in Valcamonica.

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